Diocesi
Il vescovo don Pino alla celebrazione del Venerdì santo: “Non c’è morte che non sia un’ingiustizia”
Da monsignor Caiazzo un messaggio di speranza: "In Francia quest'anno tanti catecumeni. Il Signore opera oltre l'opera dell'uomo"
“Se è vero che Gesù Cristo è morto, è anche vero che dopo tre giorni è risuscitato”. Questo il messaggio di speranza del vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo all’omelia della celebrazione della passione del Signore poco fa, in cattedrale a Cesena.
Oggi non si celebra la Messa
La Chiesa, per antichissima tradizione, oggi, giorno di digiuno, non celebra l’Eucaristia. L’azione liturgica inizia con la preghiera silenziosa. Il vescovo, che presiede la solenne funzione, si sdraia al suolo e tutti si mettono in ginocchio. Segue la liturgia della Parola con la lettura del Passio, il Vangelo della passione, e l’omelia di monsignor Caiazzo.


“Ogni morte è sempre un’ingiustizia”
“Non c’è morte che non sia un’ingiustizia – ha sottolineato il presule all’inizio dell’omelia -. Ogni morte è sempre ingiusta. È stata ingiusta la morte di Gesù sulla croce. È stata ingiusta la morte dei due che sono stati crocifissi accanto a lui. È ingiusta ogni crocifissione a cui assistiamo spesso nell’impotenza”. Monsignor Caizzo ha ricordato quindi i “tanti crocifissi” che “sono dimenticati e soffrono nel silenzio”.
“L’uomo subisce tanti schiaffi”
Dalla lettura del Passio, due sono state le sottolineature del vescovo. La prima: “Gesù riceve dal servo del sommo sacerdote uno schiaffo e lui risponde Perché mi percuoti?. L’uomo subisce dalla storia e dagli uomini tanti schiaffi. Gesù non rimane in silenzio ma chiede spiegazioni“.
Forme di populismo
Il secondo atteggiamento evidenziato è quello di Pilato: “Non è uno che si è lavato le mani”, perché “nessuno come Pilato ha fatto di tutto per salvare Gesù“. Piuttosto “la folla” e “le forme di populismo che vengono aizzate sono contro l’uomo e anche il potere costituito cede e l’ingiustizia va avanti senza che ce ne rendiamo conto”. Monsignor Caiazzo si è quindi chiesto “quante persone ingiustamente perdono la vita? Quante persone ingiustamente muoiono nei nostri mari? Quante non hanno diritto a ciò che la vita ci dona?”.

Un messaggio di speranza
Di fronte a questi segnali di scoraggiamento, “il Signore opera oltre l’opera dell’uomo”, ha sottolineato il presule citando una notizia diffusa nelle scorse ore dalla stampa: “Nella Francia atea, quest’anno la Notte di Pasqua, 17.800 catecumeni (circa 10.400 adulti e 7.400 adolescenti, ndr) saranno battezzati. In nessuna nazione si battezzano tanti adulti come in Francia”. Per il vescovo “questo è il segno dell’acqua sgorgata dal costato di Cristo che continua oggi a formare la Chiesa e a farla vivere”. Da qui “non vogliamo perdere la fiducia in Dio e nell’uomo. Vogliamo essere uomini di speranza, perché la nostra speranza è una sola: se è vero che Gesù Cristo è morto, è anche vero che dopo tre giorni è risuscitato”.
Il vescovo scalzo davanti alla Croce
Dopo l’omelia, la celebrazione prosegue con la preghiera universale con le intenzioni per la Chiesa, per il Papa, per tutti gli ordini sacri e per tutti i fedeli, per i catecumeni, per l’unità dei cristiani, per gli Ebrei, per i non cristiani, per coloro che non credono in Dio, per i governanti e per i tribolati.
Segue l’adorazione della Croce. Il Crocifisso ligneo del XVII secolo della cattedrale viene svelato e portato in processione al centro della navata, dove tutti i fedeli presenti offrono un gesto di devozione e ringraziamento. Li precede il vescovo Caiazzo che si toglie la casula e, scalzo, si inginocchia davanti alla Croce e la bacia.

L’ultimo momento della celebrazione è la comunione, senza offertorio, e con le particole consacrate ieri. Al termine, l’assemblea si scioglie in silenzio.

Via Crucis
Alle 21 l’arcivescovo Caiazzo guiderà la Via Crucis partendo dalla chiesa di San Domenico, con conclusione in Cattedrale. Qui, dalle 23, ci sarà la veglia al Crocifisso proposta dall’Azione Cattolica. La Cattedrale resterà aperta per la preghiera fino all’una di notte. Sono invitati in particolare i gruppi giovanili.