Dall'Italia
Addio a Giorgio Armani, il re della moda italiana
Come diceva lo stesso stilista (1934-2025): "L'eleganza non é farsi notare, ma farsi ricordare"
Oggi pomeriggio a Milano, all’età di 91 anni, a causa di una malattia, è morto lo stilista e imprenditore Giorgio Armani, uno dei padri della moda italiana nel mondo.
La giacca destrutturata
Nato a Piacenza l’11 luglio 1934, ha incominciato a interessarsi attivamente alla moda nel 1957, quando ha lavorato come vetrinista e commesso presso la famosa catena di grandi magazzini “La Rinascente” di Milano. Da quell’incarico è partita la sua lunga e fruttifera carriera nel mondo, che lo ha portato alla fondazione nel 1975 (insieme a Sergio Galeotti) di una propria società di moda, la “Giorgio Armani Spa”. Ha rivoluzionato il “menswear” grazie all’invenzione della giacca destrutturata che, a differenza di quella classica, è più morbida, mutevole e moderna. In questo modo Armani ha introdotto un nuovo linguaggio di eleganza minimalista, che ha cambiato il modo di vestire di uomini e donne a partire dagli anni Settanta.
Amato a Hollywood
Nel corso di quasi cinque decenni, il nome dello stilista piacentino è divenuto uno dei simboli dell’Italia in tutto il mondo. Da autentico genio ha saputo mettere al servizio il suo immenso talento in diversi campi artistici. Oltre ovviamente a quello della moda, è stato molto attivo nel cinema, nello sport e nella musica. Ha lavorato per alcuni film entrati nella storia del cinema come “Phenomena” di Dario Argento (1985), “Gli intoccabili” di Brian De Palma (1987), “Il té nel deserto” di Bernardo Bertolucci (1990), “Cadillac Man” di Roger Donaldson (1990), “Ransom – Il riscatto” di Ron Howard (1996). In più ha vestito Richard Gere in “American Gigolò” di Paul Schrader (1980), Christian Bale in due delle pellicole appartenenti alla trilogia del Batman di Christopher Nolan (“Il cavaliere oscuro” del 2008 e “Il cavaliere oscuro – Il ritorno” del 2012), la coppia Michael Fassbender-Penélope Cruz in “The Counselor – Il procuratore” di Ridley Scott (2013), Leonardo DiCaprio in “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese (2013) e Jessica Chastain in “1981: Indagini a New York” di J.C.Chandor (2015). Molto amato a Hollywood, è stato chiamato per confezionare gli abiti di matrimonio di famose star come Nicole Kidman, Katie Holmes e Penélope Cruz. Nel 1999 ha prodotto il famoso documentario sul cinema italiano diretto da Martin Scorsese e intitolato “Il mio viaggio in Italia”.
Fra sport e musica
Per lo sport ha disegnato le divise sociali del Piacenza, del Chelsea e dell’Inghilterra. Ha creato un marchio sportivo, la EA7, con il quale è stato sponsor dell’Italia (in tutte le sue discipline) alle Olimpiadi di Londra 2012 e in altre manifestazioni sportive. A partire dal 2021, la EA7 di Armani è anche sponsor tecnico del Napoli. Nel 2008 è divenuto patron dell’Olimpia Milano, la gloriosa squadra di pallacanestro che anche grazie a lui, nel 2014, ha vinto il 20esimo titolo nazionale (a 18 anni dal precedente). Nella musica, ha pubblicato “Emporio Armani Caffè”, una raccolta di dischi di musica “ambient” (musica caratterizzata da suoni atmosferici e naturali), elettronica e sperimentale. Infine ha disegnato vestiti per cantanti come Alexia (moglie del nipote Andrea Camerana).
Onorificenze
Ha ottenuto dieci tra onorificenze italiane, straniere e accademiche, tra le quali spiccano il titolo italiano di “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”, quello francese di “Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore” e la Laurea honoris causa in “Global Business Management” all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Oltre alla carriera e ai successi, Armani sarà sempre ricordato per la sua sobrietà (vestiva quasi sempre con una semplice maglietta nera) e compostezza con le quali si approcciava alle altre persone. Come diceva lui: “L’eleganza non é farsi notare, ma farsi ricordare”.
Originario di Piacenza
“Giorgio Armani continuerà a vivere attraverso le sue creazioni, che hanno definito un modello di eleganza riconosciuto in tutto il mondo. Un genio creativo e un imprenditore internazionale, che ha mantenuto per tutta la vita un legame con la sua terra d’origine, Piacenza, da cui ha mosso i primi passi di un percorso straordinario”. Così, in una nota, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale. “Alla famiglia, ai collaboratori e a quanti lo hanno conosciuto e amato – conclude de Pascale – va il cordoglio mio personale e quello dell’intera comunità regionale”.