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Una Colletta da incorniciare

La lettera del dottor Augusto Biasini e la risposta del direttore

La foto con gli alpini impegnati nella Colletta alimentare di sabato 18 novembre

A richiesta di diversi lettori, pubblichiamo anche su questi sito online la lettera che l'ex primario del reparto di Pediatria dell'ospedale Bufalini di Cesena, il dottor Augusto Biasini, ha scritto al direttore dopo l'esperienza della Colletta alimentare di sabato 18 novembre scorso. Ecco il testo e la risposta del direttore Zanotti. 

Caro direttore, «...a sem tut’un con quei chi ende’ daventi...» «…cosa?…». Non riuscivo a capire cosa voleva dire uno degli alpini che faceva con me la Colletta. Lui consegnava le sportine arancioni alla gente che mostrava interesse quando davo loro il volantino con qualche parola di proposta, «…no, no, io parlo poco..., parla tu…» mi diceva, sempre con la sigaretta in bocca, ottanta o più suonati, fiero del suo cappello sdrucito, consunto, corredato di medaglie, riconoscimenti e l’immancabile piuma d’aquila. Invece con me parlava, e molto, sempre in dialetto un po’ di tutto attento però a fare un cenno ai suoi quando stavamo per perderci un cliente.

Siamo stati tutto il giorno un po’ infreddoliti, con gli alpini che si sono avvicendati nei turni e, come sempre accade quando l’esperienza la si vive in prima persona guardando con interesse e attenzione tutto quello che ti viene incontro, questa si rivela sempre in tutta la sua sorprendente novità. Come quando due di loro, in tuta mimetica corredata di tutte le mostrine possibili distintive del corpo o della Protezione civile, alla vista di una signora anziana che portava un pacco d’acqua di sei bottiglie in una mano e la spesa nell’altra, le sono andati incontro immediatamente lasciando perder tutto «…signora siamo qui, l’accompagniamo noi alla macchina …». «…oh … è la prima volta che mi capita …grazie». Ed io son rimasto lì a pensare, perché non l’ho fatto subito? e mi veniva in mente Cevoli quando dice, citando suo padre, che le cose giuste prima si fanno e poi ci si pensa su, se fai il contrario forse non sei giusto tu. E un altro, un omone grande con un giaccone mimetico con i distintivi che consegnava a tutti il segnalibro del ringraziamento «…ecco, un piccolo segno della nostra gratitudine...» e lo faceva con una cura e una sincerità che tutte le persone avvertivano.

Eravamo tutti lì a raccogliere le solite cose facendo i pacchi e compilando i moduli mentre ci si raccontava la vita del volontario, dell’impegno per le alluvioni o per circostanze più diverse e meno appariscenti. E tutti sorridevano, mostrando negli atteggiamenti la bellezza dello stare insieme per qualcosa di importante. Eravamo quasi tutti anziani, i più con acciacchi ma con occhi e visi felici, soddisfatti di essere lì insieme. Diversi, sì: «…oh al so dutor che te tve in cisa , me no … fasem dal gran ciacaredi con a prit cun vo capi...» e ritorniamo alla frase di testa, «…quello che voglio dire» mi spiegava in italiano scandito «è che quando siamo qui a fare questo, siamo tutt’uno con tutti quelli che ci hanno preceduti. Siamo uniti a tutti gli uomini che vogliono il bene …». Quando me l’ha spiegata sono rimasto stupito di come il suo senso religioso fosse così profondamente capito e corrisposto. È proprio vero che il cuore di ognuno di noi attende qualcosa di bello e di grande nella vita che ci viene incontro se siamo attenti a coglierlo. Questo avviene ogni giorno e la cosa meravigliosa è che in questa reciprocità di amicizia, Gesù ci si rivela col suo abbraccio.
Augusto Biasini - Cesena
Caro Augusto, è davvero bella e straordinaria questa tua esperienza di sabato scorso (18 novembre) durante la Colletta alimentare che ha visto anche nel nostro territorio numerosi volontari al lavoro per un bene più grande. Viene proprio da chiederselo: come mai si crea tutto questo movimento attorno a un evento che vede gente di ogni tipo, diversa come scrivi tu, impegnata un giorno intero a intrattenere gente che va a fare la spesa per spiegare che quello è il giorno dedicato alla “Colletta” in favore di chi non può permettersi di andare a comprare ciò che serve. Non è facile rispondere a queste domande. Me le sono poste anch’io che ero in postazione sabato mattina con il primo turno, all’Iper Rubicone di Savignano mare.

Ho visto all’opera amici e sconosciuti che insieme si sono subito affiatati per dare una mano dove era richiesto. Nulla di più semplice e di più banale, ma anche di entusiasmante, mi viene da dire. Professionisti, imprenditori, docenti universitari, madri e padri di famiglia, persone che ogni giorno sono impegnatissime in occupazioni le più variegate. Erano lì, come descrivi tu i tuoi alpini, con la pettorina arancione portata con orgoglio per mettersi a disposizione. Un giorno, alcune ore per tanti, da dedicare non si sa neppure bene a chi, ma di certo per qualcosa di valore, per un gesto non banale, per un moto dell’animo che ha fatto compiere quel bene che sostiene il mondo. A volte non ci vuole neppure tanto: basta un invito, come è stato rivolto a me qualche anno fa. Poi anch’io a mia volta l’ho diffuso e lo stesso invito, rinnovato, è stato accolto, in una spirale virtuosa che porta a quell’esperienza che si è vissuta sabato scorso. Un’altra giornata da incorniciare e ricordare.
Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

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Una Colletta da incorniciare
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