Papa Leone: “La fraternità non è un bel sogno impossibile”

All'udienza del mercoledì anche il Corriere Cesenate da una postazione privilegiata. Le foto e le parole del Papa

Foto: Matteo Venturi

Il tema della fraternità al centro della catechesi di Leone XIV di questa mattina, mercoledì 12 novembre.

Piazza gremita

Piazza San Pietro, in una mite giornata autunnale, è gremita, l’accoglienza del Santo Padre è calorosa. “È sempre così – riferisce Michela Nicolais dell’agenzia Sir, presente in Sala stampa vaticana-. Il calore per papa Leone è tanto, la piazza sempre piena. Tanti gli appuntamenti, così come le parole che pronuncia ogni giorno. Purtroppo dai grandi media questo non traspare”. Grazie al Sir oggi in piazza San Pietro c’è anche il Corriere Cesenate con la possibilità di seguire l’udienza generale del mercoledì da un punto di vista privilegiato: dall’alto, nel braccio di Carlo Magno, sopra la parte sinistra del colonnato, con colpo d’occhio spettacolare.

Foto: M. Venturi

“Fraternità non scontata”

Il comandamento dell’amore (“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”) è il brano dal Vangelo secondo Giovanni alla base della riflessione del Papa, che prosegue il ciclo di catechesi giubilari sul tema “Gesù Cristo nostra speranza”. “Sappiamo bene – ha rilevato il Santo Padre – che anche oggi la fraternità non appare scontata, non è immediata”, ma “non è un bel sogno impossibile“.

“Omnes fratres”

Prevost ha ricordato che “la parola “fratello” deriva da una radice molto antica, che significa prendersi cura, avere a cuore, sostenere e sostentare”. Per il Pontefice, “questo dimostra la necessità, oggi più che mai urgente, di rimeditare il saluto con cui san Francesco d’Assisi si rivolgeva a tutte e a tutti, indipendentemente da provenienze geografiche e culturali, religiose o dottrinali: omnes fratres era il modo inclusivo con cui san Francesco poneva sullo stesso piano tutti gli esseri umani, proprio perché li riconosceva nel comune destino di dignità, di dialogo, di accoglienza e di salvezza. Papa Francesco ha riproposto questo approccio del Poverello di Assisi, valorizzandone l’attualità dopo 800 anni, nell’Enciclica Fratelli tutti“.

“Un tratto essenziale del cristianesimo”

Leone XIV ha sottolineato che “quel “tutti”, che significava per san Francesco il segno accogliente di una fraternità universale, esprime un tratto essenziale del cristianesimo, che sin dall’inizio è stato l’annuncio della Buona Notizia destinata alla salvezza di tutti, mai in forma esclusiva o privata. Questa fraternità si basa sul comandamento di Gesù, che è nuovo in quanto realizzato da Lui stesso, compimento sovrabbondante della volontà del Padre: grazie a Lui, che ci ha amato e ha dato sé stesso per noi, noi possiamo a nostra volta amarci e dare la vita per gli altri, come figli dell’unico Padre e veri fratelli in Gesù Cristo”.

Foto: M. Venturi

L’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale

Nel salutare i pellegrini provenienti da varie parte del mondo, ai polacchi Prevost ha ricordato le parole sempre attuali di Benedetto XV: “Ieri abbiamo commemorato la fine della “inutile strage” della Prima Guerra Mondiale (11 novembre 1918, ndr), dopo la quale per molti popoli, compreso il vostro, è giunta l’alba dell’indipendenza. Siamo grati a Dio per il dono della pace, della quale – come affermava sant’Agostino – “nessuna cosa è assolutamente migliore”. Custodiamola con il cuore radicato nel Vangelo, nello spirito di fraternità e di amore per la Patria”.

Esempio di zelo per l’unità della Chiesa

Ai pellegrini di lingua italiana il Papa ha infine ricordato che “la liturgia odierna fa memoria del vescovo san Giosafat, martire a motivo del suo infaticabile zelo per l’unità della Chiesa. Incoraggio ciascuno ad avere coscienza dei doni di grazia ricevuti, perché siano messi a disposizione della comunità”.

Foto: M. Venturi