Archeologia sarsinate protagonista alla Festa romana

Il punto fatto nei giorni scorsi dalla Soprintendenza e dagli esperti del settore

Un momento della Festa Romana, a Sarsina lo scorso fine settimana

La Festa romana di Sarsina, che si è svolta sabato 5 luglio, è ripartita davvero alla grande, con nuove scenografie (archi trionfali, colonne, maschere) e nuove attrazioni.

Un territorio ricco di storia

È stata arricchita anche da varie iniziative, che si sono svolte domenica 6, di carattere storico e archeologico. Il più rilevante è stato un incontro, a cura di Romina Pirraglia, archeologa della Soprintendenza Abap per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, dal titolo “Archeologia sarsinate tra passato e presente”. Numerosi e qualificati gli interventi. L’architetto Paolo Baronio, ricercatore in Topografia antica presso la Scuola superiore meridionale di Napoli, ha presentato “Considerazioni sulla topografia di Sarsina romana a partire da alcune antiche scoperte”. Rifacendosi alle più antiche fonti storiche, come il libro sulle antichità di Sarsina dello storico Filippo Antonini, ha illustrato le vicende di numerosi reperti, alcuni del quali, come il cosiddetto “Bagno della Regina”, scomparsi da secoli. Chiara Guarnieri, archeologa della Soprintendenza, si è soffermata sul periodo compreso tra la tarda antichità e l’Alto Medioevo, con la città romana ormai in decadimento e la spoliazione dei grandi edifici pubblici, con aree ripulite dai reperti marmorei trasformati in calce tramite apposite calcare e trasformate in orti o lasciate incolte. Si è soffermata sui reperti di via IV Novembre che sono molto significativi circa la topografia della città in quel periodo, quando l’avvento del Cristianesimo ha cambiato i parametri della città. Maria Teresa Pellicioni, già della Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna, ha relazionato su “Topografia, organizzazione e gestione della necropoli di Pian di Bezzo”.

Scavi vecchi e nuovi

Sono stati illustrati gli scavi, iniziati nel 1927, che hanno portato alla scoperta dei grandi mausolei a cuspide piramidale che costituiscono la peculiarità del patrimonio archeologico di Sarsina, i tipi di sepolture che venivano effettuate, le varie tipologie di tombe, le iscrizioni. Per la gestione c’erano operai addetti all’area cimiteriale, cioè imprese specializzate che provvedevano ai funerali. Fabio Bracci e Paola Fuselli, archeologi professionisti della Tecne srl, hanno poi informato sulle indagini archeologiche realizzate tra ottobre e gennaio scorsi in alcune vie del centro storico durante lavori per sottoservizi stradali. Si tratta di strutture murarie e fondazioni di edifici di difficile attribuzione con i resti di un pavimento in cocciopesto e un frammento di intonaco.

Il Museo archeologico

Ha concluso l’incontro Federica Timossi, direttrice del Museo archeologico Sarsinate che ha illustrato lo stato dei lavori in corso nell’edificio attualmente  chiuso. Si sta lavorando su oltre 600 metri quadri e su tre livelli per il miglioramento antisismico. I lavori dovrebbero terminare entro pochi mesi. Verrà allestito un nuovo percorso arricchito con didascalie anche in inglese. Non mancherà una nuova e speciale illuminazione dei reperti più importanti.

Passeggiata archeologica

Al termine, ha fatto seguito una passeggiata archeologica, seguita da centinaia di persone, durante la quale sono stati illustrati i reperti del foro romano e soprattutto quelli del grande tempio dedicato alla triade capitolina: Giove, Minerva e Giunone. Al Capitolium si stanno completando gli scavi (proprio pochi giorni fa è stata rinvenuta la tomba contenente lo scheletro di un inumato) e poi si procederà ai lavori per la manutenzione e la valorizzazione, per i quali è stata stanziata la cifra considerevole di 1,2 milioni di euro (vedi notizia al link sotto).