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Alluvione e frane

Il sindaco di Montiano Fabio Molari: "Territorio molto fragile, dobbiamo curarlo di più"

Nel piccolo comune tanti smottamenti. La frana più grossa minaccia via Fontanazze II e ha distrutto l'antica fontana

Molari davanti a via Fontanazze II chiusa

“Il territorio si ribella. L’abbiamo salvaguardato poco”. Così il sindaco di Montiano Fabio Molari, ambientalista da sempre, a seguito della devastazione provocata in questi giorni da alluvioni e frane in tutta la Romagna.

L’abbiamo incontrato questa mattina, percorrendo con lui e il vicesindaco Renato Ridolfi le strade del Comune più piccolo del Cesenate. Diversi gli smottamenti e le frane incontrati. “La situazione è grave - dice il primo cittadino durante il viaggio in macchina, allargando lo sguardo -. La collina ha dimostrato una fragilità estrema, molto più di quanto pensassimo. In alcuni punti, come a Sorrivoli, lo skyline è cambiato. Ci vorranno anni per curare tutte le ferite”.

Raggiungiamo via Fondovalle Rigossa, al confine con Longiano. I volontari della famiglia Bersani sono all’opera con i loro mezzi per ripulire la strada dal fango franato dalla scarpata. Molari li ringrazia. Il telefono di sindaco e vicesindaco squilla di continuo. I cittadini segnalano problemi e chiedono di risolverli. “Anche se, rispetto ad altri Comuni, abbiamo quasi tutte le strade aperte, non significa che la situazione qui è tranquilla”, puntualizza il primo cittadino.

Bersani e Molari nel Fondovalle Rigossa

Bersani e Molari nel Fondovalle Rigossa

Saliamo. All’entrata del borgo di Montenovo, nel terreno di un privato, è franata la scarpata, rompendo la rete e abbattendo un lampione, già rimosso. La terra è scivolata nel dirupo sotto la strada e si è aperta una voragine che ha portato con sé vari alberi. “Servirà un contenimento alla base della frana con alcuni massi e dovrà essere ricostruita la scarpata”, spiega Molari, azzardando il costo di 300mila euro.

Frana all'ingresso di Montenovo (sopra la strada)

Frana all'ingresso di Montenovo (sopra la strada)

Frana all'ingresso di Montenovo (sotto la strada)

Frana all'ingresso di Montenovo (sotto la strada)

Da Montenovo proseguiamo verso Monteleone, nel territorio di Roncofreddo. La strada è aperta, ma ai margini c’è una grossa voragine. A Monteleone ha ceduto soprattutto un'area esterna di piazza Byron e la popolazione è stata evacuata. “Nonostante l’ordine di sgombero, tre residenti sono rimasti nel borgo”, riferisce il vicesindaco di Montiano che ne conosce alcuni. Sulla strada sconnessa passa un gruppo di cicloturisti tedeschi. Incontriamo anche due testimoni di Geova in giacca e cravatta che scendono dall’auto, si rendono conto delle difficoltà, fanno inversione e tornano indietro.

Voragine sulla strada che conduce a Monteleone

Voragine sulla strada che conduce a Monteleone

Senza salire a Monteleone, torniamo indietro anche noi per osservare la criticità maggiore del territorio di Montiano: in via Fontanazze II la strada è stata chiusa, anche per chi va a piedi. Il fango è ovunque e si scivola facilmente. Qui è ancora in corso un grosso movimento franoso. “I tecnici della Regione hanno individuato una ferita a monte - spiega il sindaco -. La terra continua a scivolare: quella di colore più chiaro è caduta fra ieri e oggi. La frana è precipitata verso il lavatoio di Montenovo e l’antica fontana settecentesca è stata distrutta. Pochi anni fa avevamo riqualificato l’area che ora è sommersa dal fango. La via resterà chiusa per mesi e chi abita oltre è costretto a un percorso più lungo per raggiungere il borgo. Dalla prossima settimana chiederemo fondi per sistemare tutto”.

“Vivo qui dal 1952 - dice un anziano residente -. In questo punto la collina non è mai scivolata. L'uomo ha le sue responsabilità”.

Sindaco Molari e vicesindaco Ridolfi osservano l'antica fontana distrutta dalla frana

Sindaco Molari e vicesindaco Ridolfi osservano l'antica fontana distrutta dalla frana

Frana sopra via Fontanazze II

Frana sopra via Fontanazze II

“Si è rotto l'equilibrio fra uomo e natura - conclude Molari, prima di congedarci -. Le Amministrazioni hanno le loro colpe. Servono occhi nuovi per guardarci bene intorno. Dobbiamo curare di più il territorio, realizzare rive meno accentuate e fossi più profondi. E dobbiamo riportare il territorio alla bellezza che aveva una settimana fa”.

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