Papa Francesco: a Aimc, Uciim e Agesc, “Dio è vicino, compassionevole e tenero, la sua è una pedagogia del dono. Per favore, in famiglia si parli”

Questa mattina si è svolta l'udienza nell'aula Paolo VI, in Vaticano

Un'immagine dell'udienza di questa mattina. Foto agensir.it
Un'immagine dell'udienza di questa mattina. Foto agensir.it

Nell’anniversario delle associazioni

“Sono contento di incontrarvi in occasione degli anniversari delle vostre Associazioni: l’80° dell’Associazione italiana maestri cattolici e dell’Unione cattolica italiana insegnanti, dirigenti, educatori, formatori, e il 50° dell’Associazione genitori scuole cattoliche. È una bella occasione per fare festa insieme e per fare memoria della vostra storia e guardare al futuro. Questo esercizio, questo movimento tra radici – memoria – e frutti – i risultati – è la chiave di volta dell’impegno in ambito educativo”. L’ha detto, stamattina, papa Francesco, ricevendo in udienza, nell’Aula Paolo VI, l’Aimc, l’Uciim e l’Agesc.

La pedagogia di Dio e il suo metodo educativo

“Il nostro incontro avviene nel tempo liturgico di Natale, un tempo che ci mostra la pedagogia di Dio. E qual è il suo ‘metodo educativo? È quello della prossimità, la vicinanza. Dio è vicino, compassionevole e tenero – ha osservato il Pontefice -. Le tre qualità di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. La vicinanza, la prossimità”. Il Santo Padre ha evidenziato: “Come un maestro che entra nel mondo dei suoi alunni, Dio sceglie di vivere tra gli uomini per insegnare attraverso il linguaggio della vita e dell’amore. Gesù è nato in una condizione di povertà e di semplicità: questo ci richiama a una pedagogia che valorizza l’essenziale e mette al centro l’umiltà, la gratuità e l’accoglienza. La pedagogia distante e lontana dalle persone non serve, non aiuta. Il Natale ci insegna che la grandezza non si manifesta nel successo o nella ricchezza, ma nell’amore e nel servizio agli altri. Quella di Dio è una pedagogia del dono, una chiamata a vivere in comunione con Lui e con gli altri, come parte di un progetto di fraternità universale, un progetto in cui la famiglia ha un posto centrale e insostituibile. La famiglia!”.

Riconoscere la dignità di ogni persona. Il dialogo fa crescere

Inoltre, “questa pedagogia è un invito a riconoscere la dignità di ogni persona, a cominciare da chi è scartato e ai margini, come duemila anni fa erano trattati i pastori, e ad apprezzare il valore di ogni fase della vita, compresa l’infanzia. La famiglia è il centro, non dimenticatelo! Mi raccontava una persona che una domenica era a pranzo in un ristorante e al tavolo vicino c’era una famiglia, papà, mamma, figlio e figlia. Tutti e quattro con il cellulare, non parlavano fra loro, con il cellulare. Questo signore ha sentito qualcosa, si è avvicinato e ha detto: ‘Ma voi siete famiglia, perché non parlate fra voi e parlate così? È una cosa strana…’. Lo hanno ascoltato, lo hanno mandato a quel paese e hanno continuato a fare queste cose. Per favore, in famiglia si parli! Famiglia è dialogo, il dialogo che ci fa crescere”.