Cesena
Una targa per Cristina Golinucci. “La comunità di Cesena ne custodisca la memoria”
Nel parcheggio del convento dei frati cappuccini è stata inaugurata questa sera una targa nel ricordo della giovane di Ronta che lì scomparve l'1 settembre 1992. Il vescovo don Pino e il sindaco Enzo Lattuca accanto a mamma Marisa Degli Angeli
“Non so dove vanno le persone quando scompaiono, ma so dove restano”. È la citazione del libro “Il Piccolo Principe” di de Saint-Exupéry a caratterizzare la targa installata nel parcheggio del convento dei Cappuccini inaugurata oggi
“I suoi ultimi sguardi furono su questa città…”
Al canto delle cicale e nei colori del tramonto, una sessantina di persone hanno partecipato all’inaugurazione della targa posta esattamente nel luogo dove martedì 1° settembre 1992 la giovane Cristina Golinucci scomparve. Allora 21enne, Cristina partì da Ronta dove abitava con la sua famiglia e di certo arrivò al parcheggio dove venne ritrovata la sua Fiat 500. Al convento aveva appuntamento con il suo padre spirituale. Che non incontrò. “I suoi ultimi sguardi furono su questa città. La comunità di Cesena ne custodisca la memoria”, prosegue il testo della targa inaugurata. A custodirne la memoria oggi, al momento inaugurale, accanto a mamma Marisa e ai familiari di Cristina ci sono gli amici che in vario modo in questi 33 anni hanno condiviso con la famiglia Golinucci dolore e speranza, ricerca della verità e desiderio di giustizia: parrocchiani di Ronta, compagni di gioventù di Cristina e altri cesenati che hanno Cristina nel cuore. “Vi ringrazio per la vostra presenza – le parole di Marisa -. Qui Cristina è arrivata e credo che questa sia la tomba di mia figlia. A chi mi chiede se dopo tanti anni la cerco ancora, rispondo decisa: ‘Certo’: devo dare giustizia a mia figlia. Giustizia intesa come verità”.
Insieme al marito Giovanni, “sono salita qui la sera dell’1 settembre 1992 – ha proseguito Marisa -. Conoscevo la comunità dei Cappuccini dalle parole di Cristina, che parlava con libertà di questo luogo dove aveva trovato ascolto e confronto. E sono contenta, oggi, che altri giovani salgano ai Cappuccini e qui trovino fede, luce e speranza”.
Il sindaco Lattuca: “Un segno di riconciliazione”
“Siamo vicini a te in questa ostinata lotta che vale la pena fare fino all’ultimo tentativo, senza risparmiare nulla”, le parole del sindaco Enzo Lattuca. “Non ci sono alibi per chi sa la verità, vera o parziale, e sarebbe nelle condizioni di dirla. Le istituzioni sono nella condizione di raccogliere testimonianze e proteggere l’identità di chi può parlare”, ha proseguito riferendosi alla lettera anonima che la famiglia Golinucci ha ricevuto sette anni dopo la scomparsa di Cristina. Lettera che con tanti particolari indica in Emanuel Boke responsabile della scomparsa di Cristina, lui che allora era ospite della comunità dei Cappuccini. “Questa targa – ha concluso Lattuca – vuole essere anche un simbolo di riconciliazione con questo luogo su cui scese una nube di diffidenza. Bravi i Cappuccini a ricucire e a dedicarsi alla città: questo è stato il primo posto che ho chiamato la sera tra il 16 e il 17 maggio del 2023 cercando ospitalità per chi fuggiva dall’alluvione. Qui hanno trovato da subito un letto e accoglienza. Continuiamo a non perdere la memoria e teniamo viva la speranza. Grazie a Marisa e a tutte le persone di Penelope”. Penelope è l’associazione nazionale dei familiari delle persone scomparse. Nel 2022 Marisa è stata tra i fondatori.
Il vescovo: “Marisa, una donna che non accusa, ma cerca verità e giustizia”
“Ho letto nel cuore di mamma Marisa non disperazione, ma nel vuoto che porta dentro, la speranza che la giustizia possa dare quella pace di cui ha bisogno. Senza verità, non ci può essere giustizia”, le parole del vescovo don Pino, intervenuto accanto al padre guardiano dei Cappuccini, fra Filippo Gridelli. “Le lettere anonime sono come trafiggere ulteriormente il cuore di una mamma dicendo che si conoscono cose, ma non ci si fa avanti – ha proseguito il vescovo -. Sono qui da voi da pochi mesi, sto amando il vostro modo di essere che sta diventando il mio. I vostri dolori, i drammi, le gioie, riflettono le mie. State vivendo questa esperienza nella drammaticità per mancanza di verità… Marisa è una donna di grande fede che non accusa, ma cerca la verità e la giustizia. Insieme, sosteniamoci per scrivere pagine di vita e di storia che devono essere impresse come insegnamento nel cuore di ciascuno: impariamo a vivere meglio, a guardarci negli occhi, quando ci incontriamo. Grazie che ci sei e per la lotta che porti avanti”.





