Cesena
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Giovani e scuola 

Irrobustire gli adulti per aiutare i giovani

Sono 37 i docenti della scuole di Cesena che partecipano al corso Dbt per le scuole, per affrontare e superare il disagio adolescenziale 

Nella fotografia, i partecipanti alla presentazione stampa

Attacchi di panico, disordine alimentare, autolesionismo, ritiro sociale. Sono in aumento sul territorio, come in tutto il Paese, i segnali del disagio degli adolescenti e dei preadolescenti.

Nasce dalla presa d’atto del crescente malessere dei giovani, specialmente dei più fragili, il progetto Dbt per le scuole, partito a Cesena all’inizio di ottobre. Un corso di formazione destinato agli adulti, per fornire loro alcuni strumenti in più. Alla proposta hanno aderito 37 docenti degli istituiti cesenati: il liceo scientifico “Righi” che ha anche messo a disposizione i locali dove si svolge il corso, il liceo linguistico “Alpi”, i liceo “Monti”,  il professionale Versari-Macrelli,  e i tecnici “Serra”, “Garibaldi-Da Vinci” e “Pascal Comandini”.

I prof frequenteranno in tutto 26 ore di formazione a cadenza settimanale, per acquisire competenze utili a favorire lo sviluppo della personalità, ad aiutare la regolazione delle emozioni, ad attivare tecniche preventive rispetto a eventi psicosociali stressanti e a sviluppare importanti relazioni intime, familiari, tra pari e a scuola, applicando le tecniche della Terapia dialettico comportamentale.

“Le patologie della salute mentale hanno radici nell’infanzia e all’adolescenza" ha spiegato Michele Sanza, direttore dell’Unità operativa Dipendenze Patologiche di Cesena, Asl della Romagna che partecipa al progetto -. L’autolesionismo è il primo segnale del disagio mentale dell’età evolutiva, la seconda causa di morte sotto i 25 anni è il suicidio – ha detto il dotto Sanza -. Le dipendenze psicologiche iniziano presto ed evolvono nella formazione di soggetti deboli. Con questo corso diamo agli insegnanti degli strumenti per applicare risposte immediate e pratiche”.

 

L’iniziativa è stata presentata stamane alla stampa, presenti Carmelina Labruzzo, assessore ai Servizi per le persone e le famiglie, Teresa Benini, responsabile del Centro documentazione Educativa Gianfranco Zavalloni, Michele Sanza, membro del direttivo della Società italiana di Terapia dialettico comportamentale, Monica Esposito,  dirigente del Comune di Cesena per il settore Scuola, sport e partecipazione, Gianluca Farfaneti, dirigente psicologo psicoterapeuta socio della Società italiana di Terapia dialettico comportamentale, Giovanni Gavi e Barbara Mazzarella, psicologi Asp  Cesena-Valle Savio, formatore nel prpgetto Dbt nelle scuole, Lorenza Prati, dirigente scolastico del Liceo scientifico Augusto Righi e Cinzia Pieri, responsabile Servizi Immigrazione e marginalità dell’Asp Cesena-Valle Savio.

Nozioni di mindfulness, tolleranza della sofferenza, regolazione emotiva ed efficacia interpersonale saranno i temi del corso che i docenti, ha spiegato la preside Lorenza Prati, hanno accolto con grande interesse. “I segnali che ci mandano i ragazzi sono aumentati – ha detto la dirigente –. Pensiamo, per esempio, al forte impatto che hanno dovuto affrontare sia i ragazzi di terza, che tornano in classe quest’anno dopo due anni di dad, per prendere un ritmo che di fatto non avevano conosciuto, provenendo dalle medie, e a quelli di prima che fanno un salto importante dalla primaria alla secondaria, dopo aver affrontato a loro volta il lock down”.

Il progetto è il risultato della messa in rete di molte competenze, su iniziativa del Centro di documentazione educativa del Comune di Cesena, in collaborazione con il team Dbt attivo presso l’Unità operativa dipendenze patologiche di Cesena, dell’Asl Romagna e con l’Asp Cesena-Valle Savio. Il lavoro dei formatori,  Giovanni Gavi e Barbara Mazzarella, psicologi selezionati dal’Asp Cesena-Valle Savio, sarà supervisionato dal team Dbt dell’Unità operativa Dipendenze Patologiche dell’Asl della Romagna, sede di Cesena, formato da Michele Sanza, psichiatra e psicoterapeuta, e Gianluca Farfaneti, piscologo e psicoterapeuta, che ha contribuito alla progettazione dell’intervento e sarà parte attiva del follow up.

“Sappiamo del momento difficilissimo che stanno vivendo gli adolescenti – ha detto l’assessore Carmelina Labruzzo – dalla scuola sono arrivati in questi mesi gli allarmi per i  sempre crescenti segnali di ansia, panico, ritiro sociale, più i sommersi e i non detti, perchè spesso i giovani non dicono per proteggere gli adulti fragili che hanno vicino a loro. Allora ci siamo detti, irrobustiamo gli adulti, rafforziamo la loro competenza, e la ricaduta sarà a pioggia”.

I giovani hanno pagato caro il prezzo del lockdown, cosa li aspetta in futuro?
“Non voglio né posso criticare la politica del lock down perché la pandemia non ha dato scelta -  ha detto il dottor Sanza – certamente è stata una causa importante del disagio adolescenziale. Avendo privato i ragazzi della socializzazione, si è creato un vulnus nella progressione degli eventi necessari all’evoluzione della persona. Non tutti hanno pagato lo stesso prezzo. Gli effetti collaterali del lockdown e della dad sono certamente i più importanti e non sono stati probabilmente abbastanza segnalati. Non c’è stata la preoccupazione che ci doveva essere, bisognava avere più attenzione. Si è pensato che la dad fosse una risposta, gli adolescenti sono stati trasparenti”.

“Il mondo della scuola – ha quindi precisato Lorenza Prati - si è adattato, pochissimi insegnanti preferiscono lo schermo alla didattica in presenza e il disagio sotterraneo e crescente è tuttora sotto i nostri occhi. Davanti vedo due impegni principali, il primo la seminazione dei frutti di questa iniziativa che i docenti poi passeranno anche altri colleghi e il secondo è l’alleanza con le famiglie, ne sentiamo il bisogno per affrontare le difficoltà”.

Secondo i dati non solo regionali ma nazionali, ha quindi concluso il dottor Sanza, i ricoveri nella Neuropsichiatria infantile sono aumentati durante il periodo pandemico, e il servizio ambulatoriale è arrivato a saturazione, in alcuni casi anche con difficoltà di accesso. Il pronto soccorso pediatrico ha visto aumentare gli accessi, soprattutto per casi di autolesionismo.

Campanelli che suonavano anche prima della pandemia senza che gli adulti abbiano saputo dare, forse, l’attenzione che serviva. Qualcuno che se n’è accorto sta dando loro la voce.

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