Cesena
Cucine popolari, l’attacco di Fratelli d’Italia e la difesa
Casali: "Vantaggio politico per Baredi. Serve trasparenza". La replica: "Essere poveri non è una colpa da punire"
Bufera sulle accuse di Fratelli d’Italia all’assessora comunale Elena Baredi di aver strumentalizzato per scopi elettorali il progetto solidale delle Cucine popolari, di cui è tra le fondatrici.
Nuova sede all’Ippodromo
La miccia è scoppiata nel Consiglio comunale di mercoledì scorso, durante la discussione della quarta variazione di bilancio, che prevede la ristrutturazione – dell’importo di 700mila euro circa – dell’edifico comunale all’Ippodromo sede dell’Hobby Terza età, devastato dall’alluvione. Dal 2027 diventerà anche la nuova casa delle Cucine popolari (attualmente ospitate nei locali del “Don Baronio”), che contribuirà alla spesa dei lavori con circa 200mila euro.
Casali: “Con la carità Baredi ha moltiplicato le preferenze”
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Marco Casali, aveva accusato che “il successo personale dell’assessora, che ha quasi quintuplicato le preferenze, si è intrecciato con la visibilità del progetto in cui Baredi continua a essere in prima fila”. E ancora: “Quando si tratta di carità privata, ognuno è libero di agire secondo coscienza. Ma se la questione entra nella cosa pubblica, la trasparenza è indispensabile. Il confine tra uso legittimo e abuso dei mezzi pubblici è sottile, soprattutto quando ci si sente “padroni di casa” dopo cinquant’anni di governo della città”.
Cucine popolari: “FdI lo racconti al vescovo”
Non si è fatta attendere la durissima replica del Consiglio direttivo delle Cucine popolari: un luogo – grazie alla generosità di 200 volontari – dove le persone più in difficoltà hanno non solo un pasto caldo gratuito ma anche la possibilità di scambi sociali. Bolla come “infamie” le parole degli esponenti di Fdi, scagliandosi anche contro il consigliere Andrea Imparato. “A suo giudizio, le Cucine non sono né belle, né necessarie, né opportune – afferma -. Lo racconti a tutte le donne e gli uomini che ogni giorno attendono un pasto, a pranzo e a cena, non avendo alternative. Lo racconti anche al vescovo che proprio in questi giorni ha parlato dell’aggravarsi delle fragilità sociali sul nostro territorio e della necessità di intervenire. La povertà non si cancella con le dichiarazioni d’aula, né si combatte negandola”.
Solidarietà da una quarantina di sigle
Lo scorso anno a Cesena sono stati oltre 25mila i pasti caldi preparati e serviti a persone che in buona parte non possono permettersi di sfamarsi. “Delle Cucine non sanno nulla, nei tre anni di apertura non vi hanno mai messo piede, ma le attaccano perché sono un esempio concreto di una società più giusta, più redistributiva – conclude il Consiglio direttivo -. E questo cozza con la loro visione elitaria ed escludente, dove essere poveri è una colpa da punire”.
Solidarietà e sostegno per questo “attacco grave e vergognoso” arriva anche da una quarantina tra associazioni e partiti che ruotano intorno alla galassia di sinistra, tra cui Pd, Cgil, Anpi.
Fratelli d’Italia non molla: “Rete di consenso ideologico”
Non arretra però Fratelli d’Italia. “Quando si inizia a ricevere fondi pubblici, non è più possibile giocare su due tavoli: la terzietà, reale, non solo dichiarata, diventa una condizione imprescindibile – scrive oggi in una nota -. Cucine popolari a nostro avviso, sembra puntare più a consolidare una rete di consenso ideologico che a offrire un servizio caritatevole, a differenza di molte altre associazioni che operano con sobrietà, discrezione e autentico spirito solidale, lontane da ogni ambiguità”.