Calzaturiero, i sindacati: “Crisi del distretto del Rubicone sia priorità nazionale”

L'appello di Cgil, Cisl e Uil: "Salvare il Made in Italy". Le proposte per i tavoli regionali e nazionali della moda

Immagine creata con Gemini AI

Cgil, Cisl e Uil, attraverso una nota congiunta, intervengono in merito alla crisi del distretto calzaturiero del Rubicone.

La crisi del lusso

“Il distretto calzaturiero del Rubicone – scrivono i sindacati – ormai da due anni versa in uno stato di crisi profonda che ha portato alla chiusura di alcune realtà storiche della filiera e alla perdita di centinaia di posti di lavoro“. In particolare, il conflitto Russo-Ucraino ha acuito e velocizzato quei mutamenti di mercato che le aziende del territorio faticano a inseguire”. Le tre sigle sindacali rilevano che “la crisi della moda di lusso, in cui è incastonata la produzione del distretto, è la crisi di un modello culturale superato“, accompagnata dalla “mancanza quasi assoluta di vere politiche industriali, atte a salvare quel Made in Italy che viene prodotto da generazioni nel nostro territorio”.

Le richieste dei sindacati

Da qui “un pacchetto di richieste da presentare ai tavoli regionali e nazionali della moda:

  • proroga degli ammortizzatori sociali in deroga o creazione di ammortizzatori sociali straordinari speciali per il settore Moda con contestuale azzeramento dei contatori e riduzione del costo degli stessi per le aziende (modello cassa integrazione Covid), sia per le imprese artigiane sia per quelle industriali, per tutelare occupazione e redditi in un periodo di crisi severa;
  • sostegno al sistema delle piccole e medie imprese mediante misure che facilitino l’accesso al credito da parte delle banche, garantendo liquidità per investimenti, ristrutturazioni, innovazione e sostenibilità;
  • incentivi e supporto per l’aggregazione e la cooperazione tra imprese nel distretto, potenziando iniziative, come quelle della rete Rubicone Moda, per rafforzare la filiera, condividere competenze, economie di scala e progetti comuni;
  • formazione e riqualificazione del personale del settore, attraverso programmi attivati con il coinvolgimento dell’ente competente regionale per l’occupazione e la formazione, gestiti tramite una cabina di regia partecipata da tutte le parti sociali, così da affrontare il calo occupazionale e adattare le competenze alle nuove esigenze di settore. Contestualmente occorre mettere a terra progetti di formazione atti a riconvertire il personale in esubero;
  • investimenti pubblici in innovazione, efficienza energetica e sostenibilità anche attraverso i fondi europei (ad esempio con i bandi del programma Fesr 2021-2027), per favorire la transizione delle imprese verso modelli produttivi competitivi, moderni e sostenibili”.

L’appello alle istituzioni

Infine “un appello urgente a tutte le istituzioni coinvolte – Regioni, Governo, Ministeri competenti – affinché riconoscano l’emergenza del distretto del Rubicone come priorità nazionale. Chiediamo un piano di rilancio strutturale che parta dalle piccole e medie imprese, valorizzi le competenze, promuova l’aggregazione e garantisca la sostenibilità economica e sociale del sistema”.