Dalla Chiesa
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il santo di oggi

È il giorno degli Arcangeli

Gabriele, Michele e Raffaele

È il giorno degli Arcangeli

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo, il Signore Dio dell'universo… Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli.                                         (dall’inno  Te Deum). 

 

Oggi la Chiesa fa festa a tre dei suoi Arcangeli: Gabriele. Michele e Raffaele. Sicuramente ne abbiamo sentito parlare, in chiesa o al catechismo o ancora meglio i nonni ci hanno raccontato di questi tre personaggi “celesti”. Non parliamo di personaggi delle favole o racconti per bambini. I tre arcangeli, dal greco antico: archangelus composto da àrchein + àngelo, (comandante o capo della milizia celeste) la tradizione letterale che più conosciamo.

Nel nome ebraico dei tre santi arcangeli, è presente, come nella stragrande parte di nomi biblici, la radice El, propria del Dio biblico e dei nomi teoforici. Essendo l’ebraico scritto da destra a sinistra, tali fonemi pronunciati per ultimi risultavano i primi caratteri scritti del nome. Gli arcangeli, per Dionigi l’Areopagita, sono altissime gerarchie angeliche con compiti ben specifici, tra i quali servire Dio, contemplare il suo volto, cantarne le lodi, lottare contro Satana sino alla sconfitta finale e aiutare l’Uomo (maschio-femmina) recando messaggi divini e sconfiggere le suggestioni del Male, per ricondurlo dopo la morte terrena a Dio.

Facciamo chiarezza. Nell’ultima riforma del calendario liturgico ogni arcangelo veniva festeggiato singolarmente: Michele, il 29 settembre, Gabriele il 24 marzo e Raffaele il 24 ottobre. Nel messale romano tridentino, cioè dopo il Concilio di Trento, al termine della celebrazione della messa, il sacerdote recitava una preghiera all’arcangelo Michele chiedendo aiuto e protezione. L’arcangelo san Michele ha una forte devozione antica, così bene piantata nel cuore del popolo cristiano da costruirgli tre grossi centri di preghiera e supplica: Mont Saint Michel, una abbazia benedettina costruita su un isolotto, la Sacra di san Michele in Val di Susa, Piemonte e il santuario visitatissimo di san Michele al Gargano, in Puglia. Per non parlare della bellissima roccaforte costruita a Roma sul mausoleo di Adriano: Castel sant’Angelo, dove svetta in cima una gigantesca  statua che riproduce l’Arcangelo con la spada sguainata.. alcuni vorrebbero identificare Michele,  con l’angelo con la spada infuocata che sorveglia l’ingresso dell’Eden e da cui scaccia i Progenitori. (Gen 3, 22-24). Più sicuro sia lui a comandare l’esercito celeste e a sconfiggere gli angeli ribelli capeggiati da Lucifero (Ap 12, 7-8). Michele è stato scelto dalla Polizia di Stato, come suo patrono.

 

Se l’arcangelo Michele è rappresentato nell’iconografia in atto di sconfiggere il Diavolo, bardato di tutto punto come un valoroso soldato, Gabriele non sembra così tenerone ed efebo, tutt’altro. Verissimo che lo sentiamo parlare al futuro profeta Daniele (Dn 8, 15-17), viene enunciato nell’elenco dei sette arcangeli che stanno di fronte a Dio (libro apocrifo di Enoch); a Zaccaria annuncia la venuta di suo figlio Giovanni il Precursore (Lc 1, 5-25);  alla vergine Maria (Lc 1, 26-38) e probabilmente anche a Giuseppe, in sogno (Mt 1,18-25 e Mt 2, 13-23). Sarà sicuramente lui, sebbene le fonti non dicono il suo nome, l’arcangelo Gabriele a suonare la settima tromba “nel-giorno-del-Giudizio”(Ap 11, 15-19). C’è da sottolineare un particolare: i riferimenti a Gabriele sono sempre in qualità di angelo ossia “messaggero” e mai di arcangelo.  E’ lui, secondo riferimenti ebraici, dirigere la distruzione di Sodoma e Gomorra. Anche per i Mussulmani, Gabriele è l’angelo che rivelò il Corano a Maometto. Il nome di Gabriele in arabo è Jibril o Jabra. Patrono delle comunicazioni: radio, televisione e cinema. Oggi sarà il patrono dei social? Postini, ambasciatori e giornalai, nell’Esercito Italiano protegge in fanteria l’Arma delle Trasmissioni.

 

Per Raffaele invece il discorso è diverso. Nella iconografia appare spesso da solo o in compagnia di un ragazzo di nome Tobi, con in mano un pesce. Tutto è legato alla presenza di Raffaele nelle Sacre Scritture. Raffaele è l’arcangelo dell’amore sponsale e della salute. Sia per i cattolici che gli ortodossi, Raffaele è il patrono dei fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, oculisti, viandanti e profughi. Nella Bibbia, al libro di Tobi, l’arcangelo Raffaele appare a Tobi con il nome di Azaria. Questo libro è riconosciuto come canonico sia da cattolici che da ortodossi, mentre per ebrei e protestanti viene riconosciuto apocrifo, non ispirato. Tobia o Tobiolo si fa guidare e difendere da Raffaele, inviato da Dio per aiutarlo nel compito affidatogli dal padre oramai cieco di riscuotere un credito che questi aveva lasciato in una città della Media (antica parte al nord della Persia). Raffaele procura a Tobi, Sara, futura moglie e convoleranno a nozze dopo che costei verrà liberata dai tormenti del demonio e guarito dalla cecità il padre di Tobia. Solo al termine della missione, prima di lasciarli, per tornare al Cielo, egli si rivela veramente qual è: “uno dei sette spiriti che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” e incaricato di scrivere l’accaduto. (Tb 12, 15). A proposito dei sette spiriti, speculari agli arcangeli gli altri sono:

Uriel, Geudiel, Barachiel, e Sealtiel. Ecco il significato del loro nome.

 

Michele: da Mikha-El: “Chi è uguale a Dio?”

Gabriele: da Gavrì-El: “Dio è la fortezza”

Raffaele: da Rèphà-El, “Dio ha guarito”

Uriele: da Urì-El, “Dio fiamma d’Amore”

Barachiele: da Bàràki-El, “Dio è benedizione”

Geudiele: da Gheud-El, “La lode a Dio”

Sealtiele: da Sealt-El, “Dio fa sapere, comunica”

 

La diversità fra queste e altre proposte risalgono a tre fattori:

  • Variazioni ortografiche
  • Scelta di un diverso verbo ebraico per caratterizzare la loro funzione
  • Diversa elaborazione sul significato del loro nome in ebraico per ampliare la loro funzione;

 

In conclusione gli arcangeli sono i ministri di Dio e la scelta del loro nome sembra determinata da riflessioni teologiche su come Dio interviene nella storia umana.

 

Benedite il Signore, voi tutti suoi Angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti al suono della sua parola”. (Sal. 102,20)

 

 

 

 

 

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