Cesena
stampa

studenti protagonisti

"La fantasia non va in quarantena: ogni giorno una storia". La nascita degli incubi

Fiabe e favole a cura degli alunni della classe 1as del Liceo "Monti". Oggi è la volta di Giada Venturi

"La fantasia non va in quarantena: ogni giorno una storia". La nascita degli incubi

Penultimo appuntamento oggi con una favola di adolescenti. Siamo alla nona puntata. Questi testi sono stati scritti in questo periodo di quarantena dagli studenti della classe 1as del liceo "Monti", coordinati dalla professoressa Alessandra Tesei.

La storia di oggi, dal titolo "La nascita degli incubi", è di Giada Venturi.

C'era un tempo in cui ancora le stagioni non esistevano, un tempo in cui l’uomo non aveva ancora navigato il mare, un tempo in cui ancora non esistevano i sogni.

In quel tempo vennero creati due bambini, nelle cui vene scorreva al posto del sangue l’oro. Nei loro occhi era racchiusa la luce dell’argento. La loro pelle era scura come la terra e i loro capelli erano neri come la più profonda e buia delle caverne.

Erano stati generati proprio lì, dalla Grande Madre.

Lei era così potente da aver creato tutto, dal cielo alla Fossa dei morti, dove scorreva impetuoso il fiume del Destino, nelle cui acque venivano traghettate le anime dei defunti.

Questi due bambini si chiamavano Kurai e AKio.

Essendo immortali, a loro non mancava nulla. Avevano la protezione della Grande Madre. Potevano godere di tutti i frutti della terra, e tutti gli uomini li adoravano come divinità, ma nonostante tutto Kurai sentiva che gli mancava qualcosa. Infatti, pur essendo un dio, non era in grado di comprendere gli uomini.

Non riusciva a capire le loro emozioni o preoccupazioni. Non poteva capire perché essi avessero paura delle fiere o della morte. Lui era un dio, non aveva paura. Quindi un desiderio si accese in Kurai, quello di capire la mente umana, e per farlo doveva trovarsi faccia a faccia con la più primitiva della emozioni, la paura. Doveva vedere il terrore dipinto sul volto di un mortale.

Così Kurai volò nella casupola di un vecchio uomo ormai prossimo alla morte. Arrivato lì, siccome 

era un essere fatto di pura luce e di puro buio, nessuno era in grado di vederlo e quindi si pose 

sulla soglia della porta semiaperta della camera da letto e con voce talmente forte da far tremare

i muri, disse: “Vecchio, ascoltami. Colui che ti parla è il Triste Mietitore. La tua ora è giunta.

Ora alzati da quel letto e fatti vedere”.

Il povero vecchio, con le mani rugose tremanti, sgranò gli occhi, la sua bocca si contorse in una smorfia, le sue mani si congiunsero al petto e strinsero con forza la tunica, dalla sua bocca vennero fuori urla immonde e il suo corpo prese a dimenarsi sul letto, finché i suoi muscoli non si irrigidirono, gli occhi si svuotarono e dalla bocca non uscì più un rantolo.

Kurai, rimasto per tutto il tempo dietro la porta sgranò gli occhi: l’uomo era morto. Lui lo aveva ucciso prima del suo tempo. Allora la voce della Grande Madre risuonò per tutto il cielo: “Kurai, come hai osato fingerti la Morte? Guarda cosa è capitato per colpa del tuo malsano gesto.

Ma, sarai accontentato. D’ora in poi sei condannato a cibarti delle paure dei mortali, così che tu possa capirle. Saprai cosa procura angoscia al loro cuore e tu come loro soffrirai".

Così detto, la Grande Madre prese Kurai per un braccio e lo scaraventò giù nella Fossa dei morti. Tanto fu veloce il lancio che Kurai lasciò una scia di fuoco che segnò il cielo.

Mentre Kurai precipitava, Akio, che aveva sentito tutto, provava a salvarlo, ma fu tutto inutile. Kurai venne inghiottito dalla terra e Akio, che disperato rimase in cielo, pianse e le sue lacrime divennero stelle.

Intanto Kurai continuava a precipitare bruciando. La sua pelle divenne bianca, così pure i suoi capelli. I suoi denti si deformarono fino a diventare affiliati. I suoi occhi furono bruciati dal fuoco e divennero ciechi e bianchi. Infine anche le sue ali si bruciarono fino a ridursi solo ossa nere e consumate dal fuoco.

Ogni notte Kurai veniva attaccato dalla fame ed era costretto a risalire a mani nude le ripide pareti

della Fossa dei morti, per cibarsi delle paure dei mortali. Li immobilizzava e succhiava le loro angosce.

Quanto pativa Kurai nel vedere tutta quella sofferenza! Nulla però lo faceva stare peggio del non poter più vedere suo fratello.

Quanto ad Akio, che era rimasto solo, la Grande Madre gli affidò il compito di infondere gioia a coloro che non venivano visitati da Kurai.

Fu così che gli uomini conobbero sia gli incubi che i sogni.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
"La fantasia non va in quarantena: ogni giorno una storia". La nascita degli incubi
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento