Pier Paolo Pasolini, il ricordo a 50 anni dalla morte

Tra le opere più famose, il film “Il Vangelo secondo Matteo”

A 50 anni dalla morte

Domani, domenica 2 novembre, ricorrerono i 50 anni dell’assassinio di una delle figure più importanti del Novecento italiano: Pier Paolo Pasolini. Come ci ricorda Paolo Turroni nell’articolo pubblicato dal Corriere Cesenate lo scorso 20 ottobre, la figura di questo importante artista sarà onorata anche a Gambettola, che metterà in scena giovedì prossimo 6 novembre, al teatro comunale, uno spettacolo a lui dedicato, “Dove sono le lucciole”.

Era nato a Bologna nel 1922

Nato a Bologna il 5 marzo 1922 e ucciso al Lido di Ostia (Roma) il 2 novembre 1975, Pasolini ha raccontato, spaziando dalla letteratura al cinema, vizi e virtù della nostra nazione dall’immediato secondo dopoguerra alla metà degli anni Settanta. Lo ha fatto con uno stile schietto e privo di qualsiasi retorica consolante. Iscritto all’università di Bologna a soli 17 anni, nel capoluogo felsineo l’artista si è avvicinato alla letteratura, attraverso l’acquisto di volumetti nelle bancarelle di libri usati sotto il portico della Libreria Nanni (di fronte a piazza Maggiore) e al cinema, attraverso la visione di molti film (soprattutto di René Clair) al Cineclub cittadino.

La prima raccolta nel 1942, “Poesie a Casarsa”

Ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie nel 1942. Si intitola “Poesie a Casarsa” ed è in dialetto friulano, idioma che Pasolini ha imparato grazie ai suoi anni fanciulleschi vissuti in Friuli-Venezia Giulia tra Casarsa della Delizia, Sacile e Idria (oggi in Slovenia). L’opera simboleggia il processo di valorizzazione dei dialetti italiani, così come “Ragazzi di vita” (redatta dal 1955 al 1960) l’attenzione verso i giovani emarginati della periferia romana. In questi anni è partita la sua poliedrica carriera, nella quale spiccano 16 film (comprendendo anche i lungometraggi a episodi) come regista e 40 opere letterarie come scrittore.

Il primo film nel 1961

La sua prima pellicola diretta è stata “Accattone” del 1961. Doveva essere prodotta dal grande riminese Federico Fellini, ma si ritirò e venne sostituito da Alfredo Bini, storico produttore pasoliniano. Altri film degni di nota sono “Mamma Roma” del 1962 (con Anna Magnani), “Il vangelo secondo Matteo” del 1964 e “Uccellacci e uccellini” del 1966. “Il vangelo secondo Matteo” è un genuino ritratto di Gesù Cristo, seguendo fedelmente i passi del primo Vangelo. Doveva essere girato in Terrasanta ma, rimanendo affascinato dalla città lucana di Matera, Pasolini ha deciso di “ambientare” la storia del Messia in quest’ultima città. Così, da semisconosciuta cittadina, Matera è diventata da quel momento in poi, grazie a Pasolini, location importante di numerosi film e fiction.

La pellicola è stata definita dall’ “Osservatore Romano” “il più bel film su Gesù di tutti i tempi”, aggiudicandosi due premi al festival di Venezia (Leone d’argento – Gran Premio della giuria e il premio O.C.I.C. dell’ Office Catholique International du Cinéma), tre Nastri d’argento (regia, fotografia e costumi) e tre nomination agli Oscar (scenografia, costumi e colonna sonora). “Uccellacci e uccellini” è invece una feroce satira sociale, nella quale giganteggia un sublime Totò, premiato per l’occasione con una menzione speciale al festival di Cannes, un Nastro d’argento e un Globo d’oro.

L’ultimo film

L’ultimo lungometraggio diretto da Pasolini è stato “Salò o le 120 giornate di Sodoma” del 1975, una caustica condanna del potere. L’assassinio dell’autore ha impedito alla pellicola di diventare il primo tassello di una “Trilogia della Morte”, che doveva proseguire con un’opera su Gilles de Rais (compagno d’armi di santa Giovanna d’Arco) e un’altra con Eduardo De Filippo come protagonista. Nel cinema Pasolini è stato anche sceneggiatore di storici lungometraggi come “Le notti di Cabiria” del 1957 (film premio Oscar diretto da Fellini) e “La commare secca” del 1962 che segnò l’esordio alla regia di Bernardo Bertolucci.