Giornata contro le aggressioni al personale sanitario, l’impegno di Cisl Fp Romagna

In Ausl Romagna nel 2024 ci sono state 517 aggressioni, 24 in più rispetto al 2023

infermieri e Oss del pronto soccorso impegnati nella campagna di sensibilizzazione contro le aggressioni, a Ravenna

Oggi, 12 marzo, si celebra la Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari. Sul tema interviene Cisl Fp Romagna parlando di “situazione preoccupante”.

Passi in avanti

“Come Cisl Fp Romagna – scrive il sindacato in una nota – prendiamo atto di alcuni recenti sviluppi che rispondono alle nostre richieste riguardanti la sicurezza degli operatori sanitari. In particolare, apprezziamo l’implementazione degli orari di copertura da parte degli agenti di Polizia di Stato e l’avvio di una campagna regionale di sensibilizzazione contro le aggressioni, una proposta che abbiamo più volte avanzato con le nostre delegate e delegati del pronto soccorso e che finalmente è stata presa in considerazione dalla Regione”.

Numeri in aumento

Per il segretario generale Cisl Fp Romagna Mario Giovanni Cozza, tuttavia, “restano ancora molti passi da compiere. In particolare, chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto per rivedere le linee guida regionali sulla gestione delle aggressioni, che sono ferme al 2019. In questi ultimi anni, il fenomeno è aumentato in modo preoccupante, come dimostrano i dati forniti dall’Ausl Romagna: nel 2023 sono state registrate 493 aggressioni (verbali e fisiche), mentre nel 2024 si è passati a 517. Un trend in crescita e in forte aumento”.

Criticità locali e nazionali

Per la Cisl Fp Romagna l’introduzione da parte dell’Ausl di uno psicologo, in via sperimentale, per la gestione dell’utenza nei pronto soccorso è una misura che andrà valutata. Si rende necessario però che “tale supporto debba essere esteso ai colleghi coinvolti e che subiscono l’aggressione, affinché possano affrontare al meglio la situazione psicologica ed emotiva che ne deriva, supporto previsto nel nuovo contratto nazionale, che purtroppo, a causa di alcune sigle sindacali che non hanno firmato, non può essere applicato ai lavoratori del comparto sanitario, come per la tutela legate a sostegno del professionista che ha subito l’aggressione. Questo significa che molti dei diritti e delle tutele che avevamo richiesto non sono attualmente disponibili per i nostri colleghi, mettendo a rischio la loro sicurezza e il loro benessere”.

“No a silenzio e inerzia”

Il sindacato sottolinea infine che “la sicurezza degli operatori sanitari deve essere una priorità assoluta. Non possiamo permettere che il silenzio e l’inerzia prevalgano. Per questo, continueremo a lottare affinché vengano adottate tutte le misure necessarie per tutelare il personale sanitario, in modo concreto e tempestivo portando avanti la nostra campagna di sensibilizzazione contro le aggressioni nei confronti dei dipendenti dei servizi pubblici”.