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Cl, "la fede è un fatto, un avvenimento"

Collegate più di 300 città italiane, fra le quali Cesena. L'intervento è stato seguito dalla sala riunioni di Cesena Fiera. Presente in sala la locale comunità, assieme a monsignor Douglas Regattieri, vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina

Un momento della serata di ieri dal Teatro Dal Verme di Milano, in collegamento da tutta Italia e dall'estero

«Il senso religioso, o l’esperienza religiosa, è innanzitutto un fatto. Un fenomeno obiettivo, un fatto reale. Non è un’idea né un modo di sentire, ma il fatto più imponente e inestirpabile della storia dell’uomo.»

 

Con queste parole di don Luigi Giussani si è aperto ieri sera, martedì 2 maggio, l’incontro di presentazione della nuova edizione de “Il senso religioso”, ripubblicato da Rizzoli Bur con un intervento al testo del 1998 dell’allora arcivescovo Bergoglio come nuova prefazione – e della Scuola di comunità di Comunione e Liberazione.

 

La presentazione che si è tenuta al Teatro dal Verme di Milano è stata seguita in collegamento diretto da più di 300 città italiane e da una trentina di città europee – per le quali è stata disponibile una traduzione simultanea in diverse lingue. Fra le città italiane, Cesena ha seguito l’intervento con notevole partecipazione dalla sala riunioni di Cesena Fiera. Presente in sala numerosa (circa 300 le persone in sala) la comunità di Cl della cittadina romagnola, insieme a monsignor Douglas Regattieri, vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina.

 

Dopo una breve introduzione di Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Cl, Javier Prades, rettore dell’Università ecclesiastica “San Dámaso” di Madrid e professore ordinario di Teologia dogmatica, e la giornalista di Cnbc Italia Irene Elisei hanno dialogato sul testo di don Giussani, chiarendone il significato e risaltandone l’originalità e la sua «cogente attualità».

 

“Il senso religioso” è uno dei testi più studiati e tradotti del fondatore del movimento di Cl e rappresenta il primo di tre volumi che riassumono l’itinerario di pensiero e di fede dell’autore. La trilogia – completata da “All’origine della pretesa cristiana” e da “Perché la Chiesa” – ha l’obiettivo di definire un “PerCorso” – «un corso che va percorso» – verso la riscoperta di «un’esperienza di fede reale e concreta».

 

Come sottolineato da Javier Prades, ciò che emerge in modo predominante da questo primo passo del “PerCorso” è il tentativo di don Giussani di affrontare e capire la realtà, la vita e le interazioni di noi con noi stessi e gli altri tramite ciò che più ci contraddistingue come esseri umani, ossia la ragione. Questa «passione della ragionevolezza» non può che porci davanti a quelle domande esistenziali che indagano il mistero della vita e che, una volta affrontate tramite «criteri oggettivi che risiedono dentro di noi, dati, ma non sempre disponibili», portano, secondo l’autore, al senso religioso come risposta ultima.

 

È così che l’esperienza religiosa diventa un «fatto obiettivo e reale» e non semplicemente un’idea o un modo di sentire: essa diviene la risposta concreta alla domanda scomoda del dramma umano; alla domanda che emerge necessariamente a chiunque osi interrogare veramente la realtà e la propria esistenza nelle sue profondità più remote e significative. «Questa impostazione di metodo tramite la ragione – commenta Javier Prades – è forse uno degli elementi di originalità di don Giussani e prolunga nel nostro tempo una modalità di approccio a se stessi e al reale già presente in una lunga tradizione cattolica che va da Agostino, passa da Tommaso e arriva fino a Newman.»

 

La ragionevolezza del senso religioso – sottolinea ancora Prades – è anche ciò che rende attuale la proposta del testo. «Come dice papa Francesco, siamo di fronte a un “cambiamento d’epoca”, a dei cambiamenti molto profondi della nostra società, una sorta di rivoluzione antropologica. Questo può portare a uno squilibrio tra le nostre capacità tecniche e le nostre forze morali. Lo smarrirsi delle nostre risorse morali corrisponde alla perdita dell’Io, allo smarrirsi del soggetto e quindi alla perdita della relazione dell’Io con la realtà e con tutti gli altri soggetti che la compongono.»

 

Diventa allora fondamentale «prendere coscienza di sé e del proprio io» tramite l’indagine che, secondo don Giussani, porta dalla ragione al senso religioso: «cuore dell’uomo, sede di verità e felicità che si rivolge al bene ultimo al significato totale che eccede la nostra possibilità d’immaginazione e di definizione e che pure è la ragione di tutto l’agire ed è, nel significato religioso, il vertice della ragione e la coscienza della realtà secondo la totalità dei suoi fattori.»

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