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IN CORSIA

Clownterapia, un docufilm racconta la missione dei medici "dal naso rosso"

Il docufilm sarà trasmesso su Tv2000 il 7 dicembre alle 22,40

clownterapia

“Per fare ridere ci vuole coraggio”. Quando si parla di dottori con il naso rosso da clown si pensa ad Anas al-Basha, 24enne morto mentre faceva il clown ad Aleppo, nonostante le bombe e la distruzione che hanno fatto della Siria un cimitero a cielo aperto. Per fare ridere è necessario essere coraggiosi, la pensavano in questo modo anche quei dottori che nel 1986 a New York, nonostante la contrarietà di alcuni primari, entravano nei reparti pediatrici vestiti da pagliacci per alleviare le ansie dei piccoli pazienti. Proprio a loro ogni giorno si rivolgono i 15 clown dottori che tra Forlì e Cesena a coppie di due “irrompono” nei reparti del “Bufalini” e del “Morgagni” accompagnando i più piccoli – e non meno le loro famiglie – in un percorso alle volte troppo doloroso per la loro età. A seguito di circa diciotto anni di clownterapia in Emilia Romagna, l’Ausl ha deciso di fare un primo resoconto di questa realtà presentando al dipartimento di Psicologia di Cesena in anteprima nazionale il docufilm “Clown in corsia” prodotto da Metters Studio-Sonne film e che andrà in onda su Tv2000 (canale 28) venerdì 7 dicembre alle 22,40.

L’evento, che avrà inizio alle 14, sarà anche occasione per poter riflettere su questa realtà oggi sostenuta da donazioni ma non da un piano strutturato di finanziamenti. Il progetto è nato nel reparto di Pediatria di Cesena nel 2004, pur essendo stato sperimentato già dagli anni ’90. Nonostante sia attivo da anni, la figura del clown dottore non è ancora prevista dal sistema sanitario nazionale. “L'Emilia Romagna – ha detto Elisabetta Montesi, responsabile fundraising dell’Ausl – ci ragiona da tempo. Da anni è stata lanciata una raccolta fondi anche premiata nel 2010 dal Ministero della pubblica amministrazione come pratica innovativa”. Dal 2004 il progetto, che comprende la clownterapia e “Pediatria a misura di bambino”, ha raccolto circa 500 mila euro.

Al centro c’è l’umanizzazione della relazione tra il medico e il paziente. Spesso infatti in ospedale ci si dimentica di sorridere perché presi da tempi stretti e da situazioni non semplici da gestire. A questo punto arrivano i clown, che oltre ad essere volontari sono anche veri medici. Proprio sulla loro quotidianità si concentra il docufilm “Esperienze di clownterapia in Italia” diretto e co-prodotto da Matteo Medri e in gran parte raccontato da Alberto Dionigi, presidente uscente della federazione nazionale Clow dottori. “L'obiettivo – ha spiegato Dionigi presentando alla stampa il docufilm – è di far vedere che non siamo improvvisati ma che c'è una formazione rigorosa dal punto di vista teorico e pratico. Ben tre ricerche scientifiche valutano l'efficacia dei nostri clown dottori. La nostra missione è di portare una ventata di gioia all'interno del reparto”. Una missione condivisa da Davide Melandri, direttore del Centro grandi ustionati del “Bufalini” che punta sull’importanza della relazione nei confronti del paziente minore. “A volte – ha confessato – hanno tanta paura. Per questo le gag dei clown dottori riescono a rilassare i piccoli rendendo tutto meno difficile e trasformando l’ospedale in un luogo a misura di bambino”.

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