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Strage di Capaci: Paparcuri (testimone), “Falcone direbbe oggi di andare ‘avanti’, questa era la password del suo computer”

Ricorre oggi il 28° anniversario della strage di Capaci

Strage di Capaci: Paparcuri (testimone), “Falcone direbbe oggi di andare ‘avanti’, questa era la password del suo computer”

“La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto e indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità”.

Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel videomessaggio ai giovani delle scuole coinvolti nel progetto “La nave della legalità”, nel 28° anniversario della Strage di Capaci.

I due attentati di quel 1992 – ha ricordato il Capo dello Stato – segnarono il punto più alto della sfida della mafia nei confronti dello Stato e colpirono magistrati di grande prestigio e professionalità che, con coraggio e con determinazione, le avevano inferto durissimi colpi, svelandone organizzazione, legami, attività illecite”.

“I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società”, ha proseguito Mattarella, sottolineando come “nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.

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"È giusto andare a Capaci, all’albero Falcone, ma quelli sono luoghi di morte, questi servitori dello Stato bisogna ricordarli per quello che hanno fatto in vita”. Lo ha detto Giovanni Paparcuri, autista per diversi anni del magistrato Giovanni Falcone e custode del museo Falcone-Borsellino al primo piano del Palazzo di Giustizia di Palermo, intervenuto ieri sera nel capoluogo siciliano a un incontro dell’Azione Cattolica diocesana per commemorare le vittime della Stage di Capaci di cui ricorre oggi il 28° l’anniversario.

La password del computer del dottor Falcone, che conoscevo solo io, era ‘avanti’. Il messaggio è questo: andiamo avanti a ogni costo”, ha aggiunto. Paparcuri ha poi lanciato un messaggio, ricordando le vittime della strage: “Queste persone non sono ‘eroi’, perché, se le consideriamo tali, abbiamo l’alibi che quello che hanno fatto noi non possiamo farlo”.

Guardando alla situazione di oggi, Paparcuri spiega che “il problema della mafia oggi sta nella disonestà degli amministratori, che poi fanno i paladini dell’antimafia: salgono su un palco e parlano di onestà dietro un microfono, ma poi prendono le bustarelle o fanno le estorsioni dietro le quinte. Così la mafia non potrà essere mai sconfitta”. “Quando un mafioso vede che anche un amministratore pubblico ruba, capisce che ha terreno fertile”.

Infine, a proposito della fede di Falcone, noto come ateo, Paparcuri ha affermato che “a modo suo, secondo me, era anche credente”. “Ogni volta che mi doveva ringraziare per qualcosa diceva ‘U Signuri ciù paga’ (il Signore ti ricompensi, ndr)”.

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Fonte: Sir
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