Cesena
I valori del giudice Livatino, un convegno e una mostra
All'evento introduttivo al palazzo del Ridotto è intervenuto anche il vescovo don Pino
Un incontro e una mostra sul giudice Rosario Livatino.
Mostra a Forlì
Si è tenuto oggi pomeriggio, nella sala Sozzi del palazzo del Ridotto, a Cesena, l’evento inaugurale della mostra “Sub tutela Dei, il giudice Rosario Livatino” che, da lunedì 12 a sabato 17 maggio, sarà esposta all’interno del palazzo di Giustizia del Tribunale di Forlì.
Il percorso espositivo è composto da 35 pannelli con testi e foto, arricchito da video e audio. L’intento è far conoscere meglio la figura di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”, magistrato siciliano ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990, a soli 37 anni, sulla strada che conduce da Canicattì ad Agrigento. Livatino è stato beatificato il 9 maggio 2021, riconoscendo il martirio “in odium fidei”. Una data non casuale, come quella di oggi, in quanto anniversario della visita di san Giovanni Paolo II nella città dei templi, quando, il 9 maggio 1993, lanciò il suo celebre anatema contro la mafia.

Convegno a Cesena
Durante il pomeriggio al palazzo del Ridotto sono intervenuti Ignazio De Francisci, già procuratore generale presso la Corte d’appello di Bologna, Ottavio Sferlazza, già procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, Carlo Tremolada, avvocato del Foro di Milano, moderati da Giuseppe Colonna, già presidente della Corte d’Appello di Bologna. Approfonditi i valori umani, professionali e spirituali del beato Rosario Livatino. L’evento è stato organizzato dall’Associazione nazionale magistrati, con il patrocinio del Comune di Cesena e dell’Ordine degli avvocati di Forlì-Cesena. Fra i presenti anche vari rappresentanti delle forze dell’ordine.
I saluti di Filippo Rossini e del vescovo Caiazzo
Il convegno è stato introdotto dal presidente del Consiglio comunale Filippo Rossini. “Il giudice Livatino – ha detto – ha caratterizzato la sua professione con un approccio umanistico. Non solo fatti e prove, ma la profonda convinzione che per giudicare è necessario prima di tutto capire. Comprendere il lato umano delle situazioni”.
Intervenuto per un saluto anche il vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo che ha tracciato un breve profilo del “giudice ragazzino” e del suo percorso di fede per concludere che, anche nei nostri territori, abbiamo bisogno di uomini e donne che diano testimonianza, che possano essere punti di riferimento come Rosario Livatino.