Papa Leone all’udienza di questa mattina: “Dio ci precede sempre”

Il Pontefice ha concluso l'udienza in piazza San Pietro ricordando l'80° anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, lanciando un appello affinché "l'illusione basata sulla reciproca distruzione ceda il passo agli strumenti della giustizia, alla pratica del dialogo, alla fiducia nella fraternità"

Papa Leone XIV all'udienza generale di oggi in piazza San Pietro, a Roma. Foto Vaticanews
Papa Leone XIV all'udienza generale di oggi in piazza San Pietro, a Roma. Foto Vaticanews

Questa mattina, in piazza San Pietro, Prevost ha commentato l’episodio evangelico della preparazione alla Pasqua, riprendendo il ciclo delle catechesi giubilari su “Gesù Cristo, nostra speranza”. Al termine dell’udienza l’appello alla pace, alla giustizia e alla fraternità nell’80esimo anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.

L’udienza di questa matttina

Per ciascuno di noi c’è “una stanza al piano superiore già pronta”, che “ci dice che Dio ci precede sempre” e che la passione di Gesù non è frutto del caso. Così Leone XIV, riprendendo il ciclo di catechesi giubilari su “Gesù Cristo, nostra speranza”, ha commentato l’episodio del Vangelo di Marco in cui si racconta la preparazione alla Pasqua.

“Hiroshima e Nagasaki, monito contro la devastazione delle guerre”

Al termine dell’udienza, il Papa ha ricordato l’80esimo anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. “Sono un monito universale contro la devastazione causata dalle guerre, e in particolare dalle armi nucleari”, ha detto. “Auspico che nel mondo contemporaneo, segnato da forti tensioni e sanguinosi conflitti, l’illusione basata sulla reciproca distruzione ceda il passo agli strumenti della giustizia, alla pratica del dialogo, alla fiducia nella fraternità”, ha aggiunto.

Il commento al Vangelo. “Il Signore ha preparato per noi un posto”

“L’amore non è frutto del caso, ma di una scelta consapevoleNon si tratta di una semplice reazione, ma di una decisione che richiede preparazione”, ha esordito Prevost soffermandosi sul verbo “preparare”, essenziale nella vita del cristiano. “Gesù non affronta la sua passione per fatalità, ma per fedeltà a un cammino accolto e percorso con libertà e cura”, ha spiegato Leone XIV: “È questo che ci consola: sapere che il dono della sua vita nasce da un’intenzione profonda, non da un impulso improvviso. Quella ‘sala al piano superiore già pronta’ ci dice che Dio ci precede sempre. Ancor prima che ci rendiamo conto di avere bisogno di accoglienza, il Signore ha già preparato per noi uno spazio dove riconoscerci e sentirci suoi amici. Questo luogo è, in fondo, il nostro cuore: una ‘stanza’ che può sembrare vuota, ma che attende solo di essere riconosciuta, colmata e custodita”.

“Il dono di Dio non elimina la nostra responsabilità, ma la rende feconda”

“La grazia non elimina la nostra libertà, ma la risveglia”, ha aggiunto il Pontefice: “Il dono di Dio non annulla la nostra responsabilità, ma la rende feconda: la Pasqua, che i discepoli devono preparare, è in realtà già pronta nel cuore di Gesù. È Lui che ha pensato tutto, disposto tutto, deciso tutto. Tuttavia, chiede ai suoi amici di fare la loro parte”. “Anche oggi, come allora, c’è una cena da preparare”, l’appello di Papa Leone: “Non si tratta solo della liturgia, ma della nostra disponibilità a entrare in un gesto che ci supera. L’Eucaristia non si celebra soltanto sull’altare, ma anche nella quotidianità, dove è possibile vivere ogni cosa come offerta e rendimento di grazie”. Per il Papa, il segreto della vita spirituale non sta nel “fare di più”, ma nel “lasciare spazio: significa togliere ciò che ingombra, abbassare le pretese, smettere di coltivare aspettative irreali”, ha detto Leone XIV entrando nel dettaglio: “Troppo spesso, infatti, confondiamo i preparativi con le illusioni. Le illusioni ci distraggono, i preparativi ci orientano. Le illusioni cercano un risultato, i preparativi rendono possibile un incontro”.

Gesù, l’ultima cena e l’amore, dono anticipato

“L’amore vero – ci ricorda il Vangelo – si dà prima ancora che venga ricambiato”, ha affermato il Pontefice: “È un dono anticipato. Non si fonda su ciò che riceve, ma su ciò che desidera offrire. È ciò che Gesù ha vissuto con i suoi: mentre loro ancora non capivano, mentre uno stava per tradirlo e un altro per rinnegarlo, Lui preparava per tutti una cena di comunione”. “Anche noi siamo invitati a preparare la Pasqua del Signore. Non solo quella liturgica: anche quella della nostra vita”

“Dove l’amore è stato preparato, la vita può davvero fiorire”

L’esortazione finale: “Ogni gesto di disponibilità, ogni atto gratuito, ogni perdono offerto in anticipo, ogni fatica accolta pazientemente è un modo per preparare un luogo dove Dio può abitare – ha detto il Papa: possiamo allora chiederci: quali spazi nella mia vita ho bisogno di riordinare perché siano pronti ad accogliere il Signore? Cosa significa per me oggi preparare? Forse rinunciare a una pretesa, smettere di aspettare che l’altro cambi, fare il primo passo. Forse ascoltare di più, agire di meno, o imparare a fidarmi di ciò che già è stato predisposto. Se accogliamo l’invito a preparare il luogo della comunione con Dio e tra di noi, scopriamo di essere circondati da segni, incontri, parole che orientano verso quella sala, spaziosa e già pronta, in cui si celebra incessantemente il mistero di un amore infinito, che ci sostiene e che sempre ci precede – ha assicurato Leone XIV -. Che il Signore ci conceda di essere umili preparatori della sua presenza. E, in questa disponibilità quotidiana, cresca anche in noi quella fiducia serena che ci permette di affrontare ogni cosa con il cuore libero. Perché dove l’amore è stato preparato, la vita può davvero fiorire”.

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