Diocesi
La Messa in Coena Domini ieri in Cattedrale. Il vescovo Douglas ha lavato e baciato i piedi a 12 immigrati. E poi li ha invitati a cena in episcopio
La Messa in Coena Domini celebrata ieri pomeriggio in Cattedrale a Cesena ha avuto alcuni momenti di forte emozione. In particolare quando il vescovo Douglas, come fece Gesù con gli Apostoli nell’Ultima Cena, si è chinato e ha lavato e baciato i piedi a 12 immigrati.
“Rispondiamo all’invito del Signore – ha tenuto a precisare il presule alla fine della celebrazione, volendo spiegare il gesto e la presenza di tante persone di colore sull’altare – quando invitò dicendo, ero forestiero e mi avete ospitato. Questi giovani sono ospitati nella canonica di Bagnile, nel dormitorio qui accanto al vescovado e in alcune case della comunità papa Giovanni XXIII che ringrazio per avere preparato assieme questo gesto”.
Poi anche un fuori programma. Al termine della celebrazione eucaristica e della deposizione del Corpo del Signore nella Cappella della Madonna del Popolo, il presule ha ospitato in vescovado per la cena tutti i giovani a cui aveva poco prima lavato i piedi (foto sotto). Una cena in compagnia assieme ai membri della casa famiglia che abita in vescovado e a Giorgio Pollastri sempre della Papa Giovanni XXIII, responsabile della comunità di accoglienza di Bagnile. Un altro momento di fraternità e di condivisione. Un gesto concreto di comunione e di fratellanza, come indicato dal Vangelo.

Nell’omelia, poco prima, monsignor Regattieri aveva indicato tre tavole: quella della memoria, il ricordare lì’Ultima Cena, quella del servizio (appunto della lavanda, di chi si mette per ultimo e serve gli altri) e quella della comunione, del mettere insieme, come un attimo dopo si è visto in episcopio. “Se così non è e così non fosse – aggiunto il vescovo Douglas – le nostre cene sono false e inutili. La tavolta/altare è la sorgente della nostra fraternità. Non disertiamola”.