Cesena
Cesena. Con 30 mila pasti serviti nell’ultimo anno le Cucine Popolari si fermano per ferie
Grande festa di chiusura. Domani, sabato 12 luglio, dalle 18 con un ricco buffet e musica per tutta la città
Le Cucine popolari si fermano per la pausa estiva con una grande festa e un po’ di magone. La festa si svolgerà domani, sabato 12 luglio, nella sede di via Machiavelli dalle 18 con don Marco Campedelli, sacerdote e intellettuale, che presenterà il suo libroLe ossa di Antonia, racconti dal punto di vista dei perdenti. L’autore sarà in dialogo con Mino Savadori. Al termine verrà offerto un ricco buffet per il quale cuochi e volontari della Cucine popolari sono al lavoro da due giorni perché la festa sarà un dono per tutta la città. Ad allietare la serata ci sarà anche il gruppo musicale “Gli altri”. Tutti sono invitati per questo momento tradizionale di chiusura dell’attività. Oggi, venerdì 11 luglio, sarà servito l’ultimo pasto poi giù le serrande. Le Cucine riprenderanno l’attività lunedì 1° settembre.
La povertà del cuore
Il magone invece, ha spiegato in conferenza stampa oggi, venerdì 11 luglio, Elena Baredi, volontaria e promotrice del progetto delle Cucine Popolari, nasce dal fatto che “da domani non si sa se e come mangeranno i nostri ospiti che per dieci mesi all’anno trovano qui un luogo accogliente, un pasto completo di primo, secondo, contorno, dolci, su una tavola apparecchiata, come se fossero a casa”.
Non solo, come viene sottolineato a più riprese durante l’incontro stampa mirato a tracciare un bilancio di questo ultimo anno di attività, “c’è anche la povertà del cuore – ha sottolineato Sonia Severi, volontaria –. Molti di coloro che avrebbero risorse per andare al ristorante, si troverebbero soli. Qui trovano il saluto di un volontario e due parole del vicino di seduta”.
Il Convivium, il progetto Denti e la scrittura
La pausa estiva, ha spiegato la presidente Oriana Casadei nel tracciare il bilancio delle attività, è necessaria per i volontari, molti dei quali sono pensionati e in estate fanno anche i nonni a tempo pieno, dovendo quindi sottrarre tempo al volontariato. A ciò si aggiungono le ferie e il meritato riposo.
Oltre a preparare e servire un pasto al giorno, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì oltre che in occasione di eventi, su richiesta, il progetto si è arricchito della colazione della domenica mattina e soprattutto di una serie di iniziative collaterali.
Con il progetto Convivium, ricorda la presidente Casadei, da due anni tra settembre e giugno con Amici di casa insieme vengono organizzate attività per persone tra i 60 e i 75 anni con disagi legati alla demenza; con il progetto Denti il progetto ha raccolto la disponibilità di un medico dentista che si è prestato gratuitamente alla cura di due persone, le più urgenti tra le tante segnalate; con un corso di scrittura autobiografica, 10 incontri rivolti a 10 persone, si è promossa una attività di scrittura che ha riscosso un alto gradimento fra i partecipanti.
Bisogno di spazio, obiettivo nuova sede
In questo momento però l’”urgenza” è quella di spazio. “Con le iniziative e i finanziamenti ricevuti dopo l’alluvione – spiega ancora Oriana Casadei – abbiamo versato 200 mila euro al Comune di Cesena per velocizzare i lavori per poter aprire la nuova sede presso il circolo Hobby terza età, in zona Ippodromo. Lo spazio doveva essere pronto a breve, pare invece che i lavori inizieranno nei primi mesi del 2026 e il trasferimento sarà possibile sono nel 2027”.
L’immobile consentirà alle Cucine di ospitare 150 persone, contro le 80/85 della capienza della sede attuale, dove bisogna fare due turni.
Un ulteriore fronte “caldo” è quello del lavoro. “Gli ospiti – ha detto Oriani – hanno bisogno non solo di cibo ma anche di lavoro, il lavoro dà dignità. Da settembre avremo cose nuove da raccontare”.
In un anno 30 mila pasti
Intanto i numeri dicono la loro sulla mole di lavoro svolta dai volontari, che oscillano tra i 150 e i 160 sui 300 soci. Ogni giorno, ha spiegato Enzo Capelletti, presidente per i primi due anni e ora coordinatore delle attività, otto volontari lavorano in cucina e altri otto servono a tavola, 90 persone in servizio ogni settimana con tanto di titolo Haccp e relativi corsi di formazione. Ogni giorno vengono serviti 130 pasti, 2.600 al mese, 27.300 all’anno, più le colazioni della domenica che fanno circa 30mila in tutto, per 10 mesi all’anno, cinque giorni alla settimana perché il sabato è chiuso e la domenica destinata alle colazioni e agli eventi.
Alle Officine riparate 90 biciclette
Alle Cucine, ha continuato poi Capelletti, si sono aggiunte da un anno le Officine Popolari, progetto di recupero e mantenimento di biciclette in disuso che provengono o da donazioni o dal magazzino degli oggetti rubati e non reclamati. Un laboratorio aperto in uno spazio in subborgo Valzania si occupa di sistemare e rimettere sul mercato le due ruote che poi vengono consegnate a chi non può permettersi di acquistarle. In nove mesi sono state rifunzionalizzate 90 biciclette, circa 10 al mese. Al laboratorio si è unito in collaborazione con l’Asp un corso per imparare ad andare in bicicletta, rivolto a sei donne con i loro bambini. “Un modo – ha sottolineato Capelletti – per dare autonomia alle donne e anche per fare un po’ di bene al pianeta perché la bicicletta è un mezzo ecologico”.
La biblioteca delle stoviglie
Anche la Stoviglioteca contribuisce al sostentamento del progetto delle Cucine ma il suo fine primario è quello ecologico, ha detto la responsabile di questo progetto Paola Farneti. Iniziando con l’acquisto di coperti in plastica dura, quindi lavabile e sterilizzabile, si è potuto dare il materiale per eventi, come compleanni, feste, in alcuni casi anche matrimoni, permettendo di non immettere nell’ambiente piatti, bicchieri e posate di plastica. Da settembre, mese di avvio, sono stati forniti 4700 coperti, organizzati in kit da 20, comprensivi di bottiglie, bicchieri, tazzine di caffè, per 165 eventi a 57 fornitori. Il servizio è stato dato gratuitamente.
Le cose belle si copiano
“Con questo progetto – ha concluso Baredi – abbiamo sperimentato la generosità della città di Cesena. Dalle nostre grandi aziende agroalimentari come Orogel, Amadori, La Cesenate, al MacFrut, alle piccole come Carnaz, o piccoli fornai e fruttivendoli che la sera alla chiusura ci portano frutta e verdura fresca, ai supermercati con Conad e Ipercoroop alle pasticcerie la domenica mattina, tutti hanno dato un enorme contribuito alla solidarietà. Alle Cucine, aggiungono ancora gli organizzatori, vengono sfamati tutti, senza chiedere Isee o certificati, se non un’offerta in cambio, a chi può.
“Il nostro unico merito è di avere acceso un faro sulla realtà sommersa della povertà che colpisce anche la nostra città. Stiamo cercando di realizzare il mondo che vorremmo, in cui i rapporti non si misurino in economia e nessuno sia escluso”.
A Trento a settembre inaugurerà un’esperienza a cura degli Scout che hanno preso ispirazione da quella di Cesena, annuncia infine Baredi che era stata chiamata a parlarne alla route nazionale Scout. “Ne siamo felici, le cose belle bisogna copiarle”.
Il modello è esportabile, compatibilmente con la componente umana, quella no, non si può replicare.
Volontari al lavoro in cucina
