Diocesi
stampa

i riti della settimana santa

La Messa in Coena domini. Il vescovo Douglas: "Due gesti di Gesù, un solo messaggio: dare la vita"

Durante il rito, monsignor Regattieri ha ripetuto il gesto di Gesù agli apostoli, lavando i piedi a 12 bambini/ragazzi. "Non c'è Eucaristia senza sacerdozio - ha aggiunto il presule - e viceversa il sacerdote è per l'Eucaristia"

Nella foto di Pier Giorgio Marini, la lavanda dei piedi durante la Messa in Coena domini di questa sera in Cattedrale a Cesena

Il vescovo Douglas ha presieduto la Messa in Coena domini, questa sera in Cattedrale, con inizio alle 18.

Durante il rito, ha provveduto alla lavanda dei piedi, ricordando il gesto compiuto da Gesù nel cenacolo con gli apostoli.

Di seguito il testo integrale dell'omelia.

È stata, quella di Gesù coi suoi discepoli nella stanza superiore a Gerusalemme, una cena indimenticabile, per via di due gesti. Il primo: spezzare il pane e distribuirlo; prendere il calice del vino e farlo passare tra i discepoli; gesto accompagnato dalle parole: questo è il mio corpo dato, questo è il mio sangue versato (Cfr Lc 22, 14-20). Il secondo gesto: alzarsi, deporre le vesti, prendere un asciugatoio, cingerselo alla vita e lavare i piedi dei suoi apostoli, come fa un servo; il tutto accompagnato dalle parole: come ho fatto io così fate anche voi (Cfr Gv 13, 15). Due gesti, ma un solo messaggio: dare la vita.

Gesù aveva fatto altre cene e altri pranzi, durante i quali aveva detto e fatto cose davvero nuove e rivoluzionarie. Pensiamo alla festa di nozze di Cana (Cfr Gv 2, 1-11); alla cena in casa di Simone, quando si lascia lavare i piedi da una prostituta; alla cena preparata da Marta; al pranzo sontuoso predisposto da un ex pubblicano diventato poi discepolo, chiamato prima Levi, poi Matteo (Cfr Mt 9, 9-10); pensiamo alla cena di Emmaus (Cfr Lc 24, 13-35),  all’improvvisato pranzo sulla spiaggia  del lago, con solo del pesce sul fuoco da Lui stesso preparato e attorno  la quale Gesù invita i discepoli attoniti e increduli a sedersi (Cfr Gv 21, 1-14). Pranzi e cene di vita ordinaria ma occasioni di parole e di gesti straordinari. Ma questa del cenacolo, è davvero una cena speciale. Per il contesto, quello pasquale ebraico e per le cose nuove che Gesù fa: “L’Ultima Cena – disse un giorno Benedetto XVI in un’udienza generale - si inserisce in questo contesto, ma con una novità di fondo. Gesù guarda alla sua Passione, Morte e Risurrezione, essendone pienamente consapevole. Egli vuole vivere questa Cena con i suoi discepoli, con un carattere del tutto speciale e diverso dagli altri conviti; è la sua Cena, nella quale dona Qualcosa di totalmente nuovo: Se stesso. In questo modo, Gesù celebra la sua Pasqua, anticipa la sua Croce e la sua Risurrezione” (Benedetto XVI, Udienza generale, 11 gennaio 2012).

Siamo grati al Signore per questo dono; è il dono più prezioso che la Chiesa ha ricevuto dal cuore del suo Maestro e lo vuole conservare. Insieme a questo anche il dono del sacerdozio. Perché dicendo ai suoi discepoli  “Fate questo in memoria di me”, Egli ha istituito anche il sacerdozio ministeriale. Lo vogliamo ricordare stasera: non c’è Eucaristia, infatti, senza sacerdozio e viceversa, il sacerdote è per l’Eucaristia. Il Concilio Vaticano II lo ha ribadito: è il sacerdote che "compie il sacrificio eucaristico in persona di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo" (Lumen gentium, 10). Il suo principale compito è la celebrazione dell’Eucaristia. Lo stiamo comprendendo sempre di più ora, in questo tempo in cui  registriamo un calo numerico di sacerdoti e cogliamo dalle comunità l’accorato desiderio che non manchi a loro la celebrazione eucaristica domenicale. Preghiamo, fratelli carissimi, in questo giorno speciale, perché cresca nella Chiesa la consapevolezza del dono prezioso dell’Eucaristia e al tempo stesso del sacerdozio ministeriale. 

 

2. Il dono di sé

Sia il gesto del pane distribuito e del calice del vino fatto passare tra i discepoli, accompagnato dalle parole “Questo è il mio corpo dato per voi” (Lc 22, 19) e “Questo è il mio sangue versato per molti” (Mc 14, 23) sia la lavanda dei piedi hanno il medesimo significato: Il dono di sé. Cristo si dona a noi, si offre in sacrificio per noi, si china per servirci. Sono gesti di apertura, di espropriazione, di svuotamento di sé… di amore per noi. Vado in prestito a parole pronunciate da papa Benedetto XVI in una catechesi sull’Eucaristia: “Chi spezza il pane e passa il calice è anzitutto il capofamiglia, che accoglie alla sua mensa i familiari, ma questi gesti sono anche quelli dell’ospitalità, dell’accoglienza alla comunione conviviale dello straniero, che non fa parte della casa. Questi stessi gesti, nella cena con la quale Gesù si congeda dai suoi, acquistano una profondità del tutto nuova: Egli dà un segno visibile dell’accoglienza alla mensa in cui Dio si dona. Gesù nel pane e nel vino offre e comunica Se stesso. (…) Con il dono del pane e del vino che offre nell'Ultima Cena, Gesù anticipa la sua morte e la sua risurrezione realizzando ciò che aveva detto nel discorso del Buon Pastore: «Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10,17-18). Egli quindi offre in anticipo la vita che gli sarà tolta e in questo modo trasforma la sua morte violenta in un atto libero di donazione di sé per gli altri e agli altri. La violenza subita si trasforma in un sacrificio attivo, libero e redentivo. (…) Con il dono di Sé Egli celebra la sua Pasqua, diventando il vero Agnello che porta a compimento tutto il culto antico” (Benedetto XVI, Udienza generale, 11 gennaio 2012).

È quella stessa cena che facciamo anche noi, ogni domenica e che oggi la Chiesa ricorda con una speciale memoria. Uniti a Cristo che si dona, con la comunione al suo Corpo, noi assumiamo gli stessi sentimenti e atteggiamenti: noi diventiamo dono a nostra volta per i fratelli. La nostra vita acquista il sigillo del dono. Esattamente come ci ha detto Gesù: come ho fatto io, così fate anche voi.

messa in coena domini1.foto pg marini

Foto di Pier Giorgio Marini

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
La Messa in Coena domini. Il vescovo Douglas: "Due gesti di Gesù, un solo messaggio: dare la vita"
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento