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Lo storico Caffè centrale di Mercato Saraceno al Sigep di Rimini

La sua storia in un libro di Edoardo Turci

Nella foto Bruno Bracciaroli con la sindaca di Mercato Saraceno Monica Rossi, da sinistra, Edoardo Turci autore del volume sulla storia del Caffè Centrale, la moglie Patrizia e il presidente di Confcommercio ceseneate Augusto Patrignani

Il Caffè centrale di Mercato Saraceno alla ribalta nella vetrina nazionale del Sigep di Rimini, l'appuntamento professionale più importante al mondo dedicato al gelato artigianale e all'arte del dolce. Vi sarà presente anche Fipe Confcommercio, la federazione che tutela i pubblici esercizi e che promuoverà convegni ed iniziative. Domani, martedì 24 gennaio, alle 10.30, il titolare del Caffè centrale Bruno Bracciaroli, 66 anni, presidente della Confcommercio di Mercato Saraceno,  interverrà all’incontro ”Caffé e ristoranti storici d’Italia. Regole e strumenti per valorizzare un patrimonio del Paese”..

Era il 1822 quando il primo caffettiere Giovanni Mazzotti, soprannominato Palmieri, avviò a Mercato Saraceno il rito del caffè pubblico: quel primo caffè diventerà poi il Caffè del teatro, poiché nell’attuale municipio di Sarsina sotto il verso la metà dell’Ottocento aveva sede un teatro in cui si accedeva passando da quel caffè. Il locale cambiò in seguito denominazione : Caffè comunale e in fine Caffè Centrale. Dal 1923 lo gestisce ininterrottamente la famiglia Bracciaroli e da allora si sono alternate tre generazioni: Emilio Bracciaroli il capostipite, il figlio Renzo e la moglie Rosanna (Rosi), e infine il nipote Bruno con la moglie Patrizia, ancora in attività. In questo lungo tempo il Caffè è diventato una sorta di istituzione pienamente integrata con la realtà territoriale e rappresenta un pezzo di storia cittadina, avendo sempre mantenuto salde le radici e continuando ad accompagnare i  momenti di svago di generazioni di mercatesi e fungendo anche da avamposto per i visitatori e i turisti, con i quali Bracciaroli è da sempre notoriamente prodigo di consigli e suggerimenti.

”Questa storia secolare che onora la nostra famiglia e i nostri avi che ci hanno trasmesso l'amore per Mercato Saraceno e per il servizio al pubblico nei bar come tempio della ospitalità e della vita sociale  – mette in luce il titolare Bruno Bracciaroli -  è stata raccolta nel libro ‘Il Caffè centrale a Mercato Saraceno: dal 1822 due secoli di storia’ a cura di Edoardo  Turci. All’incontro di domani al Sigep mi soffermerò tuttavia non tanto sull’illustre passato, quanto su un tema fondamentale che riguarda il presente. Quello della modernità delle botteghe storiche che non sono un reperto del passato, ma svolgono un ruolo centrale nelle dinamiche della rete distributiva del presente dando lustro, attraverso la tradizione, al luogo in cui operano. Ecco allora che è importante, anzi vitale  tutelare e salvaguardare le botteghe storiche nel contesto di un piano articolato di politiche incentivanti e sostegni a favore di pubblici esercizi e  negozi di prossimità e di vicinato. Questo non significa contrastare  la modernità, al contrario significa migliorarla affermando il principio che i servizi commerciali nel territorio sono la spina dorsale della città e i bar dei piccoli templi di ospitalità e vita sociale. I caffè e la botteghe storiche , pertanto, possono rappresentare dei fari e dei punti di riferimento, anche perché portano con sé la memoria collettiva di una comunità. Non c’è innovazione  disancorata dalla tradizione”.

 ”C’è poco da aggiungere alla fulgida storia del Caffè centrale di Mercato Saraceno – aggiunge il presidente di Fipe Confcommercio baristi cesenate Angelo Malossi e il presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani -  visto che parla da sola: è la mirabile sintesi di che cosa può rappresentare e ancora oggi rappresenta un caffè, un pubblico esercizio, che ha operato per decenni e nel caso del Caffè centrale per secoli, assicurando servizi all’avanguardia, prendendosi cura del relax e del piacere di stare insieme delle persone, fornendo loro una sorta di seconda casa  e  fondendosi con la vita e la storia della comunità. Non c'è Caffè centrale senza Mercato Saraceno, ma neppure Mercato Saraceno senza Caffè centrale: simbiosi totale”. 

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