Maturità, una frase di Borsellino tra le tracce della prova di italiano

Affinati ai ragazzi: “Scelta, memoria, responsabilità per prepararsi al viaggio della vita”. Proposto anche un testo di Riccardo Maccioni di "Avvenire" sul rispetto

(Foto ANSA/SIR)

“I giovani, la mia speranza”, un messaggio del giudice Paolo Borsellino, è una delle sette tracce fornite questa mattina ai maturandi per la prima prova scritta, quella di Italiano, dell’esame di Stato.

Le sette tracce

In alternativa a Borsellino, secondo quanto riporta il sito www.ansa.it, agli studenti è stato proposto un estratto dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, così come una poesia di Pier Paolo Pasolini. Tra le opzioni, pure gli anni Trenta e il New Deal, in un testo tratto da Piers Brendon e i social e l’indignazione da un brano di Anna Meldolesi e Chiara Lalli. C’è poi un brano dal titolo “Un quarto d’era (geologica) di celebrità” del filosofo e saggista Telmo Pievani sull‘impatto ambientale della nostra civiltà e sulla cementificazione del territorio. Tra le proposte anche un testo del giornalista Riccardo Maccioni, caporedattore centrale per tanti anni al quotidiano “Avvenire”, sul tema del rispetto.

L’educatore Affinati: “Scelta, memoria e responsabilità”

Hanno preso il via alle 8,30 di oggi gli esami di maturità per 524.415 studenti (511.349 candidati interni e 13.066 esterni). La prima prova scritta di Italiano è comune a tutti gli indirizzi di studio. Scelta, memoria, responsabilità. Sono le tre parole “per prepararsi al viaggio della vita” che, in un’intervista al Sir, Eraldo Affinati, scrittore romano e appassionato educatore, fondatore con la moglie Anna Luce Lenzi nel 2008 della scuola “Penny Wirton” per l’insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, consegna ai ragazzi che iniziano oggi gli esami di maturità.

La prima, spiega, è scelta: “Non si può restare sempre aperti a tutte le possibili opzioni. Arriva un punto in cui diventa necessario saper rinunciare a qualcosa anche di prezioso che potremmo fare, in nome di qualcos’altro in cui crediamo di più”. Quindi memoria. “Soltanto se capisci da dove vieni, puoi comprendere in quale direzione andare. Da ragazzi è difficile rendersi conto che spesso la stazione da cui partiamo risulta anteriore alla nostra nascita, quasi sempre riguarda i genitori: se ad esempio questi non hanno fatto bene i compiti (esistenziali), saranno i figli a doverli affrontare”. La terza parola è responsabilità, “da non intendersi in senso solo giuridico. Essere responsabili dei contesti nei quali operiamo resta fondamentale, non basta eseguire il mansionario per sentirsi a posto con la coscienza. Mettere insieme queste tre parole – conclude Affinati – vuol dire prepararsi al viaggio della vita”.

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