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2022

La Messa di Pasqua in Cattedrale. Il vescovo Douglas: "Abbiamo sperperato il dono della pace"

Incarnazione e redenzione: due atti divini e salvifici di uno stesso mistero d’amore, di liberazione e di salvezza 

"Risurrezione" di Daniele Minotti

Oggi con inizio alle 18 in Cattedrale il vescovo Douglas ha presieduto la Messa solenne per la festa di Pasqua. 

Di seguito pubblichiamo il testo integrale dell'omelia. Inevitabile un accenno alla guerra in Ucraina e alla mancanza della pace, così vicino a noi, nel cuore dell'Europa.

Con il racconto appena ascoltato (Cfr Gv 20, 1-12), il cerchio si chiude. La storia era in iniziata in una notte di cielo stellato nelle campagne di un piccolo villaggio vicino a Gerusalemme, in un capanno, luogo di rifugio dei pastori e di raccolta dei loro poveri attrezzi di lavoro; qui una giovane donna, perché non c’era posto per loro in albergo aveva partorito il suo primogenito, avvolta dall’amore coniugale di Giuseppe, col solo calore del fiato di  animali. La vicenda si conclude, sempre fuori della città di Gerusalemme, in un giardino. Là, a Betlemme, si assiste attoniti e stupiti al mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio; qui, alla sua risurrezione e quindi alla redenzione dell’umanità. Cche si estende all’umanità di quel tempo e di ogni tempo. Ma le circostanze entro cui si svolgono questi due eventi, seppure distanti tra loro nel tempo, sono le medesime.

 

Le fasce

Anzitutto le fasce: a Betlemme la Vergine depone il suo primogenito avvolto in fasce in una mangiatoia (Cfr Lc 2, 7). Qui, nel giardino a Gerusalemme, il corpo di Gesù viene alla bene meglio avvolto in un lenzuolo e deposto in un sepolcro (Cfr Lc 23, 53). Videro  “i teli posati là”…  e il sudario  “non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte” (Gv 20, 6-7).

Face là, fasce qui: testimoni dell’umanità glorificata di Cristo.

 

Gli angeli

Poi gli angeli. A Betlemme, sulla grotta cantano la gloria di Dio (Cfr Lc 2, 14). Qui nel sepolcro appaiono – lo riferiscono i sinottici -  angeli che annunciano alle donne che Lui è risorto (Cfr Lc 24, 4).

 

Gli unguenti

Ancora: gli unguenti. A Betlemme, nella casa, giungono i magi dall’Oriente e offrono al Bambino oro incenso e mirra (Cfr LMt 2, 11). Qui Maddalena e le donne vanno al mattino presto con gli unguenti a ungere il corpo di Gesù (Cfr Lc 24, 1). Gli unguenti, prezioso, dono d’amore delle donne per Gesù: fu così anche in caca di Simone il fariseo, da parte della donna di strada (Cfr Lc 7, 36-50); fu così anche in casa dei fratelli Maria, Marta e Lazzaro (Cfr Gv 12, 1-8).

 

La pace

Infine, la pace. il canto e l’annuncio della pace: a Betlemme sulla bocca degli angeli: Gloria a Dio; qui a Gerusalemme, per bocca dello stesso Cristo risorto annunciata e donata agli apostoli e al mondo intero:  “Pace a voi” (Gv 20, 19).

Sono passati 2000 anni. Nonostante la venuta di Cristo siamo ancora qui a gioire per l’annuncio della pace, ma al tempo stesso a soffrire per la mancanza in tante parti del mondo; specialmente in Ucraina. Pur donata dal Risorto, ne sentiamo la mancanza perché noi l’abbiamo distrutta, il dono l’abbiamo sperperato, la grazia l’abbiamo deturpata. Con vergogna ancora oggi riascoltiamo l’amara considerazione del poeta Quasimodo: è per tutti noi monito e motivo di profondo esame di coscienza:

 

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

con le ali maligne, le meridiane di morte,

t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

Quando il fratello disse all’altro fratello:

“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

Salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

 

Signore Risorto, abbi pietà di noi. Abbiamo tradito il messaggio che ci hai consegnato da portare al mondo. Anzi, abbiamo tradito Te, nostra pace: perdona e abbi misericordia.

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