emergenza sanitaria e fede
Coronavirus. Domenica delle Palme. La Messa del vescovo Douglas in Cattedrale: "Perché Signore, questa pandemia?"
E' stata trasmessa in diretta sulla pagina Facebook del nostro giornale, senza partecipazione di popolo
Messa senza partecipazione di popolo anche quest'oggi in Cattedrale a Cesena come nelle chiese di tutta Italia a causa del Coronavirus.
Nella solennità della Domenica delle palme, la Chiesa nel mondo riascolta il racconto della passione di Cristo, quest'anno secondo il racconto proposto dall'evangelista Matteo.
La celebrazione eucaristica è trasmessa in diretta sulla pagina Facebook del nostro giornale.
Con il vescovo concelebrano il parroco della Cattedrale don Giordano Amati e il parroco di Santo Stefano don Alessandro Forte. Sull'altare anche i diaconi Luciano Veneri e Valder Gimelli. Per il servizio liturgico ci sono don Marco Muratori e don Simone Farina. In chieda le suore che convivono on episcopio con monsignor Regattieri e i membri della famiglia che abita nell'appartamento accanto al vescovo.
Nell'omelia il ha detto che ci aspetta davvero una Pasqua singolare quest'anno, con le "chiese vuote e ciascuno a casa propria, in un contesto che interpella le nostre coscienze di cristiani".
La Settimana Santa non elimina i tanti perché di questi giorni - ha aggiunto il vescovo -. Perché Signore, questa pandemia? Perché proprio a noi questo castigo? Ma la risposta c'è: questo è un tempo favorevole. Lo dico con la testa e la mente, con la fede nel Signore risorto. Anche se ripeto, perchè Signore? Con le parole del salmo ripetiamo: tu, Signore, ci hai abbattuti, avvolti di ombre tenebrose. Perché dormi, Signore? Sorgi, vieni in nostro aiuto".
"La fede dà le risposte ai nostri perché - ha proseguito monsignor Regattieri -. Cristo risorto è la luce che splende sul mondo e su ogni uomo. Infatti la Settimana Santa di passione, come lo è per noi particolarmente quest'anno, si conclude a Pasqua. Cristo è risorto per me. E' Lui colui che cerco, come diceva sant'Ignazio di Antiochia".
"Lui ha cercato noi per primi - ha detto ancora il vescovo -. Ci è venuto a salvare. Allora ricordo un gesto che prendo dalla liturgia delle ore. Corriamo insieme anche noi verso Colui che si affretta verso la passione e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Facciamo anche noi lo stesso gesto: andiamogli incontro stendendo noi stessi. Umilmente innanzi a Cristo portiamo noi stessi piuttosto che i rami inanimati, ma rivestiti della sua Grazia".
"Prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese - ha concluso il vescovo Douglas - accogliendo nella nostra vita il Signore. Non sia il virus a distenderci, ma la forza della sua Grazia e la potenza del suo Amore".
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