Una poesia dopo lo Stabat Mater in Cattedrale

L’amica/lettrice Sandra Maggioli, dopo lo Stabat Mater di Rossini che si è tenuto in Cattedrale venerdì scorso, ha inviato in redazione questa poesia che volentieri pubblichiamo. L’evento si è tenuto a quattro anni dalla morte di Giovanni Battistini, già presidente del coro lirico “Maria Callas”. 

Di seguito il testo.

STABAT MATER

Stabat Mater

note acute

in un profondo silenzio

di estatica inquietudine

di sinuose parole

accompagnate da violini, contrabassi e flauti

ora sonanti e fieri

ora delicati e tenui

come lo è la compagnia di Maria

ai piedi della croce.

Stabat Mater

un coro che canta

la melodia di una preghiera:

la vergine Maria

addolorata

scompigliata

sacrificata,

per l’incontro dell’umano col Divino

coniugato e sacralizzato nello spirito di Cristo.

Stabat Mater

è la potenza di un soprano

che invoca a piena voce Maria

e le infonde coraggio, equilibrio ed armonia.

Dall’altisonante cupola del Duomo

risuona un richiamo di aiuto, misericordia e consolazione.

Una voce tonante predica l’amore di Cristo

per tutti noi:

senza alcuna riserva,

senza alcuna aspettativa.

Unito e combattente

contro l’ibrida falsità dell’uomo

e della sua eterea potenza,

il coro vibra con voce unanime,

s’appresta all’Amen: la fine

per chi non concepisce Cristo-eternità.

Sandra Maggioli