Gaza: Caritas italiana: “Non è guerra, ma crudeltà. Non si può predicare la pace e intanto alimentare il fuoco della guerra”

"La pace è una responsabilità collettiva, un impegno concreto e corale. La carità non è neutrale"

Foto Apf/Sir

La dichiarazione: “Stare sempre dalla parte degli ultimi, delle vittime, di chi non ha più voce, di chi è sotto le macerie

Rilancio dell’appello di Leone XIV per “un immediato cessate-il-fuoco”

Lo afferma Caritas italiana, che in un comunicato rilancia con forza l’appello di Leone XIV per “un immediato cessate-il-fuoco”, denunciando la brutalità di un conflitto “che non risparmia i più fragili e calpesta il diritto internazionale”.

“Assistiamo, ancora una volta, impotenti, alle immagini che giungono da Gaza – scrive la Presidenza di Caritas Italiana –. Alla distruzione si aggiungono le macerie della parrocchia della Sacra Famiglia e si piangono nuove vittime innocenti”.

“Stare sempre dalla parte di chi non ha più voce, di chi è sotto le macerie…”

L’organismo caritativo della Cei chiede alla comunità internazionale “di condannare ogni forma di terrorismo e di sospendere la vendita di armi che alimentano i conflitti”. “Non si può predicare la pace e intanto alimentare il fuoco della guerra”, prosegue il testo, ribadendo la scelta di “stare sempre dalla parte degli ultimi, delle vittime, di chi non ha più voce, di chi è sotto le macerie. Dalla parte di padre Gabriel Romanelli e della piccola comunità cristiana che continua ad annunciare la buona notizia nella distruzione”. “La carità non è neutrale – conclude Caritas Italiana –. La pace è una responsabilità collettiva, un impegno concreto e corale, una profezia che va custodita anche a costo di andare controcorrente”.