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Biogas, legna, forse petrolio. La risposta svizzera al taglio del gas russo

Il Paese alpino cerca di correre ai ripari per evitare di restare senza energia. Dagli incentivi alle rinnovabili al possibile ritorno ai combustibili fossili. E si scommette sul biogas

Roma, 21 gennaio 2022: caro bollette, gas, luce, acqua – fornello gas cucina acceso, consumo, fiamma. Foto SIR/Marco Calvarese

La guerra in Ucraina e i tagli alle forniture di gas da parte della Russia arrivano fino in Svizzera e preoccupano autorità, cittadini, imprese. E si dà per certo un pesante aumento delle bollette, con rincari che – si teme – possano arrivare al 50%. Da qui una serie di idee, provvedimenti, progetti, che rimbalzano sui media elvetici. Ne dà particolare conto la televisione di Stato (proposta nelle lingue nazionali: tedesco, francese, italiano, romancio), con una lunga serie di servizi.

Incentivi per le rinnovabili. Le autorità di Berna pensano anzitutto a un maggior ricorso alle fonti rinnovabili, anche per tenere il passo con gli impegni ambientali che in Svizzera hanno ampio seguito. Ecco dunque la proposta di mettere a disposizione incentivi e agevolazioni per gli impianti eolici e geotermici. Aiuti che vengono estesi per la produzione idroelettrica e da biomassa. Sarà anche introdotto un bonus invernale per gli impianti fotovoltaici. Addirittura i contributi d’investimento degli impianti per la produzione di biogas che impiegano biomassa agricola saranno pari al 60% dei costi d’investimento. Fondi, tra il 20 e il 40% delle spese, anche per centrali elettriche a legna, forni per incenerimento di fanghi e per impianti a gas di discarica.

Una vera alternativa? Ma non c’è solo l’energia pulita. Secondo il settimanale “SonntagsZeitung”,il Dipartimento federale dell’ambiente e dell’energia starebbe infatti immaginando di far ricorso al petrolio per produrre elettricità. “Finora la Confederazione stava valutando soprattutto le centrali a gas come ultima ratio in caso di penuria energetica e solo a partire dal 2025. Ma visti i problemi di approvvigionamento di gas russo, il petrolio potrebbe diventare un’alternativa interessante”, commentano dalla tv svizzera di lingua italiana.

Petrolio: il no dei verdi. “Stiamo esaminando anche l’uso di centrali elettriche a olio combustibile per le emergenze estreme”, si legge sul “SonntagsZeitung”. Ma per costruire da zero una centrale occorrerebbe troppo tempo: così “una delle possibilità è trasformare una delle tre turbine della centrale a gas sperimentale di Birr, nel Cantone Argovia, di proprietà della società italiana Ansaldo”. Le turbine installate possono infatti funzionare non solo con il gas ma anche con il petrolio, sostiene il giornale. “Il grande svantaggio di una centrale a olio combustibile è che emette quantità maggiori di anidride carbonica rispetto a una centrale a gas”. L’opzione-petrolio causerebbe una levata di scudi di verdi e ambientalisti. Infatti la consigliera nazionale ecologista ginevrina Delphine Klopfenstein Broggini ha subito dichiarato la sua contrarietà: “Dobbiamo attuare la svolta energetica. C’è un potenziale enorme nel risparmio energetico e dobbiamo voltare definitivamente le spalle alle energie fossili”.

Tornano le stufe a legna. Nel frattempo la fantasia non manca agli svizzeri. Dilagano i sistemi di riscaldamento alternativi, in particolare quelli a legna e a pellet. Andreas Kehl, direttore di Energia Legno Svizzera, afferma ai microfoni della Rsi:“Nella prima metà del 2022 è stato installato l’80% in più di sistemi di riscaldamento a legna rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Curioso il parere degli spazzacamini: “La richiesta dei nostri servizi è aumentata notevolmente negli ultimi tempi”, fanno sapere dalla loro organizzazione nazionale.

Biogas nel serbatoio. Ugualmente fortunato il ramo del biogas. A Thayngen, nel Canton Sciaffusa, l’azienda agricola di Andrea Müller ne produce in quantità sufficiente per le proprie esigenze, e ha installato un distributore per il rifornimento delle auto. Il tutto partendo da letame (proveniente dal proprio allevamento bovino), rifiuti e scarti vegetali. “La trasformazione del materiale grezzo avviene sotto la superficie, dove i rifiuti vengono trasformati in elettricità e calore anche per centinaia di economie domestiche intorno alla fattoria”. Per Andrea Müller si tratta di un’ottima energia rinnovabile: “È un utilizzo logico. Anzi, mi chiedo fino a quando potremo ancora permetterci di non sfruttare queste materie”. Per costruire il distributore (usato persino dai camion della nettezza urbana) è stato investito mezzo milione di franchi. Ma a suo dire l’aspetto economico non è prevalente: “Indipendentemente da quello che succederà, noi avremo sempre il nostro carburante”.

Qualche consiglio pratico. La tv nazionale si fa carico di realizzare servizi sul risparmio energetico, con una serie di consigli pratici: spegnere le luci non necessarie, ricorrere alle lampadine led, utilizzare correttamene i grandi elettrodomestici, dalla lavastoviglie al climatizzatore, dal frigorifero all’asciugatrice .“La lavastoviglie va avviata soltanto quando è piena, ma senza sovraccaricarla. E si raccomanda di scegliere programmi a bassa temperatura o ecologici: durano di più ma rispettano l’ambiente e puliscono più a fondo”. Il congelatore andrebbe tenuto nella stanza più fresca, in quanto il consumo di elettricità dipende principalmente dalla temperatura dell’ambiente circostante… Insomma, pure la neutrale svizzera deve fare i conti con la guerra in Ucraina (proprio in questi giorni divampa una polemica contro il Dipartimento federale della difesa che intende acquistare dall’americana Lockheed nuovi caccia F-35 per l’aviazione militare). Il taglio delle forniture energetiche decise dal Cremlino impensierisce il Paese alpino, che, a suo modo, cerca di correre ai ripari.

Fonte: Sir
Biogas, legna, forse petrolio. La risposta svizzera al taglio del gas russo
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