Morandini (mov. vita): “La strada vincente è l’umano. Solo così c’è futuro per i giovani”

Il vicepresidente nazionale ieri sera ha tenuto un incontro a Cesena. "La vita umana è il crocevia decisivo", ha aggiunto

Pino Morandini, a destra, con Antonio Belluzzi, ieri sera a Cesena. Foto Pier Giorgio Marini
Pino Morandini, a destra, con Antonio Belluzzi, ieri sera a Cesena. Foto Pier Giorgio Marini

Ogni persona è una meraviglia, sintesi di anima e carne, ha detto il magistrato

Senza la difesa della vita non c’è pace, né democrazia

“Ci sarà un futuro per i nostri giovani?”. È stato questo il titolo dell’incontro svoltosi ieri sera nel salone del “Don Baronio con Pino Morandini, magistrato, oggi vicepresidente nazionale del Movimento per la Vita e del Family Day. Il messaggio al centro dell’evento è stato chiaro: senza la difesa della vita, non c’è pace, né democrazia. (Al link qui sotto l’articolo con cui abbiamo annunciato la serata).


Ci vogliono adulti responsabili e testimoni

Morandini risponde con convinzione: un futuro è possibile, ma richiede l’impegno di adulti e giovani. Agli adulti chiede responsabilità e testimonianza. Ai giovani rivolge un invito controcorrente: ascoltare chi vive secondo valori forti, e avere il coraggio di cambiare rotta in una società che spesso disumanizza.

O si ama o si scompare

Il tono è accorato, diretto, profondo. Morandini scuote le coscienze con provocazioni che diventano appelli:
“Oggi l’alternativa è amare o scomparire.”
“Non si può parlare di dignità umana senza difendere tutta la vita.”
“Una società che esclude i deboli può ancora parlare di inclusione?”
“Perché nascondiamo il dolore se è proprio dall’esperienza della morte che nasce il valore della vita?”.
Denuncia le contraddizioni di una cultura che riduce la libertà al potere del più forte, che trasforma i diritti in delitti, che ignora il valore della vita nascente e morente.

Tra le macerie, segnali di speranza

Eppure, tra queste macerie morali e culturali, si intravedono segni di speranza: famiglie per l’accoglienza, operatori, medici, educatori, giuristi, associazioni. Sono loro, dice, a costruire ogni giorno una civiltà dell’amore e della vita.
Commovente il ricordo del “Progetto Uomo” con don Mario Picchi, comunità per il recupero dei tossicodipendenti:
“Parlare a quei ragazzi della sessualità li ha fatti piangere. Cercavano senso, verità, amore”.

Ogni persona è una meraviglia, sintesi di anima e carne

E proprio l’educazione all’amore diventa il cuore della sua proposta: “Non abbiamo un corpo, siamo un corpo. Ogni persona è una meraviglia, sintesi di anima e carne“. Due le vie indicate per costruire un nuovo umanesimo: mobilitare le coscienze e costruire opere educative che siano “vivai” per una cultura della vita, fondata sulla verità del corpo, della relazione e della sessualità.

Vita umana, crocevia decisivo

In chiusura, Morandini lancia un appello che è insieme sfida e speranza: “La questione della vita umana è il crocevia decisivo per la dignità e l’uguaglianza. Difendere i più deboli non è solo un dovere morale: è l’unico modo per costruire una società davvero umana“. Con immagini potenti, paragona la vita a un fiume che, pur tra ostacoli e deviazioni, scorre sempre verso il mare: “Il fiume della vita va verso la vita. Nonostante i fallimenti e gli inciampi, la vita dà freschezza a ogni gesto“.