Soggiorno di sollievo. Botta e risposta tra ricoverato e struttura

Il nostro direttore: "Spero porti giovamento a tutti"

Foto archivio agensir.it. (Foto: diocesi di Bolzano-Bressanone)
Foto archivio agensir.it. (Foto: diocesi di Bolzano-Bressanone)

S. scrive al giornale e si lamenta. La risposta della struttura. L’intervento dell’Ausl

La lettera di S., per due settimane in soggiorno di sollievo

Caro direttore, avrai saputo che sono stato a Longiano alla residenza “Castello” per un soggiorno di sollievo dal 10 fino al 28 luglio. Ho ho visto l’articolo del vescovo che è stato a far visita agli ammalati al “Castello” (se non avessi visto l’articolo non lo avrei saputo perché nessuno della struttura mi aveva informato). Vorrei che la gente sapesse in che condizioni stanno e come vengono trattati gli anziani che non sono in grado di intendere e volere e quelli, come me, tracheostomizzati.

Prima di tutto c’è molta carenza di personale: un infermiere per 30 persone e poche Oss. Io mi sono trovato molto ma molto a disagio, nonostante ci sono altre persone che hanno le mie identiche esigenze per quanto riguarda le medicazioni e le macchine (aspiratore ventilazione ecc ecc ). La maggior parte degli infermieri non ha le competenze.

Per quello che riguarda agli operatori socio sanitari, per la maggior parte di loro il livello della competenza del lavoro è molto basso. Sono stato in una camera doppia con una signora che non è in grado di intendere e volere e per metà paralizzata. Avendo avuto la prova su me stesso e avendo visto la stessa cosa sulla signora, siamo come (…): in cinque minuti lavati vestiti e messi in carrozzina come una catena di montaggio. Igiene della persona molto scarsa, servizio di pulizie delle camere molto scarse e disordine, igienicamente per le persone fragili molto rischioso per prendere infezioni. Spero che la mia segnalazione ad Ausl e magari un tuo articolo possano essere d’aiuto a migliorare la situazione del “Castello”.

Grazie.

S.V. – Cesena

La risposta del “Castello” di Longiano


Caro direttore, vorremmo rispondere direttamente a S.

Abbiamo avuto modo di leggere la sua lettera: la prima domanda a lei rivolta è: perché? Perché tante affermazioni che ledono nel profondo il nostro operato, la nostra vita che quotidianamente dedichiamo con la massima professionalità ai nostri ospiti.

Sì, è proprio come scrive: lei è stato nostro ospite dal 10 al 28 luglio, al primo piano dove sono presenti 32 ospiti (20 ospiti Cra e 12 ospiti con gravi/gravissime disabilità acquisite). Come da parametri Ausl al Piano sono presenti sei Oss al mattino, quattro al pomeriggio e uno la notte; un infermiere al mattino, uno al pomeriggio e uno la notte affiancato da un altro infermiere nel diurno per un totale di 35 ore e 54 minuti al dì. Ci tengo a sottolineare che periodicamente il nostro operato è controllato e monitorato da professionisti dell’Ausl. Il nostro unico intento è quello di migliorare quotidianamente, ascoltando i bisogni dei nostri ospiti.

Siamo vicini ai nostri ospiti sempre. Gli eventi che organizziamo sono variegati proprio per permette a tutti i nostri ospiti, a rotazione, di partecipare. Pubblicizziamo gli eventi in tutte le forme possibili: locandine presenti nelle bacheche al piano terra, nei gruppi dedicati ai familiari e sui social media.

Le rispondiamo signor S. in merito alle sue affermazioni riguardanti le competenze di infermieri e Operatori socio sanitari (Oss): sono tutti professionisti con lauree e attestati di qualifica ottenuti frequentando Corsi di formazione specifici, riconosciuti dalle Regioni. Mi permetto di dirle, con la massima sincerità, che i nostri collaboratori, oltre alle competenze, hanno qualcosa in più: l’amore per il proprio lavoro, l’altruismo, il coraggio di mettersi continuamente in discussione, il legame indissolubile con ospiti e familiari. Abbiamo attraversato momenti difficili, sto parlando degli anni che il Covid, che ci ha segnato per sempre. Non abbiamo mai mollato, non abbiamo mai abbandonato i nostri ospiti e i loro familiari. Sì, quello è stato un periodo in cui il personale scarseggiava, ma non abbiamo mollato, non tornavamo a casa, facevamo turni estenuanti. Sì, eravamo stanchi, ma la stanchezza spariva quando incrociavamo il sorriso di un nostro ospite.

Sì, signor S., Lei è stato in una camera doppia con una signora. Mi preme in primis dare un senso alla sua collocazione. Al primo piano sono presenti 10 camere singole e una doppia dedicate ai gravi/gravissimi disabili. Sono nostri ospiti da anni, compresa la signora in camera doppia. L’unico posto disponibile era quello che le è stato attribuito. Per i bagni impegniamo tutto il tempo che serve ai nostri ospiti, dedicando loro totale attenzione. I bagni hanno una programmazione, non vengono fatti a caso, ma soprattutto la programmazione serve per distribuire e utilizzare il tempo nel miglior modo possibile. Mi dispiace moltissimo leggere quello che scrive poiché non è pari al vero assolutamente. Lei scrive una frase che mi lascia esterrefatta: In cinque minuti lavati vestiti e messi in carrozzina”. La descrizione che lei fa della nostra struttura non è veritiera e realistica. Non ci rappresenta. Sull’igiene e sull’ordine delle camere non abbiamo mai avuto alcun genere di lamentela né da parte degli ospiti e né tantomeno da parte dei loro familiari.

Mi sento di affermare che la nostra struttura ha compiuto un grande processo di cambiamento e aggiornamento facendo esperienza di tempi passati.

Dott.ssa Anna Maria Carnuccio

Coordinatrice di Struttura

Residenza Sanitaria Assistenziale

COLLE CARDUCCI s.r.l. “CASTELLO”

L’intervento del direttore

Mi permetto una nota finale. Conosco S. da tempo, così come conosco i responsabili del “Castello” di Longiano e diversi dirigenti dell’Ausl Romagna. So per certo, per queste mie conoscenze, che tutti hanno a cuore il destino e il benessere delle persone affidate, così come S. ha a cuore il suo, in questa grave malattia che l’ha colpito, e quello della sua famiglia. So anche quanto S. sia grato a chi gli sta vicino tutti i giorni, familiari e quanti lo seguono da lungo tempo. E S. sa anche che la cura che riceve a casa, 24 ore su 24, non è ripetibile in nessuna altra struttura.

Ho preso alcune informazioni, in questi giorni, prima di pubblicare la lettera/denuncia di S. Ho pensato fosse giusto attendere la risposta del “Castello”. E così ho fatto. Aggiungo solo: ho saputo che il giorno seguente la segnalazione di S. all’Ausl, un’equipe dell’Azienda sanitaria stessa si è recata in struttura e ha incontrato i responsabili. Sono stati effettuati dei controlli e con la struttura del “Castello” sono “state identificate azioni di miglioramento”. Così mi è stato riferito.

Spero che questo schietto botta e risposta porti giovamento a tutti.

Francesco Zanotti

zanotti@corrierecesenate.it