Lo studio “Mzds-Manzi e Zanotti” di Cesena disegna il nuovo marchio del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti

Mzds-Manzi e Zanotti design studio di Cesena ha ridisegnato il nuovo marchio del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit). Un segno distintivo che caratterizzerà tutta la comunicazione istituzionale del ministero con una linea grafica contemporanea e attuale. Lo rende noto lo stesso studio con sede sulla via Emilia, in località Case Missiroli.

“Siamo onorati di aver preso parte alla nuova progettazione del marchio del Mit – dicono Michele Manzi e Victor Zanotti di Mzds -. Per il nostro studio è un incarico prestigioso e di rilievo, data la complessità dell’attività e del respiro nazionale e internazionale che porta. L’incarico è arrivato perché in precedenza avevamo collaborato con il ministero del Turismo supportando l’attività di comunicazione del marchio ministeriale all’interno del progetto turistico “The Lovely places” (Rsm-Italia-Regione Marche-Emilia-Romagna). Marchio che nel 2023, a seguito della campagna di comunicazione “Open to meraviglia”, è stato parzialmente ristilizzato dal Gruppo Armando Testa. L’esperienza pregressa e le attività di comunicazione con le pubbliche amministrazioni sono state quindi determinanti. Questo incarico rappresenta un salto di qualità per Mzds, per la complessità del lavoro e per le attività richieste dal ministero”.

Nello specifico, spiegano Manzi e Zanotti, “su richiesta del Mit, siamo intervenuti nel ridefinire tutto il coordinato on e off-line, social network e app del Mit, partendo da un concept grafico fornito. Il nostro lavoro è stato quello di professionalizzare e dare corpo ad un’idea, ridefinendo il marchio nei concetti chiave che erano stati scelti dalla commissione. Il marchio che abbiamo ri-disegnato rappresenta la stella della Repubblica, il tricolore e un segno centrale che richiama un orizzonte e un tracciato che funge da slancio. Rappresenta l’idea di progresso e connessione, simboleggiando le reti infrastrutturali e le vie di trasporto che uniscono il Paese”.

Secondo i due designer si tratta di “un marchio tipicamente italiano perché ha in se morbidezza ed empatia ma anche quell’istituzionalità necessaria per identificarsi come marchio della Repubblica”.

“Quando a novembre 2023 – spiegano Manzi e Zanotti – siamo stati contattati dalla segreteria del ministero c’è stato un attimo di trepidazione e di timore considerato l’incarico importante e la visibilità (nonché la portata) del lavoro. È stato un percorso molto lungo che ha coinvolto l’intero studio soprattutto nella fase creativa iniziale e poi nel refinement, ovvero nelle attività di rifinitura del marchio. Sono state proposte oltre 20 ipotesi di varianti del marchio. Il nostro lavoro è simile a un artigiano del legno che prima abbozza le gambe del tavolo, poi le leviga e le rifinisce fino a trovare la quadra. È un lavoro di ricerca del dettaglio e dell’armonia. Ma anche di tecnica perché il marchio subisce poi le fasi di “stress”, ovvero viene declinato su numerosi supporti  autoveicoli, insegne, cartellonistica, web, social network) ed è in questa fase che nascono i problemi se non si è lavorato in maniera coerente. La difficoltà di queste attività non è solo “disegnare un bel marchio” – che resta comunque un aspetto mai trascurabile – ma gestire la sua complessità”.

Utilizzata anche l’intelligenza artificiale e banche dati internazionali per escludere soluzioni già viste, rendendo così univoca e originale la proposta.

“Siamo attivi nella comunicazione da oltre 25 anni – concludono Manzi e Zanotti – ma questa è stata, insieme al lavoro per Forlì Airport, una delle sfide più interessanti e prestigiose. Di solito questi incarichi sono affidati a blasonate agenzie di Milano e Roma con decine di dipendenti e bravissimi designer. Questo per noi è motivo di grande orgoglio e soddisfazione professionale. Abbiamo portato le nostre competenze di progettazione in un ambito così complesso e tecnico come quello della comunicazione delle istituzioni. Grazie naturalmente a chi ci ha dato fiducia”.

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