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Sul nuovo servizio di trasporto urbano a Cesena denominato BusSì interviene il consigliere di opposizione (Cambiamo) Luigi Di Placido

La risposta del direttore: "Il servizio è sì partito, ma non è stato per nulla fatto conoscere" 

Sul nuovo servizio di trasporto urbano a Cesena denominato BusSì interviene il consigliere di opposizione (Cambiamo) Luigi Di Placido

Caro direttore,

“L’iniziativa denominata ‘BusSì”, il nuovo servizio di trasporto pubblico a chiamata, presentato ieri in commissione consiliare, rende inevitabili alcune considerazioni. In primis, ci pare che il progetto nasca, ancora una volta, all’insegna di una scarsa condivisione visto che, ad esempio, i quartieri coinvolti nell’iniziativa sono stati interpellati solo a cose fatte. 

È comprensibile che l’impianto tecnico sia stato redatto e definito da Start Romagna, ma nel rispetto dei patti sulla mobilità siglati con le frazioni, forse una maggiore concertazione non avrebbe guastato. 

Inoltre, da resoconti giornalistici, sappiamo che l’applicazione digitale per l’utilizzo del servizio ha subito riscontrato qualche problema tecnico e dunque, auspicando che si tratti soltanto di anomalie iniziali, forse una fase di collaudo più lunga non avrebbe fatto male. 

Ma a sollevare i dubbi maggiori è il fatto che quell’app sia l’unico sistema per accedere al servizio. Per carità, il mondo corre veloce ed è giusto adeguarsi ma, quando si parla di servizi pubblici, non si può dare per scontato che le fasce più fragili della nostra comunità abbiano un accesso disinvolto ed una dimestichezza così familiare con il mondo della tecnologia digitale. Un progetto ideato anche per venire incontro agli anziani che vivono nelle zone più periferiche della nostra città, forse, avrebbe dovuto tener conto maggiormente del profilo dell’utenza e prevedere anche formule di prenotazioni più accessibili, come ad esempio la modalità telefonica. 

Esprimiamo dubbi anche sulla fascia oraria prescelta - dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 - un arco temporale che, non prevedendo l’ora del pranzo (e dunque il ritorno dall’ufficio), rischia di tagliare fuori una fetta importante di lavoratori.

Come lista civica Cambiamo, abbiamo chiesto con forza un monitoraggio quindicinale del servizio che, essendo sperimentale, potrebbe palesare delle criticità impreviste. L’iniziativa, come noto, sarà in funzione fino a giugno e sarà gratuita fino al 7 gennaio, dopodiché passerà a pagamento (1,50 a corsa). 

Un altro dubbio è legato al fatto che non si è pensato di estendere il progetto ai comuni limitrofi a Cesena e questo, soprattutto per chi risiede ai confini del nostro territorio comunale, ne limita fortemente la sua utilità. 

In ogni caso, l’aspetto più preoccupante nasce dalla non risposta ad un nostro quesito. Ovvero, in commissione consiliare abbiamo chiesto quali risultati, anche economici, ci si aspetta per poter poi, in un secondo momento, giudicare positivamente la ‘sperimentazione’ e dunque stabilizzare o meno il servizio dopo il mese di giugno. Ebbene, nessuno è stato in grado o ha voluto risponderci. 

Per il momento, dunque, sappiano soltanto che, per questi otto mesi di sperimentazione, sono stati stanziati 210mila euro, ovvero 25mila euro al mese. Fino agli inizi di gennaio, come detto, il servizio sarà gratuito; ma dal 7 gennaio in poi, quando il servizio sarà a pagamento, pare non esista nè una previsione di introiti né la definizione di uno scenario di compatibilità finanziaria, e dunque ci chiediamo in base a quali parametri sia stato deciso di avviare questo servizio con queste modalità. L’assessore si è limitato a dirci che, di solito, si calcola un introito pari a circa il 20 per cento delle risorse stanziate, il che significa che ogni mese si prevedono circa 5000 euro di introiti. Dunque, proiettando questo dato su base annuale, si avrebbe un costo mensile netto di 20mila euro che, tradotto, significa un costo annuo di 240mila euro. Già da oggi, al di là del cosiddetto ‘ritorno sociale’, sarebbe opportuno domandarsi se il costo del servizio sia congruo alla sua utilità, e se tale costo sia inferiore rispetto all'ipotesi di potenziamento delle linee esistenti.

In definitiva, non avere risposte sull’equilibrio finanziario del progetto rende, ancora una volta, tutto molto vago. Come se ci trovassimo di fronte all’ennesima sperimentazione molto utile sul piano mediatico, ma nebulosa sugli esiti effettivi. Conosciamo bene quali siano le criticità del trasporto pubblico locale e certamente condividiamo le politiche orientate verso la pedonalizzazione e verso un utilizzo meno intensivo dell’auto, ma il trasporto pubblico deve funzionare e certe innovazioni, sul piano economico e progettuale, non possono essere un salto nel buio o indulgere troppo all'indeterminatezza”.

Luigi Di Placido (consigliere comunale lista civica Cambiamo)

Caro Luigi, i risicati spazi cui ci costringe di continuo l'edizione cartacea non mi hanno consentito di esprimere con compiutezza tutte le osservazioni sul nuovo servizio di trasporto urbano BusSì che ho sperimentato nelle giornate di lunedì e martedì scorsi, nei primi due giorni di operatività effettiva. 

Nel giornale che i lettori possono trovare in edicola da oggi ho evidenziato i limiti del software che è da rivedere perché non risponde a quanto illustrato da Start Romagna durante la conferenza stampa di venerdì scorso. È il primo dato che emerge dall'utilizzo in strada del servizio che, per come si svolge e per chi non ha orari da rispettare e non ha fretta, è anche ottimale nel suo funzionamento. Quasi troppo, mi verrebbe da aggiungere.

Ma veniamo alle altre criticità. Altro elemento da riconsiderare sono gli orari: sono troppo stretti. Vista la necessità di effettuare dei cambi per andare in centro città (penso ad esempio agli anziani) è assai probabile che chi si muove al mattino poi non abbia tempo a sufficienza per rientrare. Il bus che fa servizio alle 12 deve già essere di ritorno alla stazione.

Ipotizziamo un caso concreto. Il primo prelievo possibile, nella frazione di Bulgarnò (8,5 chilometri dal centro città) si può programmare non prima delle 9,20 e le 9,25. L'arrivo in stazione si può considerare tra le 9,45 e le 9,50. Poi occorre un po' di tempo per un cambio: vogliamo mettere almeno 15 minuti? Salita e discesa in centro verso le 10,15. Rimangono 30-45 minuti in tutto per le commissioni, tenendo presente che verso le 10,45 uno si deve già posizionare per tornare in stazione e poter salire sul BusSì tra le 11,15 e le 11,30. Cosa si riesce a fare in così poco tempo? La domanda rimane tutta.

Gli orari non sono pensati per chi lavora. L'ho sperimentato su di me. In entrambi i giorni mi sono poi fatto recuperare da casa. In questo modo è svanito il risparmio del viaggio in auto. Propongo di diminuire la sosta delle tre ore e di allungare l'orario serale almeno fino alle 20. 

Il servizio, vista anche l'app dedicata, pare pensato più per i ragazzini che non per gli anziani. Qualcosa anche su questo è di certo migliorabile.

Infine veniamo ai conti. Per mettere insieme i 5.000 euro al mese, il 20 cento del costo, come detto ieri dall'assessore Francesca Lucchi in commissione (l'ho seguita in parte online), ci vogliono almeno tremila viaggi a 1,5 euro. Arrotondo, per semplicità. Non arriviamo a 5.000 euro, ma è per capirci. Tremila trasporti al mese nei 25 giorni non festivi significano 120 passeggeri al giorno, una cifra che oggi appare irraggiungibile. Un sogno forse. 

I due mezzi a disposizione oggi credo che con molta fatica potrebbero mettere insieme 120 trasporti quotidiani. Non sono un indovino, ma intuisco che questo traguardo sia del tutto fuori obiettivo, anche perché il servizio è sì partito, ma non è stato per nulla fatto conoscere. Difficile, di conseguenza, trovare chi lo possa utilizzare.

Anche su questo ultimo versante penso si possa fare meglio. La scadenza di giugno per una verifica per decidere se proseguire o interrompere credo sia troppo ravvicinata. Le stesse risorse si potevano mettere su corse da ampliare? Anche questa è un'ipotesi, come i cittadini di Bulgarnò chiedono da tempo, parlando della linea 21. Certo, per mettere in atto un servizio così capillare di risorse ce ne vogliono tante. Magari si può cercare di ottimizzare, anche ascoltando il parere di chi usa o potrebbe usare il BusSì e abita le frazioni non servite dal trasporto urbano. 

Cordialmente.

Francesco Zanotti

zanotti@corrierecesenate.it

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