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Nel breve viaggio della vita

In ricordo di Bruna Bertozzi, compagna di una vita del pittore cesenate Alberto Sughi

Alberto Sughi, Ritratto di Bruna (acquerello su carta)

«[…] È arrivato il giorno in cui l’amore è salito alto per chiarire qual è la sua sostanza: unione di diversità per fare una sola cosa “uguale”. // Io so cosa vuol dire l’arrivo di questo giorno […]»

(Alberto Sughi, da una lettera a Bruna)

 

Qualche giorno fa si sono svolti i funerali di Bruna Bertozzi (Cesena 1940-2022). Era la compagna di una vita del pittore cesenate Alberto Sughi. Oltre 35 anni insieme. Questo non cancella, ovviamente, la vita che l’artista ha vissuto prima di incontrare lei.

Non eravamo in molti nella chiesa del Cimitero… Purtroppo siamo tutti molto distratti e presi nel vortice della nostra quotidianità. Ci occupiamo solo di noi stessi, dimenticandoci degli altri. In un mondo sempre più votato al criterio dell’utile e del “conveniente” ciò che non è produttivo passa in secondo piano.

La malattia e la morte sono fra i grandi “rimossi” del nostro tempo.

Il “viaggio” intrapreso con la morte è un esilio da questo mondo e il silenzio che essa instaura perdura là dove la partenza spezza i legami dai nostri cari e dal “luogo”. Per chi non ha il dono della fede resta solo il vuoto e il dolore per quello che la morte si è portata via.

Bruna è venuta a mancare a dieci anni di distanza da Alberto. Solo gli amici più intimi l’hanno frequentata e sostenuta in questi ultimi anni. Bruna, però, ha un grande privilegio: la sua memoria resterà per sempre impressa sulle tele, nelle opere dell’artista che l’ha scelta come musa ispiratrice, che l’ha ritratta nei suoi paesaggi dentro l’anima della sua pittura. Il volto di Bruna ritorna, infatti, in molte figure femminili: i tratti asciutti del suo volto, gli occhi grandi e scuri, la frangia e i capelli lisci che poggiavano appena sulle spalle. Li ritroviamo anche in questo disegno ad acquerello su carta che le aveva donato. E l’amore dell’artista per lei emerge anche nelle molte lettere, nei frammenti e nei “pizzini d’amore” che il Maestro aveva l’abitudine di dedicarle. Qui si avverte ed emerge tutta l’importanza che Bruna ha avuto nella sua vita: «Viene il giorno che due persone non possono riconoscere se stesse senza la reciproca presenza. / È venuto per me e per te, il giorno che solo insieme siamo noi stessi. / Divisi siamo una sola metà; / Divisi siamo solo disperati; / Insieme siamo solo felici» (A. Sughi).

Voglio pensare che la morte sia stata soltanto la soglia ultima che li ha separati… e ora ricongiunti nell’aldilà.

Sughi ai piedi del ritratto di Bruna

Sughi ai piedi del ritratto di Bruna

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