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Gemellaggio Caritas Emilia-Romagna con Caritas Bosnia

Kristina ed Ena, due giovani volontarie bosniache, sono state in Diocesi

Kristina ed Ena, al centro fra i volontari Caritas diocesani

Lo scorso aprile una delegazione di Caritas Emilia-Romagna, composta da referenti del coordinamento immigrazione provenienti dalle diocesi di Rimini, Cesena-Sarsina, Modena, Carpi, Fidenza e Piacenza ha visitato la Bosnia per stringere un legame ancora più profondo con questa terra e per toccare con mano le opere che sono state messe in cantiere per rendere più umana e dignitosa l’accoglienza e il passaggio delle migliaia di migranti che percorrono questa rotta balcanica che attraverso la Bosnia conduce ai confini della Ue.

La Caritas Emilia-Romagna nel periodo più emergenziale con una sottoscrizione ha contribuito all’acquisto di una autocisterna per il trasporto dell’acqua dalla città di Bihac al campo rifugiati di Lipa. Proprio in questa città, posta sul confine con la Croazia, incontrammo Kristina ed Ena, due giovanissime operatrici Caritas, attive nell’unica parrocchia cattolica della città, che in pratica è un’enclave mussulmana.

Da quest’incontro, stimolati dal delegato Caritas Italiana residente a Sarajevo, è nato il progetto di uno scambio di esperienze anche per queste due ragazze all’interno delle Caritas della nostra regione. Lunedì 5 settembre Kristina ed Ena sono arrivate a Cesena per questo scambio culturale e così ampliare il proprio bagaglio di conoscenze di attività rivolte ai bisognosi.

Ospitate prima a Cesenatico e poi a Casa Betania-Osservanza, la loro visita in diocesi è iniziata incontrando gli operatori delle Caritas parrocchiali di Cesenatico, Sant’Egidio, Martorano ed è proseguita con gli ospiti delle case di accoglienza di Sant'Anna, San Giuseppe, Emanuel, con l’incontro della San Vincenzo-Osservanza e si è conclusa negli uffici della sede Caritas di Cesena con due giorni di presentazione da parte dei vari referenti di settore delle attività svolte.

Le due ragazze, con un video, hanno illustrato la rotta balcanica, i campi profughi esistenti e soprattutto le svariate attività che svolgono con Caritas Bihac a favore dei migranti ma anche a sostegno dei residenti più poveri. Hanno parlato delle loro difficoltà a reperire fondi e derrate alimentari, ma il problema più grande resta la mancanza di volontari, la disponibilità a servizi gratuiti non trova molti spazi nella cultura bosniaca. E su questo punto sono rimaste profondamente colpite invece dalla presenza di così tanti volontari nelle attività delle nostre Caritas. 

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