Cesena
Morandini (Mov. per la vita): “Ci vuole una politica seria a sostegno della natalità”
"Il sostegno alla vita e alla famiglia dovrebbe essere una priorità", aggiunge l'esponente nazionale
Morandini sarà a Cesena mercoledì 23 aprile alla sala del “Don Baronio” sul tema “Ci sarà un futuro per i nostri giovani?”
La serata in vista dell’appuntamento a Roma del 10 maggio
“Da molti, anche all’interno del mondo cattolico, queste nostre attività in favore della vita sono viste come un impegno di retroguardia”. Lo dice con un certo sconforto Pino Morandini, magistrato e vicepresidente nazionale del Movimento per la vita. Morandini sarà a Cesena mercoledì 23 aprile. Alle 21, nella sala della Fondazione “Don Baronio” (via Mulini, 24) terrà un incontro su “Ci sarà un futuro per i nostri giovani?”. L’appuntamento è promosso da diverse sigle tra cui il Centro di aiuto alla vita, il Family day e il Movimento per la vita e si tiene in vista dell’appuntamento a Roma di sabato 10 maggio. “Noi del Movimento per la vita – prosegue Morandini – dei Centri di aiuto alla vita siamo convinti che difendere la vita sia un impegno per il futuro, anche da un punto di vista culturale. Un segnale per dare speranza ai giovani di oggi che la potranno trovare solo se noi adulti saremo capaci di essere all’altezza della testimonianza che ci viene richiesta”.
Dobbiamo cambiare rotta. L’amore bussola dei nostri rapporti
Davanti alle nuove sfide poste dalle manipolazioni genetiche, dall’eutanasia e del suicidio assistito, “abbiamo la necessità di attrezzarci dal punto di vista culturale – insiste il magistrato -. Dobbiamo provare a cambiare rotta. O ci presentiamo così, in favore della vita, con l’amore come bussola dei nostri rapporti, oppure in chi ci sta vicino vedremo sempre un nemico, come è capitato durante l’esperienza recente del Covid”.
Trasmettere alle nuove generazioni la passione per la vita
Ai giovani bisognerebbe trasmettere la passione per la vita. Questa è la ricetta indicata da Morandini. La passione per la vita nascente, la vita morente e quella sofferente. “Quando nasce un bambino che non era voluto – aggiunge il vicepresidente del Movimento per la vita – rinasce e rifiorisce la vita in tutte le persone che vivono attorno a lui. È uno sbocciare da ogni parte. Invece, l’inverno demografico è il segno evidente della tristezza di questi anni in cui l’età media si alza. Non si vogliono figli perché non c’è più speranza. La speranza deve avere un fine e un fondamento su cui poggiare. Nei centri di aiuto alla vita lo sperimentiamo ogni giorno”.
I giovani portano dentro una domanda di senso
Le nuove generazioni non sono peggiori rispetto a quelle passate, anzi. “I giovani – precisa il magistrato – portano dentro di sé una domanda di senso pieno e autentico”. Per esempio, insiste il prossimo relatore a Cesena, “al suicidio assistito è possibile un’alternativa”. Inoltre, fa presente, “in questi anni di impegno con il Movimento e i Centri di aiuto alla vita abbiamo salvato dall’aborto 280 mila bambini”. Poi insiste con alcune domande che suonano come provocazioni. “Vogliamo una società che si fa carico dei fragili? Oppure vale solo la legge del più forte? I nostri idoli devono essere solo il denaro e il potere? Noi vorremmo che prevalesse la forza della ragione”. E conclude il ragionamento con una certezza: “Si tratta di un percorso lungo, ma possibile”.
Sostenere la vita e la famiglia. Dovrebbe essere una priorità
Infine si trova posto anche per una parola di speranza. “Le persone non vanno mai giudicate. Solo uno è il giudice e ha la lettera maiuscola – nota Morandini con un certo vigore -. Ma una cultura e una legislazione vanno giudicate. Il sostegno alla vita e alla famiglia dovrebbe essere una priorità per la politica. Ci vuole una politica seria e forte in favore della natalità, per ridare forza prima di tutto alle relazioni umane. Poi ci sarà tutto un rifiorire nella società, anche dal punto di vista economico. Ma tutto parte dalla vita”.
