Gilberto Graffieti è partito a piedi per Roma. “Tanto il tempo per pregare e pensare”

Camminatore esperto, "trasferisco il mio quotidiano nella strada". Tra i fondatori della Croce Verde, è accompagnato da Martino Muccioli di Longiano

Gilberto Graffieti, di Cesena, è tra i promotori del gruppo Eventi per trekkers valenti e Rio Cavo, e "M'amo camminando" da Cesenatico al rifugio Biancaneve, sul monte Fumaiolo

Il cammino come mezzo di fede. Gilberto Graffieti è partito a piedi oggi alle 7 dalla propria abitazione di Cesena per raggiungere Roma.

Cammino condiviso con l’amico Martino Muccioli, di Longiano

Nato a Mercato Saraceno, il classe ’43 affronta il lungo cammino tratto insieme a Martino Muccioli, amico di Longiano. “L’ho già svolta per il Giubileo del 2000 – ha evidenziato a pochi giorni dalla partenza – ma ero da solo. Partiremo dalla pasticceria Fagioli, abito lì vicino, per poi fare una tappa alla Basilica del Monte, e incamminarci per la capitale”.

Per costruire il percorso “traccio sulla mappa una linea retta da Cesena e Roma, e cerco il tracciato più vicino per risparmiare tempo, ma al contempo per fare nuovi sentieri”. Camminatore esperto nei gruppi eventi per trekkers valenti e Rio Cavo, con alle spalle numerose iniziative, come la “Mamo” mare e monti, la “M’amo camminando” con partenza da Cesenatico e arrivo fino al rifugio Biancaneve del Monte Fumaiolo, il viaggio è appunto spirituale.Per me è un pellegrinaggio, ma anche una vacanza. Quotidianamente devo svolgere tante faccende, mia suocera ha 102 anni, mia moglie ha qualche problema di salute. Avendo due figlie mi occupo a volte di tre nipoti”. Una forza che va oltre l’allenamento perché “trasferisco il mio quotidiano nella strada: lì devo solo camminare, bere, mangiare e dormire. Mi rimane tanto tempo per pensare e pregare”. C’è spazio anche per il volontariato “alla Croce Verde, che ho contribuito a fondare nel giugno del 1991 e di cui son stato presidente per 15 anni. Oggi ho passato il testimone e rivesto il ruolo di presidente onorario. Come dico spesso: ‘i figli non si abbandonano mai’”.

“Prerogativa è quella di fermarmi a parlare con la gente”

Nel 2000 ci vollero 11 giorni di cammino, “oggi forse di più” ha spiegato, e per i pernottamenti “la mia prerogativa è quella di fermarmi a parlare con la gente, questa è la ragione per cui non prenoto in anticipo nulla. I giorni non sono tutti uguali: si possono fare più chilometri e in altri meno. Prediligo i luoghi religiosi, ma capita anche di pernottare in agriturismi, B&b, alberghi”. Fondamentale il ruolo dell’alimentazione, “serve mangiare bene e dormire meglio. Non mi privo di nulla e al contempo evito le abbuffate. I pasti principali sono la colazione e la cena, da non fare troppo tardi. Nello zaino tengo sempre qualche barretta energetica e della frutta secca, oltre che una buona scorta d’acqua. A mezzogiorno il pranzo a volte lo faccio, altre volte no. Alle 18-18,30 troviamo un riparto per la notte”. Una distanza simile è proibitiva e “chiunque può fare 30 chilometri in un giorno, poi chi non è allenato si ferma. Ci vuole costanza a farne 10-12 al giorno. Io cerco di uscire almeno due volte alla settimana”. Arrivati a destinazione a piazza San Pietro, “mi farò una foto. L’ultima volta ho lasciato il paio di scarpe usurate che avevo indossato. Resterò in città forse qualche giorno per salutare papa Francesco e ho una tappa obbligata a Tivoli per trovare mia sorella ricoverata in una struttura”.