I lavoratori saranno parte attiva della vita delle imprese

Approvata in Parlamento, dopo quasi 80 anni, la legge che attua l'articolo 46 della Costituzione. La soddisfazione della Cisl

Il segretario di Cisl Romagna, Francesco Marinelli

Con l’approvazione definitiva al Senato, la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese diventa legge dello Stato.

Un passaggio parlamentare decisivo, con 85 voti favorevoli21 contrari e 28 astenuti, che sancisce per la prima volta in Italia l’attuazione concreta dell’articolo 46 della Costituzione

Promossa dalla Cisl

Il testo, promosso dal sindacato Cisl e sostenuto da 400mila firme raccolte in tutto il Paese, non ha subito modifiche rispetto alla versione approvata in precedenza dalla Camera.

Tra i protagonisti della lunga mobilitazione sul territorio c’è anche la Cisl Romagna, e il segretario generale Francesco Marinelli commenta con grande soddisfazione l’esito del voto parlamentare. “È un momento storico per il mondo del lavoro italiano” – afferma -. “Dopo anni di parole, finalmente la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese trova una concreta base normativa. È un passo avanti verso un modello più equo, moderno e inclusivo.”

Cosa prevede la legge

La nuova legge promuove quattro forme di partecipazione dei lavoratori: organizzativa, gestionale, economico-finanziaria e consultiva, con l’obiettivo di migliorare la qualità del lavoro, aumentare i salari, rafforzare la sicurezza e valorizzare il contributo di chi lavora alle scelte strategiche delle imprese.

“Questa legge non è solo una conquista sindacale, ma un’occasione per costruire un sistema industriale più democratico e competitivo. Significa dare dignità alla voce dei lavoratori e riconoscere che le persone non sono solo forza lavoro, ma parte viva dell’impresa,” ha sottolineato Marinelli.

“È stata una mobilitazione eccezionale – afferma il segretario di Cisl Romagna ricordando il grande sforzo organizzativo che ha portato alla raccolta firme in tutti i territori -, che ha dimostrato quanto questo tema fosse sentito. Ora inizia la parte più importante: rendere questa legge uno strumento vivo e operativo dentro i contratti, nelle aziende, nelle relazioni industriali quotidiane.”

Fissati i principi, la palla passa ai contratti

Il testo approvato non impone modelli obbligatori, ma promuove la partecipazione attraverso la contrattazione collettiva, garantendo flessibilità e adattabilità ai diversi contesti aziendali.

“La sfida ora è culturale e contrattuale,” conclude Marinelli. “Dobbiamo fare in modo che la partecipazione diventi prassi diffusa e non eccezione. Il sindacato ha il compito di guidare questo processo con responsabilità e visione, mettendo al centro il valore delle persone e del lavoro.”

Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) avrà il compito di monitorare l’attuazione della norma, segnalando sviluppi e buone pratiche. La riforma, per la Cisl, apre “una nuova stagione per il lavoro italiano e rafforza il ruolo del sindacato nella costruzione di un’economia più giusta e partecipata”.

Le reazioni

Tra i primi a prendere posizione sulla nuova legge, a livello locale, è stato Mario Picone (già candidato alle regionali con la Lista civica Ugolini: “L’idea che il lavoratore possa contribuire attivamente alle scelte strategiche, accedere a forme di partecipazione economica, ed essere parte del processo organizzativo e decisionale, rappresenta una vera rivoluzione culturale. Una rivoluzione che punta sulla dignità, sulla formazione e sulla valorizzazione del capitale umano”.