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Cultura

Ilario Fioravanti, un anno di celebrazioni sul territorio

Presentate le iniziative a cura della Diocesi e del Comune di Cesena, a dieci anni dalla morte e a cento dalla nascita dell'artista

foto: Sandra e Urbano (Cesena)

Il 29 gennaio 2012 moriva l’artista cesenate Ilario Fioravanti. Nell’anno che unisce il decimo anniversario dalla morte e il centenario dalla nascita, la Diocesi di Cesena-Sarsina e il Comune di Cesena, con la vedova Adele Briani e con la collaborazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, indicono un “Anno Ilariano”, che peraltro si è già aperto nel giorno anniversario della scomparsa, sabato 29 gennaio in Cattedrale, con una concelebrazione presieduta dal vescovo Douglas Regattieri.

La Diocesi dedicherà una monografia alla Porta bronzea della Cattedrale, felicemente inserita in un portale marmoreo trecentesco proveniente dalla distrutta abbazia benedettina di San Lorenzo fuori le mura, nei pressi del Savio, e qui collocato e adattato nel 1497. Il portale venne inaugurato dal vescovo Lino Garavaglia il 17 febbraio 2001 quale memoria del grande giubileo del 2000. L’opera - che si deve alla munificenza della Banca di Cesena - è una delle più significative dell’artista cesenate (si pensi al Compianto sul Cristo morto nel Museo d’Arte sacra di Longiano), oltremodo pensata, ‘sofferta’ e studiata, come manifesta la complessa narrazione articolata su tre registri: la lunetta con I patroni della Chiesa di Cesena-Sarsina, il registro mediano con Crocifissione di Gesù ed Evangelisti, quello inferiore con Incontro di Gesù con il Battista ed Episodi della vita del Battista.

Poi si procederà alla mappatura delle chiese progettate in Diocesi da Fioravanti (ben nove), di quelle da lui restaurate (due) e delle numerose opere d’arte variamente sparse (sculture, vetrate, mosaici, affreschi, ex voto). Sono naturalmente allo studio eventi espositivi. La celebrazione liturgica del 25 settembre, ricorrenza della nascita, marcherà la fase conclusiva delle iniziative.

L’Amministrazione comunale di Cesena, insieme alla vedova Adele e ai nipoti Luca Fioravanti e Diletta Tosi, al Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, all’ordine provinciale degli Architetti e ai Comuni di Savignano sul Rubicone, Longiano, Roncofreddo, Mercato Saraceno e Bagno di Romagna, danno avvio alla definizione dell’anno dedicato all’artista. A questo proposito, i diversi partner della programmazione hanno costituito una cabina di regia che coordinerà tutti i momenti pubblici.

Scultura, paesaggio e città. Fioravanti continua a vivere sul territorio grazie alla preziosa eredità artistica lasciata alla sua terra d’origine. Proprio a partire dalla poliedricità della sua arte che prenderà avvio, così come condiviso con l’assessorato regionale alla Cultura, il progetto di un museo diffuso sul territorio che vedrà nella Casa studio dell’Upupa, acquistata negli anni ’60 dal maestro per crearvi il rifugio per sé e per le sue opere, un saldo punto di partenza.

Ulteriore tassello di questa progettualità “in rete” è rappresentato dall’“Archivio Fioravanti”, la cui valorizzazione sarà curata dal nipote Luca in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e a cui seguirà una vera e propria mappatura delle opere presenti sul territorio dei sei comuni. L’archivio professionale prodotto da Ilario Fioravanti dalla metà degli anni Quaranta del Novecento è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante con provvedimento del Soprintendente archivistico per l’Emilia Romagna del 16 marzo 2001. Il fondo è costituito da elaborati grafici su carta da lucido e in copia eliografica, relazioni tecniche e illustrative, preventivi, corrispondenza, appunti, fotografie e altra documentazione di progetto prodotta da Ilario Fioravanti nel corso della propria attività professionale, che va dalla metà degli anni ‘40 del Novecento fino al 2011. Dal 1990 la documentazione è prodotta, oltre che da Ilario Fioravanti, anche dall’architetto Luca Fioravanti, nipote dell’artista.

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foto: Sandra e Urbano (Cesena)

foto: Sandra e Urbano (Cesena)

L’“Anno Ilariano” è stato presentato questa mattina in Episcopio da monsignor Douglas Regattieri, vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina, monsignor Walter Amaducci, vicario episcopale per la pastorale, Marino Mengozzi, direttore dell’Ufficio diocesano di arte sacra, Enzo Lattuca, sindaco di Cesena, Carlo Verona, assessore alla Cultura, e Adele Briani, vedova di Ilario Fioravanti.

Al grande artista dedicheremo il primo piano del Corriere Cesenate cartaceo in uscita giovedì 3 febbraio.

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Chi era Ilario Fioravanti?

Ilario Fioravanti è nato a Cesena il 25 settembre 1922. Fin da giovanissimo, prima con il disegno poi attraverso l’incisione e la scultura, si avvicina alle arti figurative. Nel 1949 si laurea in Architettura a Firenze. Solo negli anni Sessanta, Fioravanti ritorna alla scultura, realizzando una serie di ritratti. Nel 1966, anno in cui tiene la sua prima Personale a Cesena, comincia a esporre le proprie opere con assiduità. Negli anni Settanta-Ottanta, approfondisce e interpreta le espressioni artistiche che diventeranno la sua cifra più originale. Guarda con molto interesse l’arte egizia, le terrecotte della civiltà mesoamericana, le sculture nuragiche, l’arte etrusca e quella africana, nella quale sostiene di trovare l’uomo e non il gigante. Il 1988 è l’anno della sua seconda personale nella Galleria Comunale d’Arte a Cesena. Nel 1990 lo troviamo a Milano, presso la Compagnia del Disegno per un’altra personale, significativo frutto e punto di arrivo della grande amicizia con Giovanni Testori. Nel 1995 Fioravanti è all’interno della Collettiva Il Po del Novecento: arte, cinema, letteratura di Mesola. Il 26 ottobre 1996, all’età di 74 anni, sposa Adele Briani.

Nel 1996 inizia la sua collaborazione con la Fondazione “Tito Balestra” di Longiano, dove torna nel 2002, con 80 incisioni, che donerà al museo. Nel 1997 è chiamato da Tonino Guerra in una antologica a Pennabilli. Su richiesta dell’amico, realizza nel mese di maggio, la Via Crucis dei Pagliacci: La Croce e il Circo. Sogno di un saltimbanco riminese. Nel 1998 Fioravanti è presente nella Collettiva Otto scultori contemporanei a Migliarino. Nel 1999 allestisce una Personale a Massa Lombarda e realizza il portone in bronzo perla Cattedrale di Cesena. Nel 2000 e 2001 espone a San Marino e a Rovigo, mentre nel2002 a Piacenza, partecipa a “Surrealismo padano: da De Chirico a Foppiani. 1915-1986”. Nello stesso anno Vittorio Sgarbi cura due importanti esposizioni delle sue Terrecotte policrome a Spoleto e a Potenza. Sempre nel 2002, l’artista cesenate approda a Roma, nella Galleria d’Arte di Via Giulia. Il 2003 è l’anno della realizzazione dei 15 ex voto, richiesti dall’amico Tonino Guerra per la mostra Suggerimenti da lui ideata e curata per il Comune di Cervia. Nel medesimo 2003 partecipa alle mostre “La ricerca dell’identità. Da Tiziano a De Chirico” (Cagliari); “La ricerca dell’identità. Da Antonello a De Chirico” (Palermo), espone presso il Palazzo Ducale di Pesaro ed è presente con le opere Testa del Battista, Amleto e La Fatalona alla mostra “Giovanni Testori” presso il Palazzo Reale di Milano. Una mostra dedicata al Compianto, allestita nel2004 a Bologna, sarà nel 2005 presente a Ferrara, Longiano ed Assisi. Nell’estate del 2006 il Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna accoglie la mostra “Il circo della vita”, mentre due esposizioni della mostra “Verbum caro factum est. Il prodigio di Betlemme” sono allestite a Bologna e a Faenza. Nel 2007 è a Budapest, a Bruxelles, in Lussemburgo e a Haifa.

Nel 2008 la Città di Cesena gli dedica una mostra personale al Palazzo del Ridotto e a Palazzo Romagnoli intitolata “Ilario Fioravanti. Il destino di un “Uomo” nell’Arte”. Nel 2009 espone 22 formelle in terracotta al Museo archeologico nazionale di Sarsina al quale sono state donate e dove attualmente sono in esposizione permanente. Nel medesimo anno Cesena e Sogliano al Rubicone ospitano due mostre dedicate ai “Luoghi dell’Anima”. Nel 2010 viene pubblicato Le mani nella creta. I mondi di Ilario Fioravanti, primo frutto editoriale dell’amicizia iniziata nel maggio 2009 con Vittorino Andreoli. Ad esso farà seguito, Puntasecca, Ilario Fioravanti e la grafica dei sentimenti nel 2013. Nel 2011 sono collocate due sue statue in bronzo nel nuovo cimitero urbano di Cesena e, assieme ad altri artisti emiliano-romagnoli, ha esposto alcune sue opere alla 54ª esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia. Spentosi nella sua casa di Savignano sul Rubicone il 29 gennaio 2012, i suoi funerali sono stati celebrati nella Cattedrale di Cesena il 1° febbraio, in mezzo al "Nevone".

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