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Il ricordo di Ilario Fioravanti ai "Suoni dello spirito"

"La bellezza – diceva Fioravanti – è come uno stato, una condizione che urla, canta, bisbiglia, incide la vita di ciascuno. La bellezza è la percezione di un mistero"

Il ricordo di Ilario Fioravanti ai "Suoni dello spirito"

Giunta a metà del mese, la rassegna “I suoni dello spirito”, organizzata da Paolo Turroni per l'associazione “Amici del Monte” di Cesena, ieri sera si è dedicata al ricordo di Ilario Fioravanti. L'architetto, artista, poliedrico uomo di cultura, morto nel 2012, era nato nel 1922, perciò l'anniversario è doppio: dieci anni dalla morte, cento dalla nascita. L'associazione, di cui Fioravanti fu un fondatore e di cui fu presidente onorario fino alla scomparsa, ha ritenuto opportuno ricordarlo.

Paolo Turroni, che da 19 anni dirige la rassegna ha strutturato la serata secondo tre filoni di testi: opere letterarie che l'artista amava, opere dedicate a lui, e infine, grazie al prezioso aiuto di Adele Briani Fioravanti, testi dello stesso Ilario Fioravanti: meditazioni, brevi pensieri, riflessioni che l'artista scrisse sulle carte vergate negli anni, fra lo studio di una scultura e di una architettura. La parte musicale della serata, sempre importante, è stata eseguita con la collaborazione del conservatorio “Maderna”: Filippo Pantieri al clavicembalo e Marina Maroncelli, soprano, hanno eseguito brani di Georg Frederick Haendel, Girolamo Frescobaldi, Claudio Monteverdi. A conclusione della serata, una vera curiosità: il brano “Veni Sancte Spiritus” del compositore bertinorese Laurenzi, sconosciuto autore vissuto nel XVII secolo, nella sua prima esecuzione moderna.

Al termine della serata, di fronte a un pubblico attento e numeroso, dopo aver ascoltato brani di Vincenzo Cardarelli, Carlo Collodi, dal “Cantico dei cantici”, nonché brani critici di Giovanni Testori, Antonio Paolucci, Vittorino Andreoli, in un certo senso si è potuta riascoltare la voce di Fioravanti attraverso un'intervista realizzata da Pier Guido Raggini, in cui l'artista, fra le altre cose, rifletteva sulla bellezza: «La bellezza – affermava Fioravanti – è come uno stato, una condizione che urla, canta, bisbiglia, incide la vita di ciascuno. La bellezza è la percezione di un mistero. Ciascuno cerca la propria collocazione, la propria condizione per aprirsi a questo mistero. L'artista può aiutare l'uomo in questo esercizio di superamento di sé. La bellezza è esperienza totale che ci fa sentire autenticamente liberi e felici, solo e completamente uomini, creature amate da un Mistero che ci trascende».

Molto commossi i ricordi di Adele Briani, che è intervenuta, ricordando l'affetto che legava Ilario Fioravanti a Cesena, la sua città, sempre amata, e sottolineando come ci siano ancora tantissime opere dell'artista da studiare, in particolare le centinaia di pagine dei suoi manoscritti, di disegni e pensieri.

La rassegna terminerà venerdì 26 agosto, alle 21, con una serata dedicata all'Ucraina. Ingresso libero.

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