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I giovani scrivono: "È pesante questa situazione, ma non stoppo la mia vita"

La lettera di una ragazza di Senigallia in risposta a una 19enne del liceo "Monti" di Cesena

Foto archivio Ansa/SIR

Spazio ai giovani. Lo meritano tutto. Sulla loro pelle si sta giocando tanto in questo lungo periodo di lockdown. Sulle colonne dell'edizione cartacea e su questo sito ne stiamo parlando da tempo, con lettere e con pareri di esperti.

Questa lettera che ci giunge dalla provincia di Ancona fa comprendere come sia facile entrare in contatto con nuovi amici. La rete in questo aiuta non poco, in particolare in questo periodo di forzate chiusure. Un’occasione da sfruttare, come evidenza anche Asia che ha deciso di non stoppare la sua vita.

A lei la parola, per allargare il cerchio di chi vuole condividere il bello di ogni esperienza umana.

Francesco Zanotti

zanotti@corrierecesenate.it

 

Caro direttore, le scrivo in merito alla lettera della studentessa di 5ª del liceo “Monti” scritta al suo giornale qualche settimana fa (cfr. n. 2 del 14 gennaio 2021, pag. 23). Ciò che questa ragazza ha detto mi ha fatto riflettere molto circa la situazione che stiamo vivendo.

Credo che sia un sacrificio enorme quello di non poter vivere la nostra vita al 100 per cento, fatta di divertimento, uscite, baci, abbracci, amici e mille nuove conoscenze e sono la prima a dire che ho perso una parte della mia adolescenza e spensieratezza, ma non sempre questo aspetto porta lati negativi.

Ho notato, soprattutto dopo il primo lockdown, quante piccole cose abbiamo intorno a noi, che trascuriamo nella vita frenetica di tutti i giorni, e quanto in realtà siano meravigliose.

La frase “ho 18 anni ma non posso viverli” mi è venuta subito all’occhio, perché cosa bizzarra o no lo scorso 26 febbraio anch’io ho fatto 18 anni, senza festeggiarli e fare casino con i miei amici, ma vicino ho avuto la mia famiglia, altrettanto magica e pura.

Nelle parole della studentessa ho trovato tanta paura. Paura di rimanere sola, paura della solitudine azzarderei dire, ma non sempre quest’ultima ha motivo di essere temuta.

De Andrè diceva: “La solitudine può portare a straordinarie forme di libertà”. E questo perché penso che la libertà, che tanto noi in questo periodo stiamo cercando, la si può ottenere nella sua completezza quando siamo soli.

È vero, la fase adolescenziale è un’età di ricerca, di amici, di sé, dei propri desideri, ma questa ricerca possiamo iniziarla anche da remoto, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e soprattutto utilizzando forza di volontà e immaginazione.

Non sempre circondarci di amicizie, andare a feste e interagire con gli altri ci fa sentire meno soli, completi e realizzati. Anzi, molto spesso ci si sente più soli con gli umani.

La domanda che le faccio è: veramente abbiamo perso tutto? Non credo. Tante cose sì, ma tutto no.

Gli amici veri si vedono in questi momenti strani e difficili per tutti, dove con un “come va?” si possono aprire mille discorsi, preoccupazioni e pensieri, e intraprendere una conversazione anche così. Basta saper sfruttare ciò che la tecnologia ci mette a disposizione.

Non dico che quello che ha scritto sia esagerato, perché ognuno la sta vivendo in modo diverso e magari questo suo malessere è anche legato a una particolare situazione che vive in famiglia, e non mi sento di giudicarla, non ne ho il diritto. Penso anche che nemmeno tutto questo sia veramente la fine. Sicuramente ne usciremo tutti diversi: qualcuno cambiato, qualcuno impaurito e magari qualcuno più determinato e desideroso di vivere la vita a pieno, ma i tasselli per diventare qualcosa nel post Covid, per non buttare via letteralmente tutti questi anni, dobbiamo iniziare a posizionarli già da ora.

Sono la prima che ha paura. Paura perché non so cosa mi aspetterà un giorno, come dovrò tornare a comportarmi e come riprendere a interagire nel post Covid, ma allo stesso tempo non vedo l’ora.

Perché la fame e la voglia di tornare a uscire, toccarci, abbracciarci, ridere e scherzare è tanta. Anzi, la frenesia di scoprire cose nuove è in costante crescita. Si potrebbe aprire un nuovo capitolo, dove mettermi in gioco e fare valere la persona che sono.

Questo stop totale mi ha fatto capire quanto la vita sia preziosa. Ho avuto tanti momenti bui, non lo nascondo, e nemmeno me ne vergogno.

È normale, ci siamo ritrovati di punto in bianco chiusi in casa, con persone che vedevamo sì e no quattro ore al giorno e la massima scusa che potevi utilizzare per uscire 20 minuti, era portare fuori il cane.

Ho pianto tanto, pensando che avrei perso molto dopo questo, ma anche grazie alle amicizie che mi sono scelta, per ora, non è avvenuto.

“Aspetto la fine di questa situazione, aspetto quando potrò vivere di nuovo”... Perché ora non stai vivendo? Non stai respirando, non sei in vita? Beh, direi proprio di sì.

Aldilà della situazione personale che uno può avere, è già una cosa preziosa di questi tempi la vita. E magari potresti provare a mantenere viva la tua speranza in un ritorno allegro e felice già da ora, non pensando che in realtà il tempo stia bruciando, ma piuttosto pensando che ci sta mettendo alla prova per vedere come riusciremo a uscirne, da giovane spero con animo forte, anche se non sarà sicuramente una passeggiata.

Sono d’accordo che attraverso uno schermo è difficile trovare un’interazione con l’altro, ma non impossibile.

Paradossalmente quegli strumenti che possono essere nostri nemici se non usati correttamente, ora sono divenuti i nostri migliori amici, per riuscire a mantenere vivo il valore di un’amicizia e il calore di un abbraccio, anche così.

È vero, è strano, diverso e insolito, ma l’uomo deve anche essere in grado di adattarsi, e forse quasi quasi, quando tutto questo sarà finito, nella felicità e nell’incredulo ritorno alla normalità, magari si presenterà anche una leggera mancanza a questo stato di profonda tranquillità e solitudine che stiamo vivendo ora.

Poi magari ragiono così perché non sono una ragazza abituata al continuo divertimento, all’essere circondata da persone, e a fare nuove amicizie, ma non vuol dire che non la stia vivendo male. È pesante come un macigno, ma sto cercando di rassegnarmi, abituarmi ad aspettare solo che arrivi il cambiamento, non stoppando la mia vita.

È vero, magari siamo un po’ emarginati, scostati da una parte, messi in stand by noi giovani, ma anche gli adulti non crediamo vivano meglio.

Forse non lo danno a vedere, ma è pesante anche per loro, semplicemente hanno vissuto una gioventù diversa, e non sanno bene come aiutarci. Possiamo aiutarli anche noi a capire ciò che ci manca.

Non sono una persona molto ottimista, ma in certe occasioni è di vitale importanza pensare positivo, per non cadere in un profondo stato di malinconia, tristezza e inguaribile solitudine.

Asia Sampaolo

Classe IV Istituto professionale "Panzini"

di Senigallia (Ancona)

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