I vescovi don Pino e Douglas in pellegrinaggio insieme al Monte per le vocazioni

Oggi, di buon mattino, il cammino dalla Cattedrale all'abbazia benedettina. Qui la Messa in cripta concelebrata dai due presuli

Foto: Francesca Pinto

Primo pellegrinaggio a piedi all’abbazia di Santa Maria del Monte per le vocazioni con il nuovo vescovo Antonio Giuseppe.

Pellegrinaggio mattutino

Una ventina di persone si è messa in cammino, all’alba di oggi, nonostante il maltempo, per pregare per le vocazioni insieme all’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, partendo dalla Cattedrale di Cesena. Con loro il vescovo emerito Douglas Regattieri, che ha iniziato questa tradizione che si tiene l’ultimo sabato di ogni mese, e don Marcello Palazzi, rettore del Seminario diocesano. Durante il cammino si è pregato il Rosario con alcune tappe lungo il percorso per chiedere al Signore che mandi operai alla sue messe. Tappa finale all’abbazia di Santa Maria del Monte, dove, nella cripta, è stata concelebrata l’Eucaristia.

Foto: Francesca Pinto
Foto: Luciano Veneri
Foto: Luciano Veneri

Messa nella cripta dell’abbazia

La Messa, partecipata da una cinquantina di persone, è stata presieduta dal vescovo emerito Regattieri. All’altare con lui monsignor Caiazzo, che, fin da subito, ha espresso la volontà di proseguire l’iniziativa avviata dal suo predecessore. Con loro anche don Marcello Palazzi, l’abate di Santa Maria del Monte dom Mauro Maccarinalli, altri monaci benedettini e alcuni diaconi.

Foto: Francesca Pinto
Foto: Luciano Veneri

Il vescovo emerito: “Elogio della fragilità”

All’inizio della celebrazione, monsignor Ragattieri ha pregato per le vocazioni, soprattutto quelle al sacerdozio e alla vita consacrata, e per le vittime del terremoto in Myanmar e per la pace nel mondo.

Nella breve omelia, il presule si è soffermato sulle parole del profeta Osea, nella Prima lettura odierna, che definisce l’amore dell’uomo “come la rugiada”. Un’immagine, ha sottolineato il vescovo emerito, che è “un elogio alla fragilità, ma che non trova consenso nel mondo di oggi. La fragilità è una cosa da superare, da vincere”. Per monsignor Regattieri, invece, “la fragilità è da accogliere, da attraversare con positività e consapevolezza. La ragione profonda è che il Figlio di Dio ha amato la nostra fragilità, l’ha persino assunta, l’ha presa su di sé, l’ha accolta, l’ha fatta sua. È questo il motivo per cui siamo invitati ad attraversare le nostre fragilità con spirito di fede e sguardo positivo”.

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Foto: Matteo Venturi

Preghiere per le vocazioni

Nella preghiera dei fedeli, l’invocazione al Signore affinché ci siano giovani aperti a “dedicarsi in maniera definitiva e radicale alla causa del Vangelo” e affinché “le famiglie cristiane educhino i figli in modo tale da renderli disponibili alla chiamata di Dio”. Nonostante le fragilità umane, sembra suggerire la Liturgia odierna.

Foto: Matteo Venturi