Udienza di Leone XIV: “Portiamo con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie”

Al termine della catechesi, dedicata alla figura del cieco risanato Bartimeo, la preghiera e la vicinanza alle vittime della tragedia di Graz, in Austria

11 giugno 2025, udienza in piazza San Pietro(Foto Vatican Media/SIR)

Udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro per Leone XIV.

“Prego per le vittime della tragedia nella scuola di Graz”

Il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi che si svolge lungo l’intero anno giubilare, “Gesù Cristo nostra speranza”, ha incentrato la sua meditazione sulla figura del cieco Bartimeo. Al termine dell’Udienza, il Pontefice ha assicurato la sua preghiera per le vittime della tragedia avvenuta nella scuola di Graz, in Austria: “Sono vicino alle famiglie, agli insegnanti, e ai compagni di scuola. Il Signore accolga nella sua pace questi suoi figli”. Il riferimento è al fatto avvenuto ieri quando un ex studente ha aperto il fuoco nelle aule. Undici le vittime, tra cui nove alunni, e una trentina di feriti tra ragazzi e insegnanti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Tra i morti anche il presunto autore della strage, che si sarebbe tolto la vita. Uno dei feriti è deceduto in ospedale alcune ore dopo l’attacco.

“Portate davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili”

“Con questa catechesi – ha premesso il Santo Padre – vorrei portare il nostro sguardo su un altro aspetto essenziale della vita di Gesù, cioè sulle sue guarigioni. Per questo vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati. Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci”.

“Mai abbandonare la speranza”

Il personaggio di Bartimeo, nello specifico, “ci aiuta a capire che non bisogna mai abbandonare la speranza“. Si è poi chiesto il Pontefice: “Cosa possiamo fare quando ci troviamo in una situazione che sembra senza via d’uscita? Bartimeo ci insegna a fare appello alle risorse che ci portiamo dentro e che fanno parte di noi. Lui è un mendicante, sa chiedere, anzi, può gridare. Se desideri veramente qualcosa, fai di tutto per poterlo raggiungere, anche quando gli altri ti rimproverano, ti umiliano e ti dicono di lasciar perdere. Se lo desideri davvero, continua a gridare”.

Foto: Vatican Media/Sir

“Buttare via le nostre apparenti sicurezze”

Prevost ha poi sottolineato che “Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù. Davanti al suo grido, Gesù si ferma e lo fa chiamare, perché non c’è nessun grido che Dio non ascolti, anche quando non siamo consapevoli di rivolgerci a lui”. A lui Gesù chiede di “compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello. Per un mendicante, il mantello è tutto”. Eppure, spesso, “quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare. Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità. Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione”.

“Non è scontato che noi vogliamo guarire”

Il Papa ha poi sottolineato che “anche la domanda che Gesù gli pone sembra strana: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Ma, in realtà, non è scontato che noi vogliamo guarire dalle nostre malattie, a volte preferiamo restare fermi per non assumerci responsabilità. La risposta di Bartimeo è profonda: usa il verbo anablepein, che può significare “vedere di nuovo”, ma che potremmo tradurre anche con “alzare lo sguardo”. Bartimeo, infatti, non vuole solo tornare a vedere, vuole ritrovare anche la sua dignità. Per guardare in alto, occorre rialzare la testa”.

“Gridiamo e il Signore ci ascolterà”

Da qui l’invito finale: “Cari fratelli e sorelle, portiamo con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie, e anche quelle dei nostri cari, portiamo il dolore di quanti si sentono persi e senza via d’uscita. Gridiamo anche per loro, e siamo certi che il Signore ci ascolterà e si fermerà.