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Elezioni comunali 2018: avanza il centro-destra, M5S penalizzato, Pd ancora in crisi

Chiamati alle urne poco meno di 7 milioni di elettori: l'affluenza è stata del 61,2 per cento, contro il 67,2 della precedente consultazione.

elezioni

Nelle elezioni comunali di domenica affluenza ancora in calo: erano chiamati alle urne poco meno di 7 milioni di elettori, ma ai seggi è andato il 61,2 per cento degli aventi diritto, contro il 67,2 della precedente consultazione (i dati del Viminale non tengono conto della Sicilia che ha un conteggio autonomo). Come sempre accade nelle tornate amministrative, i fattori locali hanno una forte incidenza, così come il crescente fenomeno delle liste civiche. Ma è possibile anche tratteggiare un bilancio a livello nazionale, almeno a livello di tendenze, soprattutto se si valutano i risultati nei venti Comuni capoluogo di provincia.

Il dato più netto è l’avanzata del centro-destra, in cui però è decisamente la Lega a fare da traino rispetto a Forza Italia, in evidente difficoltà. Il M5S riesce ad andare al ballottaggio soltanto in due Comuni capoluogo. I cinquestelle sul piano locale sono sempre stati penalizzati rispetto al voto nazionale, ma adesso che sono al governo l’esito negativo acquista una rilevanza particolare. Il Pd e il centro-sinistra confermano la grave crisi complessiva, con sconfitte e risultati deludenti anche in zone di tradizionale radicamento, ma esprimono in alcuni casi una tenuta significativa.

Tra i Comuni capoluogo, in sei casi i sindaci sono stati eletti direttamente al primo turno, avendo ottenuto la maggioranza assoluta. Per il centro-destra Salvo Pogliese (Catania), Francesco Rucco (Vicenza), Mario Conte (Treviso), Cosimo Cannito (Barletta). Per il centro-sinistra Emilio Del Bono (Brescia) e Giacomo Tranchida (Trapani). In tre casi il candidato del centro-destra andrà al ballottaggio avendo superato il 40 per cento dei voti al primo turno, in due casi sarà il candidato del centro-sinistra ad affrontare il secondo turno, previsto il 24 giugno, nella medesima posizione di vantaggio.

Ad Ancona, unico Comune capoluogo di Regione interessato dalla tornata, andranno al ballottaggio Valeria Mancinelli del centro-sinistra (48 per cento) e Stefano Tombolini del centro-destra (28,4 per cento). Ad Avellino la competizione sarà tra Nello Pizza del centro-sinistra (42,9 per cento) e Vincenzo Ciampi del M5S (20,2 per cento). A Brindisi saranno in campo Roberto Cavalera del centro-destra (34,7 per cento) e Riccardo Rossi del centro-sinistra (23,5 per cento). A Imperia l’ex-ministro forzista Claudio Scajola (35,3 per cento), sostenuto da liste civiche, se la vedrà con Luca Lanteri del centro-destra (28,7 per cento). A Massa la sfida sarà tra Alessandro Volpi del centro-sinistra (33,9 per cento) e Francesco Persiani del centro-destra (28,2 per cento). A Messina, dove lo scrutinio è ancora in corso, si prefigura il ballottaggio tra Dino Bramanti del centro-destra (28,5 per cento) e Cateno De Luca (19,6 per cento), deputato regionale ex Udc appoggiato da liste civiche. A Pisa saranno in corsa per la carica di sindaco Michele Conti del centro-destra (33,4 per cento) e Andrea Serfogli del centro-sinistra (32,2 per cento), a Ragusa Antonio Tringali del M5S (22,7 per cento) e Peppe Cassì (20,8 per cento), sostenuto da Fratelli d’Italia e liste civiche.

A Siena si confronteranno Bruno Valentini del centro-sinistra (27,4 per cento) e Luigi De Mossi del centro-destra (24,2 per cento), mentre a Siracusa il candidato del centro-destra Paolo Reale (37,8 per cento) dovrà vedersela con Francesco Italia (18,4 per cento), appoggiato da liste civiche di centro-sinistra. La sfida tra centro-destra e centro-sinistra si ripresenterà a Sondrio, con Marco Scaramellini (46,8 per cento) e Nicola Giugni (36,1 per cento), e anche a Teramo, con Giandonato Morra (34,6 per cento) e Gianguido D’Alberto (21,1 per cento). A Terni, invece, il candidato del centro-destra Leonardo Latini (49,2 per cento) avrà come avversario Thomas De Luca del M5S (25 per cento). A Viterbo, infine, il 24 giugno saranno in lizza Giovanni Maria Arena del centro-destra (40,2 per cento) e Chiara Frontini sostenuta da liste civiche (17,5 per cento).

Da rilevare che a Roma si è votato anche per i presidenti di due Municipi, popolosi come città di media grandezza. In entrambi i casi il M5S (che nella Capitale esprime il sindaco, come tutti sanno) è rimasto fuori dai ballottaggi. Nell’VIII Municipio è stato eletto al primo turno il candidato del centro-sinistra, nel III centro-sinistra e centro-destra si sfideranno al secondo turno. Ma l’affluenza è stata bassissima, inferiore al 30 per cento.

Fonte: Sir
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