Bagno di Romagna, focus sul poeta Giacinto Ricci Signorini

Conferenza organizzata dalla fondazione "Abbatia Nullius Balneensis" sul letterato da riscoprire

La conferenza del 12 aprile

La fondazione “Abbatia Nullius Balneensis” ha organizzato, lo scorso 12 aprile, all’interno del Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna, una conferenza letteraria sul poeta romagnolo Giacinto Ricci Signorini, figura poco conosciuta e che vale approfondire.

I relatori

La conferenza è stata tenuta dalla professoressa Francesca Florimbii dell’Università di Bologna e dal professor Dante Antonelli, suo collaboratore universitario. Ha introdotto la conferenza, dopo il saluto di Carla Para, assessore all’Istruzione del Comune di Bagno di Romagna e per molti anni docente presso la sede bagnese del liceo scientifico “Righi”, il professor Robert Lolli, docente di Lettere presso la medesima sede liceale. Lolli ha introdotto la figura di Ricci Signorini, passando in rapida rassegna i fatti salienti e drammatici della breve vita dell’intellettuale nato a Massalombarda nel 1861 e morto suicida nel 1893.

Venature pascoliane

Il docente ha poi messo in luce le due costanti direttrici che ne segnarono il percorso letterario e culturale: il tono elegiaco dei suoi testi poetici e in prosa e il forte elemento autobiografico. Portato all’introspezione, interessato alla claustralità, segno della sua riservatezza e del suo blocco psicologico verso la realtà esterna, con venature pascoliane, appassionato allo studio della storia, in particolare di quella medievale, ha permeato i suoi scritti del suo vissuto familiare e delle sue esperienze di vita, segnata dalla costante del dolore, in primis per la prematura morte della madre e poi per quella di diversi suoi familiari, fra cui l’amatissimo fratello Gino, morto di tisi poco più che ventenne.

Mancati successi letterari

La professoressa Florimbii, docente di Filologia ha iniziato dal commento di un testo in prosa di Ricci Signorini, tratto da “Un fiumicello che nasce dal Falterona”, che rievoca il viaggio dell’autore lungo le vallate dell’Appennino tosco-romagnolo, in direzione del monte Falterona, che lo videro fermarsi a Bagno di Romagna, con la descrizione della Basilica e della piazza; poi un riferimento al volto femminile o comunque alla presenza auspicata di una donna, che potesse essere la sua Beatrice.

Florimbii ha messo in risalto il tono malinconico dei testi del poeta romagnolo, insieme alla profonda componente autobiografica. I passi letti hanno messo in evidenza il sentimento del dolore che ha accompagnato da sempre la vita di Ricci Signorini, il senso di stanchezza nei confronti della stessa esistenza, l’ironia e l’autoironia, spesso dissacranti, segni anche della sofferenza provata per i mancati successi letterari che evidentemente sperava di ottenere, ma che tardarono purtroppo a venire.

Ricci Signorini poteva vantare importanti amicizie, fra le quali quella del suo professore universitario, Giosuè Carducci, che lo stimava e che, in occasione del tragico suicidio avvenuto nel 1893 riconobbe amaramente che i meritati successi stavano per arrivare, proprio nel momento in cui Giacinto aveva preso la tragica decisione di mettere fine alla propria travagliata esistenza. Benedetto Croce ne riconobbe l’acuta sensibilità e la profondità del pensiero, anche se accompagnò queste sue affermazioni alla convinzione che il giovane poeta non avesse comunque brillato per originalità.

La fondazione “Abbatia Nullius Balneensis”

La conferenza, che si è posta l’obiettivo di gettare luce e di far meglio conoscere questa figura di intellettuale, ha visto una buona presenza di pubblico, fra cui gli studenti di due classi del Liceo Scientifico “Righi” della sede di Bagno di Romagna.

La Fondazione organizzatrice si propone di essere un faro culturale all’interno del territorio locale appenninico, un ente appositamente nato nel territorio, con il territorio e per il territorio su intuizione di monsignor Alfio Rossi. La Fondazione promuove e valorizza la cultura in due piani e momenti distinti ma sempre uniti fra loro: da una parte attraverso il Museo di arte sacra ospitato nella canonica, la Basilica e l’Oratorio del Carmine, aperti al pubblico in diversi momenti dell’anno, dall’altra attraverso l’organizzazione di numerose conferenze e concerti musicali. La Conferenza su Ricci Signorini, la prima della stagione 2025, ne è la prova tangibile.