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Economia: Istat, variazione nulla del Pil nel secondo trimestre 2019. “Prosegue fase di sostanziale ristagno

È quanto rende noto oggi l’Istat diffondendo i dati dei “Conti economici trimestrali” relativi a prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera per il II trimestre 2019.

Foto archivio Sir

“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma che nel secondo trimestre il Pil ha segnato una variazione congiunturale nulla, con una prosecuzione della fase di sostanziale ristagno dell’attività economica iniziata nel secondo trimestre 2018”.

È quanto rende noto oggi l’Istat diffondendo i dati dei “Conti economici trimestrali” relativi a prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera per il II trimestre 2019.

Nel secondo trimestre del 2019, spiega l’Istat, il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,1 per cento nei confronti del secondo trimestre del 2018. La variazione congiunturale del Pil diffusa in occasione della stima preliminare del 31 luglio 2019 era risultata anch’essa pari a zero; in quell’occasione la variazione tendenziale risultava nulla. Secondo i dati diffusi, la variazione acquisita per il 2019 è pari a zero.

“Rispetto al trimestre precedente – si legge in una nota –, tra i principali aggregati della domanda interna si registra una variazione nulla dei consumi finali nazionali e una crescita dell’1,9 per cento degli investimenti fissi lordi. Le esportazioni sono cresciute dell’1 per cento e le importazioni dell’1,1 per cento”.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito alla variazione del Pil per +0,3 punti percentuali, con apporti nulli sia dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp), sia della spesa delle Amministrazioni pubbliche (Ap) e di +0,3 punti degli investimenti fissi lordi. L’apporto della domanda estera netta è risultato anch’esso nullo. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,3 punti percentuali.

Dal lato dell’offerta di beni e servizi si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria, con diminuzioni, rispettivamente, dell’1,2 per cento e dello 0,4 per cento, mentre il valore aggiunto dei servizi è cresciuto dello 0,1 per cento.

Fonte: Sir
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