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lutto nelle comunità locale

Montiano. Ieri il funerale di suor Flora. I ricordi

Le testimonianze di Giorgio Bolognesi per la comunità parrocchiale e della nipote che porta lo stesso nome, Flora

Il vescovo Douglas Regattieri benedice la salma di suor Flora al termine della Messa funebre. Con lui i concelebranti, il parroco don Stefano Pasolini e un ex allievo, don Alessandro Forte

Si sono svolti ieri pomeriggio a Montiano i funerali di suor Flora, la religiosa deceduta domenica sera all'età di 92 anni (cfr notizia a fianco).

Le Messa funebre è stata presieduta dal vescovo Douglas Regattieri e concelebrata dal parroco don Stefano Pasolini e dall'ex allievo, don Alessandro Forte.

Di seguito pubblichiamo due ricordi letti al termine del rito che si è tenuto nella chiesa parrocchiale.

A nome della comunità parrocchiale è intervenuto Giorgio Bolognesi. 

"Cara suor Flora, la comunità ti è grata per il prezioso bene fatto durante la tua lunga permanenza fra di noi. Ai bisogni della comunità parrocchiale hai sempre risposto con generoso slancio: sia come catechista, sia per il decoro e la pulizia della chiesa, e il coro cui tenevi tanto. Così per i campi scuola, vicina ai giovani che si sposavano (ricordo il mio matrimonio). Hai curato, come cuoca, la refezione per gli alunni delle scuole elementari. Per questo e per tutti quei bambini, cara superiora, che hai tenuto in braccio, esprimiamo tutta la loro gratitudine, che hai imparato il nostro dialetto senza rinunciare al tuo, mi vien da dire: "Come dicette a me" io lo dico a te: Grazie suor Flora".

Di seguito l'intervento della nipote.

Carissima zia o meglio mamma perché questo sei stata per me, eccoci qui per l’ultimo saluto...Ero piccola (5anni) quando mia zia, suor Flora, con il consenso della Madre generale di allora suor Clara, mi portò con sé a Montiano.

La mia è una famiglia numerosa: sei sorelle e due fratelli. A quei tempi eravamo nelle ristrettezze, ma in famiglia si respirava tanto amore.

La zia è stata vicino a ognuno di noi e il Signore le ha fatto il grande dono di averci tutti accanto nel momento estremo del suo incontro con Lui, a cui ha donato tutta la sua vita.

Ho vissuto in un clima di amore, carità, semplicità e anche allegria. Con suor Aurelia, suor Giustina, il grande indimenticabile don Alfredo e poi, per un periodo più breve, con il caro don Giorgio.

Ciò che mi colpiva da bimba era la sua bellezza, perché era davvero una bella suora: alta, slanciata, dal volto solare e dallo sguardo fiero, talvolta severo.... perché sì, eri tostina zia, ma pura d’animo e caritatevole con tutti.  Ricordo i commenti dei giovani montianesi: “ma perché così bella, lei si è fatta suora?” Tu ridevi e scherzavi con loro... per quei tempi eri avanti!  Amavi il canto, la musica, ti piaceva ballare il twist e il tango... Ricordo i tanti dischi che avevi... In poche parole: eri una suora rock.

Eri anche una brava cuoca: hai cucinato per tanti bimbi e ragazzi ai vari campi-scuola della parrocchia.  E quante volta abbiamo pulito questa chiesa. Sì, perché la zia, insieme alle altre suore, si è messa a servizio della comunità montianese che consideravano la loro famiglia: hanno amato questo piccolo paese e i loro abitanti con tutto il cuore. Sono state suore accoglienti e semplici, caritatevoli, dedite ai bimbi e alla parrocchia.  Sono passate da lei tante generazioni. Stare con i bambini per lei era una gioia, era la vita: quanti bimbi, quanti anche dei presenti, sono stati stretti fra le sue braccia.

Cara zia, mi sei sempre stata vicina: hai condiviso i momenti felici e i periodi bui della mia vita. Hai sostenuto tutti i tuoi familiari, amato nipoti e pronipoti. Hai amato tanto la nostra dolce Chiara che, con il suo animo puro, l’ha sempre sentito e si preoccupava per te.

L’hai spesa bene questa tua vita terrena, zia. L’hai vissuta in maniera coerente con la tua vocazione e lo hai fatto fino all’ultimo istante.  Domenica, in tarda mattinata, in ospedale, nonostante l’evidente sofferenza fisica, hai seguito in modo vigile e consapevole il sacerdote che ti impartiva l’unzione degli infermi e, verso le tre, poco prima di entrare in coma, mentre intorno a te ci chiedevamo se fossi ancora cosciente, tu lentamente hai spostato il lenzuolo per liberare la mano destra, l’hai sollevata, bianchissima e scarna, e hai fatto il segno della Croce. Hai fatto questo gesto, il tuo ultimo gesto, in modo spontaneo con la delicatezza e la tenerezza di chi ha profondamente amato quel segno, di chi quella Croce l’ha condivisa con Gesù, portandola anche sulle sue spalle.

In questi giorni tante persone mi hanno raccontato che sei stata accanto a loro con la preghiera assidua. Sì, perché, se il tuo corpo ti aveva abbandonata, ti sorreggeva il grande amore che provavi per Gesù: sei sempre stata una donna di preghiera, zia, e questa ti ha sostenuto anche negli ultimi anni della tua vita.

Ringraziamo il Signore per averci donato te e le altre suorine. Sono certa che veglierete su di noi.Grazie a tutti coloro che ti hanno voluto bene e che oggi sono qui ad accompagnarti nel passaggio dalla vita terrena alla vita eterna.  

Grazie al vescovo Douglas, a don Stefano e a don Alessandro e Giorgio per questa concelebrazione.

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