Cesena
La panchina di Antonio è un incontro che già ha avuto il suo inizio. E ora continua
Andrea, il padre di Antonio, il 18enne che venerdì della scorsa settimana si è tolto la vita, è già in movimento. L’idea lanciata il giorno del funerale, tre giorni fa, dalla chiesa di San Domenico, gli frulla per la testa e gli toglie il sonno. E contagia gli amici più fidati, ma anche quelli nuovi, incontrati su una strada difficile da attraversare, ma alla quale Andrea e la sua famiglia non si vogliono sottrarre.
“La panchina di Antonio non è solo un luogo fisico. E’ prima di tutto un incontro. Ieri sono stati gli abbracci davanti alla stazione e domani saranno gli sguardi, il desiderio di incontrarsi e capirsi, tra generazioni. Di certo, non possiamo stare fermi senza fare nulla, prima che sia troppo tardi e che un altro Antonio non incontri quel viso amico e familiare che lo avrebbe potuto fare desistere dal suo tragico intento”.
Così domattina, vista la contemporanea sospensione dell’attività didattica per il Coronavirus, Andrea dà appuntamento agli amici e ai ragazzi al parco ippodromo nella zona dello skate park, “per guardarci e cercare di capirci”, aggiunge.
“Ora ho tutto il tempo, anche se non c’è più tempo, come dimostra il gesto della ragazzina di terza media che si è gettata dalla finestra, vittima di cyberbullismo – dice ancora Andrea -. Adesso ho tutto il tempo che voglio e desidero dedicarlo a questi giovani. Quel tempo che forse non ho saputo trovare con mio figlio, ora sarà per loro. Perchè può capitare a tutti, a mio figlio, al tuo, al suo. A tutti. E noi, se stiamo insieme, possiamo fare tanto per questi giovani troppo chini sui loro cellulari”.