Valle Savio
Cangini: “Francesco, Papa della Speranza, ci ha insegnato a non rimanere fermi”
Il ricordo del sindaco di Sarsina e l'aneddoto del pellegrinaggio a Roma con una grande scultura da Ranchio
Fra i tanti ricordi di papa Francesco, anche quello di Enrico Cangini, giovane sindaco di Sarsina.
A Cesena nel 2017
“Non balconate la vita”. Il primo cittadino della città plautina ricorda le parole pronunciate da Bergoglio durante la sua visita a Cesena nel 2017. “Papa Francesco – richiama Cangini – ci invitò a non limitarci a osservare il mondo da lontano, ma a scendere in piazza, a metterci in gioco, ad agire, a sporcarci le mani nella politica e nella società civile. Fu la prima volta che lo incontrai, e quelle parole mi colpirono. Mi incoraggiarono a fare una scelta importante, quella di candidarmi a sindaco pochi mesi dopo, e diventarono il tormentone della mia campagna elettorale”.
Pollice alzato in piazza San Pietro
L’anno seguente, il sindaco di Sarsina ricorda un’esperienza singolare in occasione del pellegrinaggio diocesano: “Era l’alba del 21 aprile 2018, quando mi trovavo alla fermata, pronto a partire per l’udienza del mercoledì in Vaticano. All’improvviso, sento un gran trambusto alle mie spalle: mi volto e vedo Gildo Torelli, falegname-artista di Ranchio, trascinare con energia una grande scultura. “Gildo, ma cosa stai combinando?” gli chiedo. E lui, mi risponde con un sorriso: “A voi purtè la Madunina ad Rencia ma papa Francesco”. In cuor mio pensavo fosse una follia, ma con Gildo si sa: quando si mette in testa qualcosa, fermarlo è impossibile. Così, carichiamo statua e carrello sul pullman. E una volta a Roma, ci mettiamo a spingerla lungo via della Conciliazione, tra gli sguardi stupiti e incuriositi dei pellegrini. Superati diversi check point, controlli e la tenace resistenza di metal detector, guardie svizzere e gendarmeria vaticana, riusciamo infine a portare la scultura della Vergine fino al Papa. Nel momento in cui lo salutai, gli raccontai dell’impresa e gli indicai Gildo, ancora col fiatone per la fatica. Il Santo Padre lo guardò, sorrise e gli fece un semplice ma potente gesto: il pollice alzato. Un segno di approvazione che ripagò Gildo di ogni sforzo”.
“La scintilla della speranza”
Alla notizia della morte di Bergoglio, per Cangini “il ricordo di quegli incontri torna con forza”. Del Papa argentino il giovane sindaco ricorda “la sua umiltà, il suo sorriso, la sua capacità di parlare al cuore delle persone con parole semplici ma profonde”. Anche se il Santo Padre è morto, per il primo cittadino di Sarsina, “resta viva quella scintilla che lui ha sempre acceso in ognuno di noi: la speranza. La speranza che ci spinge ad agire, a credere nel cambiamento, a non rimanere fermi“.